yasha
Coriandoli di soffocata agonia
dispersi nel fango vermiglio
tramutan verità in bugia
risvegliando dal tiepido giaciglio
vocaboli di sangue rappreso
che macchian la sua anima di giglio.
(Abissi di cielo proteso
Rivelan l’umana natura
che ride denti gialli e ghigno teso).
sgorganti come fiotti di fonte pura
amare lacrime di rugosa vergine
(rinchiusa nell’oblio di nere mura)
quando tetra pensa al vuoto margine
che fra mente e cuore si frappone
tramutarsi in spasmodica voragine
è ecatombe dentro al petto di passione.
Sferzato dal vento dell’oblio
mormorante come foglie a profusione
si diffonde a viva forza un brontolio
ardente come fuoco scoppiettante
che non vedi ma si ode il crepitio
è il sospiro d’ogni vecchio tremolante
che rammenta con l’ultimo sorriso
il fulgore giovanile di diamante
perso fra le piaghe del suo viso
vuol brindare in onore della vita
ma di tenebre il suo calice è già intriso
.$pla$h.
Pensa.
All’Albero.
Che riposa nel bosco misterioso
e ciò che è morto lascia cadere,
mostrando nudo il suo corpo nodoso,
i rami fieri contro nuvole nere.
Pensa.
Al Cervo.
Che,elegante, tiene alta la testa,
pur avendo perso le preziose corna,
non meno sovrano della foresta,
sapendo bene che ogni cosa ritorna.
Pensa.
Alla Pioggia.
Che cade battente,
ma nutre la terra e lava via il trucco,
lasciando un mantello di gocce, splendente,
sul mondo che ha donato ormai ogni frutto.
Pensa.
Al Raccolto.
Che riposa nelle dispense.
A quel che abbiamo immagazzinato,
sian state lezioni di giornate dense
oppure il grano che avevam seminato.
Pensa.
All’Autunno.
Che nell’oscurità ci apre gli occhi,
per la luce di Luna, di nebbia, uno scialle,
mentre l’Anziana riprende i balocchi,
e la salita è discesa che ci riporta a valle.
Pensa.
Al Cerchio.
Che non si spezza nel tempo che scappa.
Inesorabile continua il viaggio,
sulle sue orme, senza una mappa.
Smettila, adesso, di rimpiangere Maggio.