TEMA: IL TRENO-ALLONTANAMENTO
1)gian
Panta Rei
E non ci sarò più quando ti rivolterai
tra quelle candide lenzuola;
quel treno bastardo mi avrà già tolto a te,
ingiustamente.
Il nostro binario mi farà compagnia
in questa fredda città,
quel nostro palpabile ricordo
che è stata pura follia.
Ma stavolta non mi volterò,
i miei occhi hanno visto,
il mio cuore ha incassato.
Il treno che parte sta aspettando me.
Addio mio dolce pensiero,
ricordo di tempo troppo lontano.
2) Lower
Il ciliegio e la stazione.
Tramonto.
Stridore di ferro.
Treno.
Scie di colore che si stagliano nel nulla.
E quella casa,
quel giardino,
quel ciliegio,
sempre più distanti, ricordi
di una sera d’estate, lontani,
si confondono i colori,
si confondono i confini.
Galleria.
I colori spariscono.
Il freddo sole svanisce alla vista.
Un bagliore di luce là in fondo,
e nel cuore solo un colore,
solo un ricordo,
solo un odore
di ciliegie mature.
3)† Nana †
Traballano i corvi sui rami ricurvi
Sfuggenti paesaggi in occhi già torvi
S'è fatta tempesta nell'animo arcano
Su mille rotaie fra fumo e profano.
E' l'ultimo viaggio che chiude le danze
Addio mia Lenora, addio care stanze
D'un tratto compare la sagoma nera
Sarà mia compagna di viaggio, stasera.
E' Viola, mi guarda con occhi d'infante
Passeggia sul treno, col bel viso assente
Strattona quell'abito di mille e più ere
Regina di ceneri e primule nere
La sola passante che viaggia e che resta
Potrai tu incontrarla, se Luna si desta.
Biglietti non usa, non porta divisa
E' spirito d'ere, del Tempo è la sposa.
"Mio tristo compagno, il treno è la via
Lui porta lontano, di morte è la scia"
Così lei traghetta col suo bel sorriso
La vita nell'Ade accanto al suo sposo.
E siedo coll'animo intriso di pianto
Avrò da viaggiare, nel buio solingo
Quì mai ci si ferma, si giran le vite.
Un passo, una danza e rotaie infinite.
4) Ntina86
Vado e torno
Corre e scorre "costretto" su quella via
che tutti chiaman solitamente ferrovia,
ma in essa io non vedo limite in verità:
solo una grande guida per la mia libertà.
Tutto quanto è preso e trasportato
verso un luogo che par incantato
anche solo per il carattere di novità
che con me nel viaggio porterà.
Non scappare, ma andarsene via:
ecco cosa attiva la viva fantasia!!
Mentre salgo senza destinazione
immagino chiara la soddisfazione
… di una meraviglia soltanto sognata
mentre ero in questa città incatenata.
Guardando in stazione partire il treno
all’immaginazione non c’era più freno...
E scorro dal finestrino il mondo
che è il mio io più celato e profondo…
Il paese più bello è ciò che ho dentro:
dei miei desideri più nascosti è il centro.
Labile e fuggente è l’istante della salita:
della fuga è l’intrigante amante gradita…
mi rapisce e con la fulminea sua velocità
mi porta lontano da questa grigia città.
Strade, paesi, mari e montagne sì ignote
della bambina che è in me fan rosse le gote,
brillano gl’occhi per la voglia di esplorare
e la curiosità convince il cuore a scappare.
E’ intrisa nella magia del mio viaggio
l’attesa del rientro da “selvaggio”…
Un allontanamento è nulla senza ritorno:
Il racconto è del cammino sol il contorno!
Ma al mondo non v’è una partenza
senza il verdetto della sentenza:
“Parto, giro il mondo e vado via
ma prima o poi, tornerò a casa mia!”
5) Yasha
Non riesco ad afferrarti.
Mi sfuggi via ogni secondo che passa,
, mi scorri tra le dita come granelli di sabbia in una clessidra;
da sempre avrei voluto darti un senso,
da sempre avrei voluto imbrigliarti e controllarti.
Mi sorridi con scintillanti denti d’avorio cariati
,mi accarezzi con fresche mani rugose e callose,
mi stringi teneramente tra le tue confortevoli braccia raggrinzite,
mi asciughi le lacrime con la tenera punta delle tue dita artigliate,
mi nutri di latte,e succhi il mio sangue.
Quando ti chiedo chi sei,cosa vuoi da me,
perché hai scelto proprio me e nessun altro,
è in quel momento più che in ogni altro che mi assale lo sgomento;
quando mi sputi in faccia che neanche tu hai queste risposte,
quando mi afferri per le spalle e scuotendomi
mi costringi a vedere nei tuoi occhi vacui e misteriosi,
,nei quali vedo riflessi i miei,con la loro tormentata aria interrogativa.
Mi terrorizzi a volte,e non posso fare altro,inerme,
che aggrapparmi con le mani sudate e il cuore impazzito al mio posto,
mentre corri via allontanandoti lungo binari a me sconosciuti
,mentre prendi direzioni impreviste
,mentre ti infili con penetrante violenza in bui anfratti,
mentre stupri la mia razionalità e la mia esperienza
,e il dubbio e il mistero mi risucchiano e mi ingoiano,
di Scilla e Cariddi assumi le sembianze;
E io prego,maledetta *******,di non deragliare