Wu Ming
In Bilico
In balia degli eventi mi lascio trasportare
fino a quando avrò forza per resistere
al lacerante ed acido dolore che il passato
mi ripropone.
Vivo un loop scellerato,
di graffiante realismo e intenso impatto
di un male che vien da dentro e che ti lascia inerme.
Mi arrendo
Lascio che il vento mi trasporti
ondeggiante e ridondante
dove meglio crede.
Vagar nella mente mi è cosa lieta ora
come una droga ripercorro ogni cosa
rivivo e mastico qualcosa dal sapor di biancospino
mentre profumi e ricordi s’intrecciano con gusti e passioni celate.
E all’improvviso i suoi occhi davanti a me,
quell’ultimo sguardo prima del saluto
quell’implicito addio che solo noi potevam comprendere
quel sospiro che sapeva di rassegnazione.
Ondeggio ancora
meglio cader ancor più giù
in quei ricordi lieti delle corse in bicicletta
delle torte e dei pic-nic, di quel profumo acre della limonata
Il ricordo allegro del suo sorriso di miele e di quel profumo floreale
che non ho mai compreso che fosse.
Trasportami ancora vento amico!
Spingimi oltre ….
ecco lo vedo
il nostro primo bacio, la spensieratezza dei nostri pensieri
la grazia delle tue mani sul viso
i nostri corpi intrecciati al chiaror di luna.
Ondeggiante e raggiante continuo questo viaggio
incurante della realtà e dei sogni perduti
mi aggrappo a flashback rosa confetto e zucchero filato
per render lieto un dolore che è eterno
cado e cado
continuo a cadere, sempre più giù fino alla fine
mi abbandono in eterno
anzi
all’eterno
e come la foglia che scende lenta dal ramo
cado
e che morte sia.
yasha
Coriandoli di soffocata agonia
dispersi nel fango vermiglio
tramutan verità in bugia
risvegliando dal tiepido giaciglio
vocaboli di sangue rappreso
che macchian la sua anima di giglio.
(Abissi di cielo proteso
Rivelan l’umana natura
che ride denti gialli e ghigno teso).
sgorganti come fiotti di fonte pura
amare lacrime di rugosa vergine
(rinchiusa nell’oblio di nere mura)
quando tetra pensa al vuoto margine
che fra mente e cuore si frappone
tramutarsi in spasmodica voragine
è ecatombe dentro al petto di passione.
Sferzato dal vento dell’oblio
mormorante come foglie a profusione
si diffonde a viva forza un brontolio
ardente come fuoco scoppiettante
che non vedi ma si ode il crepitio
è il sospiro d’ogni vecchio tremolante
che rammenta con l’ultimo sorriso
il fulgore giovanile di diamante
perso fra le piaghe del suo viso
vuol brindare in onore della vita
ma di tenebre il suo calice è già intriso
Joe black
Inutile frammento di vita sopita
ti specchi sconvolto in una goccia di brina
la tua tenera vanità
fiore bellissimo che custodivi con amore materno
ora giace esanime in attesa dell'inverno
La vita va così
Dinanzi ai tuoi occhi curiosi
sbocciano dolcemente le stagioni
poi fuggono veloci cullate dal vento
Alla fine tutto si secca
tra le rughe umide lungo il maggese
la terra sussurra ciò che il tempo non ti ha concesso
aver conosciuto l'inverno
ma non poterne più cercare il Senso-.
Finito, sbiadito, morto
Ho odiato il tuo star fermo
La mia anima vomitava l'assenza del tuo lamento
Penso
Non basterà il pianto del cielo a nutrire il bene che ti vorrò in eterno-.
(A te, anche se so che non puoi più sentirmi).
.$pla$h.
Pensa.
All’Albero.
Che riposa nel bosco misterioso
e ciò che è morto lascia cadere,
mostrando nudo il suo corpo nodoso,
i rami fieri contro nuvole nere.
Pensa.
Al Cervo.
Che,elegante, tiene alta la testa,
pur avendo perso le preziose corna,
non meno sovrano della foresta,
sapendo bene che ogni cosa ritorna.
Pensa.
Alla Pioggia.
Che cade battente,
ma nutre la terra e lava via il trucco,
lasciando un mantello di gocce, splendente,
sul mondo che ha donato ormai ogni frutto.
Pensa.
Al Raccolto.
Che riposa nelle dispense.
A quel che abbiamo immagazzinato,
sian state lezioni di giornate dense
oppure il grano che avevam seminato.
Pensa.
All’Autunno.
Che nell’oscurità ci apre gli occhi,
per la luce di Luna, di nebbia, uno scialle,
mentre l’Anziana riprende i balocchi,
e la salita è discesa che ci riporta a valle.
Pensa.
Al Cerchio.
Che non si spezza nel tempo che scappa.
Inesorabile continua il viaggio,
sulle sue orme, senza una mappa.
Smettila, adesso, di rimpiangere Maggio.
|.Jolly.Jester.|
[stiamo qui la foglia ed io]
in croce sulla mia testa
sta una foglia morta
in bilico ma morta [morta!]
nemmeno si nasconde.
foglia:
"giammai mi celerò, osservatore cieco,
notata mi hai fra mille:
defunta in prima scena!
non ami il mio colore?"
signorina, è molto bella
la sua pelle lucida ed ambrata
ma vede, è ambrata [ambrata!]
perchè dorare Morte?
foglia:
"pagliaccio, la tua veste è sporca,
e pettina i capelli.
lavati la faccia, spegni la tua tosse.
perchè invertire il tempo? vissuto hai a colori, non tornare in seppia."
mia cara, sono in seppia
perchè vecchio son ridicolo
variopinto son ridicolo [ridicolo!]
non tingo più la faccia.
foglia:
"e bello ti facevi ai tempi delle danze,
un fuoco era il tuo volto ed arcobaleno gli occhi,
com'è che al tuo autunno neghi quest'omaggio,
redarguisci la mia luce mentre io son spenta?"
pensiero mio d'inverno,
o foglia dal cupo rancore
non lo serbar, rancore [rancore!]
mi hai solo rattristato.
ricordi in ogni tratto
la tragedia umana
la voce mia è umana [umana!]
è spezzata e fievole.
serbati in un grembo di buccia enfiata
nasciamo di fragile, trasparente malìa,
innalziamo al sole il colore sgargiante
ondeggiamo al vento, incuranti di vita
celiamo fino all'ultimo i frutti ad altrui,
invidiamo fiori più belli di noi, spine, cortecce, cespugli, persino ortaggi!
poi estate finisce, ancorati al ramo,
in balia del vento vediamo l'autunno.
di cadere nel fango nessuno ha la voglia,
staccati dunque dal lume di vita
e non v'è altro da fare che tingersi d'oro, e mettersi in croce.
o bella, o estinta,
comprendi l'umano essere?
così ha senso essere [essere!]
od appassire piano?
foglia:
"notato avevo spesso che voi m'assomigliate.
ma non afferro il male di morire ingraziositi!
ti prego, vesti di luce, non è finito Autunno,
perchè non fai brillare il tuo umano volto?"
non consigliarmi invano,
sfacciata foglia d'oro,
la tua morte è in croce, la tua morte è in bilico, la tua morte è d'oro,
la mia vita è in croce, la mia vita è in bilico, la mia vita è d'oro.
non mi dai simpatia, tu mi rimandi scherno.
morte: "o forse intuizione."
[sta la foglia]
Gregorio.patanella
Dopo il lavoro
Dopo il lavoro
mi tolgo il cappotto
quando le foglie fanno un giro
tanto sul tardi invito
gli amici a casa
e cucino i miei guai
sulla nuova padella
come fa l'albero della sera
se devo essere solo
è meglio tornare in autunno
se devo guardare fuori
lo faccio per i rami