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gian88
"COME UNO SCOGLIO INFRANTO DALLE ONDE"
Un grido lontano: “aiuto, aiuto!”
Lo vedi annegare, inerme,
ne scorgi una mano protratta al cielo,
e tu, impotente, continui a fissarlo.
Scappava la vita,
cavalcava la cresta dell’onda,
ostile e minaccioso ti osservava.
Ora lo guardi e lo lasci perire.
E’ un giostra che gira questa torbida vita,
La sua tavola, liscia, solcava il pelo dell’acqua,
acrobazie e sterzate in equilibrio instabile.
Spezzata la tavola, spezzata la vita.
Vivi e lascia vivere diceva...
l’ha vissuta a pieno la sua passione;
la superbia canaglia s’è presa gioco di lui,
ora non potrà più tirare i dadi, la sorte gli è stata fatale.
Cagliostro_86
"PETALI DI SCHIUMA"
Mani legate ad altre mani,
sguardi persi a guardar un orizzonte
caldo nelle sue piccole essenze,
amaro nei suoi piccoli sorrisi.
Sorge un nuovo sole
per i nostri vecchi occhi,
un oceano separa le nostre voci
portate alle nostre orecchie da un lieve vento.
Un’onda entra nella mente
mentre il destin nostro mente,
facendo perdere la densità
del mar e della nostra vitalità.
Occhi che guardano i nostri corpi
magicamente trasportati
dal mare nostro amico e nemico
che come il destin non sarà infinito.
un’onda porta piccoli granelli di ricordi
mentre vecchi petali di rosa
cadon nel nostro oceano di speranza
unendo la liquida illusione
alla densa e bianca spuma.
Orme sulla sabbia
dei nostri piedi.
Bagnati da salate lacrime,
feriti da dolci sassolini.
Il tempo corrode tutto il nostro corpo
mentre il vento lo porta nell’acqua come sabbia.
pregandoti sempre di ricordarmi,
che una lacrima non potrà mai fare
il nostro piccolo e denso mare.
Earide
"L'ONDA"
Comincia a piovere sull'oceano della mia vita.
Una pioggia fitta,
fatta di mille lacrime di cristallo,
che scendono copiose,
aspettando che arrivi il loro turno di frantumarsi a terra.
All'improvviso un'onda spazza via tutte le mie certezze,
mi impedisce di pensare,di ridere,di respirare,
così bella e così incredibilmente dolorosa.
Non so dove sono,
non so chi sono.
L'unica cosa di cui sono consapevole
è che quell'onda mi sta portando via i miei pensieri.
Li sento scivolare via,
non riesco ad afferrarli.
non vedo nulla,
finché all'improvviso uno sprazzo di luce trafigge l'onda,
sta cercando me
ne sono sicura,
sta cercando me.
Poi una mano si tende verso di me.
La afferro, e in quel momento
le mie certezze,
i miei sogni
e i miei pensieri riemergono in me.
Per la prima volta sento che appartengono a me.
Solo e soltanto a me,
sento che non mi abbandoneranno mai più.
Con la forza della sicurezza riemergo dall'onda.
La vedo allontanarsi,
sempre più distante da me.
guardo con gratitudine la mano che mi ha strappata a lei,
perché mi ha insegnato a volare.
E finalmente so di essere libera.
CLEAR
"SENZA TITOLO"
Vedo il mare,
un onda mi prende e mi trasporta...
Non so cosa fare, questa mi prende e mi porta indietro,
indietro nel tempo ...
Penso a tutte le cose accadute,
Le cose belle,le cose brutte
gli amici, i nemici
le risate e le liti.
Quando tutto finisce dentro di me c'è un vuoto:
un vuoto enorme.
Pensi e ripensi ma nulla può colmare questo vuoto..
nemmeno il ricordo più grande...
Ricordare serve solo a star male
a ricordare le cose belle e a sapere che non potrai mai più riviverle...
Però ti aiuta a ricordare i tuoi errori e
Ti aiuta a non rifarli più.
L’onda arriva a riva e io ritorno al presente,
tutto è finito e il mio ricordo è svanito.
URIGELLER
"26/12/2004"
Iliki ke kai i ka 'ope 'ope la, lilo, i lilo no he hawaw*
Come ogni giorno noi figli del mare
con piedi di sabbia con occhi di sole
torniamo dal padre, che voglia sfamare
le nostre vite intrise di sale.
Così come il pesce che annaspa e s'imbriglia
attende l'esequie di fritto o cartoccio
il pescatore che al mare s'appiglia
non è che schiavo del suo capriccio.
Fu docile onda da quella distanza,
veloce e silente presagio del peggio
non puoi che guardarla e già apre la danza
vestita di schiuma sovrasta il villaggio.
L'acqua in un morso divora la spiaggia
piomba di piombo su paglia e capanne
rompe le assi e spezza anche il
verso
riverso e divelto
la tavola vola surfando
sopra i relitti del mondo
avanza salata la morte
non bussa alla porta
col muro la porta
con se nel riflusso ed erano alte
le palme son alghe in un piatto
di gambero e dattero,
là nel villaggio i turisti sui tetti
in affitto dai gatti
filmano e inquadrano il mare che sfila
che sfila
alla madre la figlia la triglia
poi scema e deposita i resti misti
e mesti:
gusci d'aragoste fra vertebre e coste
posa sul lido conchiglie e caviglie,
colora gli scogli
di rossi coralli e scarlatti midolli
coprendo col rombo ogni grido
d'aiuto
il vano lamento del pesce più
muto.
Asciuga la sabbia, un po' di pazienza,
la terra non serve che ad ormeggiare
le nostre vite sospese a una lenza
tesa tra il cielo ed il ventre del mare.
* Il mare ti strappa il fadello e va, e va quando uno non è all'erta. (proverbio hawaiiano).