Originariamente inviata da
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Ma seriamente... tu sei mia sorella?
Io ho una sorella?
No, perché mi sembra di non conoscerti... e non sai quanto mi fa male.
Troppe volte abbiamo creduto che bastasse il sangue, lo stesso sangue che scorre nelle nostre vene, per sapere e conoscere tutto l'una dell'altra.
Tu stessa mi dicevi che no, che non poteva e non può essere assolutamente così... che andiamo capite... che il rapporto che c'è fra sorelle è qualcosa di terribilmente bello ed indistruttibile.
Ne sono convinta tuttora...
Mi avevi detto, quando eri a 3100 fottutissimi chilometri di distanza, che io stavo crescendo senza di te... e questo non andava bene.
E io piangevo alle tue parole, piangevo perché mi mancavi e perché volevo abbracciare un freddissimo schermo che mi mostrava la tua immagine.
E piangevi anche tu...
Ho ancora la tua immagine fissa negli occhi: una donna con i ricci raccolti in una morbida coda, gli occhiali ed una felpa degli Ska-P ... e dietro l'Oceano. E dentro di te un cielo... e le lacrime agli occhi.
Raggiunta quella 'maturità che si paga a prezzi d'inflazione' mi hai detto che ero cresciuta, ma non dovevo crescere troppo...
Sì, ma tu?
Tu sei cresciuta troppo, invece...
O, comunque, sei cambiata troppo velocemente perché io potessi seguirti e stare al tuo stesso passo... perché potessi vedere le tue radici affondare ancora di più al suolo e poi spostarsi e farsi largo nella terra...
Non lo so.
So solo che, ora, sento la mancanza di quello che eri... e no, è terribilmente brutto e cinico dirlo ma... ora, che sei di nuovo così lontana da me - 649 chilometri sono lontani, sia per il corpo che per la testa - è come se non mi mancassi più.
È come se io non aspettassi il tuo ritorno.
E, quando torni, per me è come avere un'estranea in casa...
Il tuo atteggiamento freddo nei miei confronti, il tuo trattarmi così, come... boh, come fossi un niente, ti giuro che mi fa stare male.
E vorrei sapere cosa ***** ti ho fatto...
Cosa è cambiato tra noi, quando è cambiato e perché.
Non ci credo che non si possa recuperare niente...
Vorrei chiederti come stai, ma non come domanda di circostanza.
Vorrei chiederti come stai, sedute entrambe su un letto a guardarci in faccia o a guardare il soffitto...
Vorrei tornare a parlarti dei miei problemi d'amore e delle cose che vanno o che non vanno... Delle cose che non mi stanno bene, delle cose che vorrei urlare e che sono costretta a tacere, delle cose che mi mandano avanti, di quelle che mi tengono giù...
Vorrei parlarti, stop.
Come quando ti dissi, dopo aver rivisto il mio ex per la prima volta dopo che ci eravamo lasciati, "oh, quant'era bello..." e tu mi dicevi che meritavo di più, che non dovevo essere frivola nel pensare certe cose... che ero un quadro di Musante e che dovevo volare.
Sì, vorrei tornare a parlarti di queste cose... anche delle cose frivole, perché no.
E vorrei sentirti parlare e raccontarmi le tue, di storie.
Lo so che tu, dentro, hai un oceano... ci sono un po' di nuvoloni grigi, e ti si vedono negli occhi.
Vorrei che mi parlassi anche di quelli... e provare a soffiarli via.
Sì, almeno provarci...
...Sta di fatto che, adesso, io sto scrivendo con le lacrime agli occhi.
Vorrei gridartelo, vorrei gridarlo al mondo, che io ti voglio bene.
E che sei una ***** di Donna meravigliosa.
E che mi manchi.
Vorrei gridartelo.
E mi limito a gridare con un abbraccio, nel rivederti dopo tanto tempo, come l'altra volta.
E mi limito a gridare con un sorriso, o ridendo alla tua frase "sei bella, e guarda quante lentiggini che ti sono spuntate!"
Eh, sì...
Tu sei bella.
Càzzo se sei bella...
Ma io, come sorella, ti voglio ancora...
A volte mi piace immaginare che queste cose le pensi anche tu.
Mi piace pensare che, magari, quel che manca è un po' di coraggio nel dirci le cose... nell'affrontarci, senza scappare da noi stesse.
Perché a volte, nonostante la freddezza dei gesti, io ti vedo malinconica della mia stessa malinconia... come se anche tu pensassi queste cose.
Continuerò ad immaginarmelo, almeno per fare finta che le cose vadano bene.
Vorrei dirti che sono qui...
E vorrei dirti che mi dispiace, per un po' di cose.
Vorrei dedicarti una canzone... quella canzone che, quando la sento, mi viene da cantarla quasi pronunciando il tuo nome.
Sei il mio Muro del Canto (ricordi? Me l'avevi detto che saresti potuta esserlo, per me... il mio muro del canto...) .
La mia parte mancante...
Hermana querida...