Cyrano de Bergerac
Guêpière
Vai giù per le strade tra le anime dei vincitori
accecata dagli occhi e le luci di quelli buoni
senza gatte, senza gufi, senza senso senza suoni
tesoro o immondizia di clienti o spettatori
Viso in tenebra sprofonda, danza della mietitrice
lucciola, satellite, di sole senza gravità
scaldata dalla fiamma che è la tua identità
che resti nel bidone e tu resti spettatrice
Addosso a una put.tana è guêpière il ciel di notte
per contornar tal buco troppo fine e troppo vuota
piangendo raccogliendo, raccogliendo nuota
se peccan stai sicura che il loro Dio è forte
Bevi coi tuoi occhi le stelle e il firmamento
ruggiti e luce siano, arriva il nuovo Dio
se schiava o danzatrice, ricordati il tuo addio
a cielo, fiamma e luce, che tornino tormento.
[Nana]
L'addiaccio.
[Rammento di fumo di un bianco scarlatto
Scarlatto nel bianco di un fumo rammento]
Giravano voci di languidi baci che tacciono
E scaccian le cose più audaci; sopprimono
Gemiti d'intrepidi amanti, fra gli alberi tanti
Son soli ed affranti. E come di sguardi su
Tizzoni ardenti che guardi e li avverti e
Poi senti il vibrare, le sue forti mani sul bianco
Mio viso al tardo del giorno mi appresto
A sognare. Rifuggo nel vino, Borgogna alleato
Che solo lui scaccia Scarlatto suo amico e
Il pino fa d'ombra nell'ombra e rimembra
A sua volta il tristor che presto m'assale; poi
Sale lo sguardo sul fumo ed io sento
Ch'il tristo tormento è fedele giullare
Coll'animo in pena che rischia galera o morte o
follia si mette a giocare: d'innanzi ai miei occhi
D'un tratto nel fumo del fuoco d'addiaccio appar
la Visione! di carne è l'abbraccio di baci le braci,
Voraci rapaci giocanti al reale! Di pianto il mio
Viso si tinge e comprendo che vino e tormento
Gettato il ritegno di tal bel disegno cospargono l'aere.
Socchiudo i miei occhi, cancello ogni dove
Nell'antro più oscuro nascondo il dolore
Di quel mio bel fumo ancor serbo ricordo,
Lo tengo nel cuor ben serrato e rimembro.
DueDiPicche
Nel silenzio di una vita
Graffiato il metallo ecco il bagliore,
scintilla,
luce,
buio.
[nel silenzio di una via]
Le mani riposte nelle tasche,non si preoccupano di alleviare la nebbia del fumo dal viso,
il mozzicone,irregolare,si consuma col vento,
senza il benestare del momentaneo padrone,
che,
claudicando occasionalmente,si dirige a piè svelto verso la dimora.
Le mani sfilate dall’involucro protettivo fungono da tornasole,
paiono smunte con venature cadmio per nulla rassicuranti,
la cartina dice ghiaccio dunque.
Principi di stalattiti addobbano timidamente il soffitto di sottile lamiera,
facendolo apparire ancor meno protettivo.
Fa freddo a Szentendre,
una stanza,
polivalente,
con opulenti aromi,a fungere da dimora.
Nell’angolo a suonare ininterrottamente una piccola radio,
vintage,basilare,compagna di vita.
Una catasta di avanzi di tabacco smossa con la mano,
portato alla bocca quell’abbondante filtro
compare un compiaciuto sorriso ,seguendo col capo ciondolante
la melodia festaiola di un gracchiante folk
trasmesso costantemente.
Lo sguardo impassibile pare attraversare le pareti,
costante,fermo,glaciale.
Incancellabile il passato si aggrappa,come sabbia bagnata,
alle caviglie ferite,lacerate,ormai smunte
di quell’uomo che non trova più Dio nemmeno nelle recondite speranze.
L’ultimo baluardo di sanità viene meno,
pugni,forti,violenti verso la lamiera amica,
quel cumulo di tabacco calciato con disprezzo,
la fedele compagna di vita divelta dal suo nido
viene schiantata a terra con immeritata noncuranza.
Freddo,gelo,ghiaccio.
La rabbia muta in disperazione e a sua volta in follia,
Radunate al centro della stanze un paio di traforate coperte,
arricchito il coacervo con vecchi quotidiani e condito da una pioggia di solvente.
Il clochard china il capo per l’ultima volta brandendo l’oggetto nella sua tasca.
Graffiato il metallo ecco il bagliore,
scintilla,
luce,
buio.
Mors omnia solvit.
Guns17
Malinconia
Calda. Morbida. Sinuosa.
E' un fuoco gelido
che arde con foga in me.
La realtà si annulla, la mente è padrona.
Dolce e crudele compagna,
scandisce i secondi , i minuti, le ore.
Mi culla con ambigua dolcezza,
come le note spezzate di un violino scordato.
Chiudo gli occhi,
Quasi senza volerlo.
E mi abbandono a lei:
Sono il granello di sabbia,
che non trova posto tra gli altri mille.
E che si lascia trascinare via,
dall'infrangersi continuo di deboli onde.
Per poi disperdersi, inerte ed impotente,
nelle acque del mareinfinito.
Lei,
spietata ed infallibile protagonista.
Lei,
che mi porta in un altro spazio, in un altro tempo.
Lei,
Lenta. Arida. Maledetta,
Malinconia.
Canalfeder
Il tuo corpo era caldo
il sudore della passione mi scivolava sulle mani
il mio cuore ardeva dalla passione,
avevi gli occhi chiusi sognando il futuro
io ero perso nel nostro amore,
caldo, passionale, indescrivibile.
I tuoi capelli fuoco ondeggiavano
alla brezza focosa del nostro amore,
il mio cuore batte per te
e brucerà con te.