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Crisi: Irlanda e Portogallo in bilico

  1. #41
    Perennemente incazzato!!! Earl88
    Uomo 36 anni
    Iscrizione: 18/9/2007
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    Come dice il detto:"se devi 1000 euro alla banca e non li hai..hai un grosso problema...se devi 1000000 di euro alla banca e non li hai... la banca ha un grosso problema" ora, dato che Grecia, Portogallo e Irlanda hanno enormi debiti verso le maggiori banche europee (tedesche) l'europa aiuterà tali stati e li pomperà di liquidi per permettere loro di pagare le banche (all'europa che fallisca la grecia frega un cazz..che fallisca la banca, ovvero la proprietà di chi comanda in UE, frega), ma dato che l'economia greca e co. è fallita, l'europa fallirà di conseguenza (l'europa come gli USA stan cmq fallendo da soli anche senza grecia e irlanda) schiacciata da un'economia dei paesi emergenti florida, sicura, allettante per gli investitori, con disoccupazione bassa e con grande margine...nulla a che vedere con la logora, disoccupata e stagnante economia europea e americana!!


  2. #42
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
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    S&P: L'OUTLOOK SUL DEBITO USA E' NEGATIVO.

    LONDRA, 18 aprile - Standard & Poor's ha peggiorato il suo giudizio prospettico sul debito americano: l'outlook passa a negativo da stabile, una decisione senza precedenti nella storia, anche se resta confermata l'attuale valutazione che conferisce agli Usa una tripla A, il punteggio massimo. «A oltre due anni dall'inizio dell'ultima crisi - recita il comunicato dell'agenzia di rating - i legislatori americani non hanno ancora trovato un accordo su come contrastare il recente deterioramento fiscale o correggere le pressioni fiscali di lungo periodo».
    OUTLOOK - Il nostro outlook negativo sul rating - ha spiegato l'analista Nikola Swann - significa che riteniamo che vi sia almeno una possibilità su tre che si possa arrivare nell'arco dei prossimi due anni a un abbassamento del nostro rating a lungo termine sugli Stati Uniti». L'outlook, prosegue l'analista, «riflette la nostra analisi degli accresciuti rischi che il dibattito politico su come e quando affrontare le sfide di natura fiscale, sia a medio che a lungo termine, si protrarrà ad almeno dopo le elezioni del 2012». Il timore degli analisti di S&P dunque è che l'impasse politica possa impedire di dare concreta attuazione a piani di riduzione del debito pubblico che non sono più procrastinabili visto che il deficit è passato dal 2-5% nel 2003-2008 all'11% del 2009 e deve ancora invertire la rotta (nel 2010 dovrebbe sfiorare nuovamente l'11%, pari a circa 1.500 miliardi di dollari, portando il debito pubblico verso i 15.000 miliardi di dollari). La scorsa settimana, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato un progetto di riduzione del debito pari a 4mila miliardi di dollari in 12 anni mentre il presidente della commissione budget della camera, il repubblicano Paul Ryan, ha proposto un piano alternativo da 4.400 miliardi di dollari in 10 anni. Posto che S&P non si pronuncia nel merito delle proposte e non commenta su quali debbano essere le misure concrete approvate, nondimeno l'agenzia di rating ritiene cruciale che Casa Bianca e Congresso arrivino ad approvare un piano che possa godere del maggiore consenso possibile perchè altrimenti vi è il rischio che l'attuazione del piano medesimo si riveli inefficace e inadeguata. E questo sapendo che i tempi di attuazione sono comunque lunghi e dunque non concedono molto margine di errore.
    URGENZA - Ribadito che il rating di tripla A degli Stati Uniti poggia sulla realtà di un'economia ricca, diversificata, flessibile e che in passato ha già dimostrato di saper stimolare la crescita tenendo al tempo stesso sotto controllo l'inflazione, S&P ribadisce che ora non c'è più tempo da perdere. «Occorre - spiega il comunicato - un qualche tipo di compromesso che permetta di arrivare a misure comprensive di contenimento del deficit sulla linea di quelle annunciate nei giorni scorsi combinate con misure concrete per la loro attuazione entro il 2013». Se questa ipotesi dovesse verificarsi, come nell'ipotesi di lavoro più avallata di S&P, allora l'outlook potrebbe tornare a stabile. «Altrimenti - spiega S&P - la mancanza di un accordo del genere o un ulteriore deterioramento fiscale dovuto a una causa qualsiasi ci potrebbe portare ad abbassare il rating sul paese».
    S&P: l'outlook sul debito Usa è negativo - Corriere della Sera

  3. #43
    ineffabile Quelo
    Uomo 102 anni
    Iscrizione: 28/4/2011
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    Quote Originariamente inviata da Wittmann Visualizza il messaggio
    LONDRA, 18 aprile - Standard & Poor's ha peggiorato il suo giudizio prospettico sul debito americano: l'outlook passa a negativo da stabile, una decisione senza precedenti nella storia...
    Quanti dei prodotti che acquistate al supermercato, una volta capovolti, hanno la dicitura 'made in Italy', o 'made in France'?... Diciamocelo ragazzi, noi non facciamo più niente, le nostre aziende stanno pian piano chiudendo tutte. Le poche che sono rimaste, quelle che sono i campioni del prodotto italiano all'estero si limitano ad appiccicare una etichetta su un prodotto completamente costruito in oriente. Il sistema è potuto funzionare fino ad oggi perché gli stati continuavano a stampare moneta (o titoli di stato) che venivano comperati da nazioni come la Cina, l'India o Brasile. Arriva un bel momento, e penso che ormai ci siamo, che questo giochino si intoppa, perché un debito pubblico di 16.000 miliardi di dollari come quello Americano finisce per allarmare tutti gli Stati che provvederanno a disfarsi delle loro riserve in quella moneta. Potrebbe accadere che cominci una nazione e tutte le altre la seguano di corsa, prima che tutto quei dollari in loro possesso non diventino carta straccia. E allora guarderemo con nostalgia alle attuali grane con la Grecia...


    A Wittmann piace questo intervento

  4. #44
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
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    CRISI - VIA LIBERA AGLI AIUTI AL PORTOGALLO
    Bruxelles, 16 maggio 2011 - I ministri delle Finanze dell’Eurogruppo hanno deciso “all’unanimità di garantire assistenza finanziaria” al Portogallo, con un pacchetto di aiuti del valore di 78 miliardi di euro.
    D’accordo con la Commissione europea e la Banca centrale europea, i ministri riuniti a Bruxelles concordano sul fatto che il prestito al Portogallo, in risposta alla richiesta delle autorità di Lisbona presentata il 7 aprile scorso, viene concesso “per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’area euro e dell’Ue nel suo complesso”.
    Il programma di assistenza Ue-Fmi in tre anni, “ambizioso ed intensivo”, sarà basato su tre pilastri: “un aggiustamento di bilancio ambizioso ma credibile per ripristinare la sostenibilità fiscale, anche attraverso la correzione del deficit eccessivo entro il 2013, riforme per rafforzare la crescita e la competitività e per eliminare gli squilibri macroeconomici interni ed esterni e misure per assicurare un risanamento ordinato ed equilibrato del settore finanziario per rafforzare il capitale delle banche”.
    Secondo quanto deciso, il pacchetto “coprirà le necessità finanziarie per 78 miliardi di euro, che saranno suddivisi equamente (26 miliardi ciascuno) tra l’European financial stability facility (Efsf, lo strumento intergovernativo creato lo scorso anno dopo la crisi greca), l’European financial stabilisation mechanism (Efsm, strumento della Commissione europea) e il Fondo monetario internazionale (Fmi).

    LA GRECIA SULL'ORLO DEL DEFAULT
    L’economia greca è allo sbando sotto l’incalzare delle agenzie di rating, che non perdono occasione per colpire il paese economicamente più debole dell’area mediterranea.
    La Grecia paga gli errori commessi dai governi di Nea Democratia e del Pasok, che, pur di entrare nel 2001 nel Club dell’euro, hanno falsificato bilanci e PIL.
    Con la Grecia, che non aveva nessuno dei parametri di Maastricht per entrare nell’Eurogruppo, paga l’Unione europea ed in primis la moneta unica, oltre al sistema bancario europeo.
    La Grecia continua a versare lacrime amare e con essa il suo popolo, spremuto come un limone dei suoi giardini, che si illude di poter risolvere il problema della miseria incombente, ricorrendo allo sciopero generale, che ormai è un’arma spuntata che lascia il tempo che trova.
    I numeri della crisi della piccola Grecia sono impressionanti: il debito pubblico è praticamente fuori controllo e quest'anno sfiorerà il 160% del pil (solo 2 anni fa era inferiore al 110%), con un deficit enorme attorno al 10%, che porterà il debito pubblico vicino al 170% nel 2012.
    Nel 2010 Ue, Bce e Fmi hanno erogato aiuti per 110 miliardi di euro, tassi alle stelle con i bond a due anni che hanno toccato il 25%, per cui tra restituzione di prestiti e tassi di interesse il paese è diventato un pozzo senza fondo, una immensa voragine.
    In questo drammatico contesto si inserisce il taglio di due punti del rating greco da parte di Standard e Poor’s, facendolo scendere al livello più basso in Europa.
    L’agenzia di rating, che da anni martella la Grecia, ha diffuso una nota, con cui dà il colpo di grazia a questo paese, che senza mezzi termini afferma: “Riteniamo necessario un allungamento delle scadenze del debito, e non escludiamo che in un secondo tempo si chieda ai creditori di rinunciare fino al 50% del loro credito”.
    Sulla stessa scia di Standard e Poor’s stanno muovendosi le agenzie di rating Moody’s e Fitch, che getteranno altra benzina sul fuoco.
    L’Europa non sta certamente a guardare, perché sta preparando una soluzione per questa nuova crisi greca che verrà discussa nella prossima settimana dall’Eurogruppo convocato dal suo presidente Jean Claude Juncker, per il quale “è necessario un aggiustamento del piano”, con un nuovo pacchetto di interventi che si aggira sui 70 miliardi di euro.
    Nessuno nasconde il nuovo disastro ellenico con l’euro e l’economia che vacillano, visto che la Bce ha in portafoglio oltre 194 miliardi di obbligazioni greche, oltre ai miliardi prestati dagli Stati dell’Eurozona, ed a quelli delle banche francesi per 60 miliardi e delle banche tedesche per 50.
    Nonostante le quasi giornaliere rassicurazioni del ministro delle finanze greco, che "esclude" la possibilità di default o la necessità di una futura ristrutturazione del debito, in questi giorni si fanno strada nuove ipotesi "politically correct": si parla infatti di "reprofiling", di riscadenziamento del debito, operazioni queste che altre non sono che una ristrutturazione mascherata o un default "soft".

    Stati Uniti. Raggiunto il massimo legale del debito. Geithner vara misure urgenti


    Il debito pubblico ha toccato il tetto fissato dalla legge in 14.300 miliardi di dollari e il Tesoro ha avviato misure urgenti per frenare gli investimenti. Il segretario al Tesoro, Timothy Geithner in una lettera al leader del Senato Harry Reid, preme sul Congresso affinché decida urgentemente di rialzare il tetto «per proteggere la credibilità e il credito gli Stati Uniti ed evitare catastrofiche conseguenze per i cittadini». Senza un rialzo di questi limiti, gli Usa rischiano infatti di non essere in grado di rimborsare le scadenze sul debito pubblico e quindi di diventare insolventi. In questo modo si creeranno disponibilità per far fronte ai suoi impegni coi creditori fino al 2 agosto, dopo di che gli Usa rischiano di non poter più rispettare gli impegni per il rimborso dei debiti, andando incontro ad un drammatico default.
    L'amministrazione Obama decide così di mettere mano ai programmi federali sulle pensioni per non compromettere un accordo sul debito fra repubblicani e democratici. Tra le misure varate, la sospensione temporanea di due fondi pensioni pubblici: il Civil service retirement and disability fund e il Government securities investment fund.
    Geithner ha inoltre ricordato che il governo farà ricorso a «misure speciali» - come «sospendere l'emissione del debito» - per consentire al governo di evitare il default almeno «fino al prossimo 2 agosto». Queste misure concederanno a Casa Bianca e leader congressuali il tempo necessario a raggiungere un accordo per ridurre il deficit pubblico e svelenire il clima politico in modo da consentire al Congresso d'innalzare il limite dell'indebitamento pubblico Usa.
    La situazione è aggravata da un altissimo deficit di bilancio, che nel 2011 si stima supererà i 1600 miliardi di dollari, superiore al 10% del pil, e porterà presto il debito pubblico al superamento della soglia del 100% del pil.

  5. #45
    ineffabile Quelo
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    Questi segnali non lasciano presagire niente di buono:

    REPUBBLICA: ORO, NUOVO PREZZO RECORD, IN ASIA 1.500,16 DOLLARI L'ONCIA

    Tutte le famiglie tedesche si stanno sbarazzando dei loro investimenti per investire in oro. Questo significa che in molti si aspettano il botto della Grecia, ma anche degli Stati Uniti. Non oso pensare che cosa potrà capitare in uno scenario del genere. Devo cercare un angolino non frequentato, vicino alla casa, su cui piantare patate...



  6. #46
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
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    Grecia: Crolla Pil -5,5%, Giu' Titoli Di Stato. Spread Con Bund ai massimi
    giovedì, 9 giugno 2011 - 12:13

    (ASCA) - Roma, 9 giu - Aumenta la pressione sul debito pubblico della Grecia con i ''market-makers'' che continuano a tagliare i prezzi dei titoli di stato ellenici. Un calo favorito dalla revisione al ribasso del Pil della Grecia da parte dell'istituto nazionale di statistica. Nel primo trimestre di quest'anno, il Pil ha registrato una contrazione pari a -5,5% su base annuale contro una stima preliminare di -4,8%.
    Si allarga lo spread di rendimento tra i titoli di stato decennali della Grecia a quelli tedeschi (Bund), ritenuti dagli investitori i piu' sicuri dell'eurozona. I primi rendono il 16,33%, i secondi il 3,07%, lo spread sale a 1.326 punti.

    Portogallo:pil trimestre -0,6%

    Il Pil del Portogallo nel primo trimestre 2011 e' stato rivisto a -0,6% rispetto al quarto trimestre 2010. Anche su base annua l'economia portoghese ha registrato una contrazione dello 0,6% (-0,7% la stima preliminare). Lo comunica l'Istituto Nazionale di Statistica.
    Giappone in recessione. Pil a -3,7%. Su base trimestrale -0,9%

    TOKYO – Giappone in recessione. Le conseguenze dei tragici eventi che hanno colpito il Paese nipponico sono più dure del previsto. L’ufficio del Gabinetto ha comunicato ieri che il Pil del primo trimestre 2011 ha registrato una flessione del 3,7%, superiore rispetto al 3% atteso dagli analisti. Su base trimestrale la flessione dello 0,9%.


    Se avessi dei soldi comprerei dell'oro!!

  7. #47
    FdT-dipendente topino1
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    era meglio quando l'economia si toccava con mano..senza mille analisti e consulenti,che per per valutazioni puramente oggettive posso spingere paesi nel baratro..

  8. #48
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
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    Portogallo, Moody's taglia il rating
    Ora il debito di Lisbona è «spazzatura»

    L'agenzia: avrà bisogno di nuovi aiuti. Allerta anche sulla grecia

    5 Luglio - Moody's ha tagliato il rating al debito sovrano del Portogallo a «junk» (spazzatura) portandolo al livello di «Ba2» da «Baa1», con outlook negativo.

    LE MOTIVAZIONI - La bocciatura arriva alla luce del «crescente rischio che il Portogallo chiederà un secondo round di finanziamenti internazionali prima che possa tornare sul mercato privato - si legge nella nota dell'agenzia di rating - e dell'aumento delle possibilità che verrà chiesta come pre-condizione la partecipazione del settore privato». Moody's mette anche in evidenza «il timore che il Portogallo non riuscirà a centrare pienamente gli obiettivi di riduzione del deficit e di stabilizzazione del debito fissati nel quadro dell'accordo con Unione europea e Fondo monetario internazionale» tenuto conto delle «straordinarie sfide che il Paese sta affrontando nel ridurre la spesa, tornare alla crescita economica e supportare il sistema finanziario». Il Dow Jones è girato subito al ribasso dopo la diffusione della notizia e ora perde lo 0,13% a 12.565,10 punti.

    GRECIA - Moody's ha anche messo in guardia sui rischi del piano francese per il nuovo salvataggio della Grecia, che prevede il rinnovo del debito greco attraverso la partecipazione dei creditori privati. «Le banche che parteciperanno al rollover delle scadenze dei titoli ellenici potrebbero andare incontro a delle svalutazioni sul debito che maturerà nel 2014 e che continueranno a detenere dopo quella data» dice l'agenzia a proposito di Atene. Dalla Grecia, nonostante gli avvertimenti di Moody's (seguiti a quelli di Standard & Poor's del giorno precedente), il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, fa sapere che «le banche greche sono pronte a partecipare al rollover» del debito pubblico della Grecia, mentre gli istituti internazionali sono al lavoro per trovare una soluzione priva di rischi. Mercoledì a Parigi ci sarà una nuova riunione di banche e compagnie assicurative presieduta dall'Institute of International Finance nel quadro di una serie di incontri tecnici iniziati la settimana scorsa. Sul tavolo, la proposta avanzata dalla Francia che prevede il rifinanziamento su base volontaria di titoli di Stato della Grecia in scadenza ma con nuove obbligazioni con termini differenti.

  9. #49
    ineffabile Quelo
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    Aggiornamento:

    E alla Bce scoprono che anche Tremonti è un rischio (leggi articolo)



    "FRANCOFORTE - Quanto è compromesso ora Tremonti? Dovrà dimettersi o, come al solito in Italia, non c’è questo pericolo?(*) Francoforte, ore 21. Giornalisti e operatori si chiedono, a pochi giorni dalla fiducia sulla manovra da 47 miliardi di euro, se il superministro delle Finanze sarà costretto a dimettersi in seguito all’affaire Milanese. Nei corridoi della Banca centrale europea "

    (*)
    Da notare la fine ironia molto british... vedo il fantasma della patrimoniale aleggiare sul valore catastale della mia ricchezza immobiliare. Sto' Berlusconi...non metterà mai le mani nelle tasche degli italiani, ma ogni volta, appena se ne va via da Palazzo Chigi, puntualmente ci arriva subito qualcos'altro dritto, dritto, nel @ulo...


  10. #50
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
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    spettacolo, è bastata una qualche voce e via subito la speculazione, borsa a picco e rendimenti in rialzo..
    se per caso un'agenzia di rating starnutisse anche, sarebbero guai seri..
    ci sarebbe davvero da comprare dell'oro..

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