In Italia sono 1 milione e mezzo i giovani che eccedono con gli alcolici, con dati particolarmente preoccupanti per quel che riguarda le ragazze. Inoltre, continua a scendere l’età del primo consumo di bevande alcoliche, che nel nostro Paese è la più bassa d’Europa. Lo rivelano gli allarmanti dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, presentati a Trieste nel corso della quinta Conferenza Nazionale sulle Politiche antidroga.
Alcune cifre? Tra gli 11 e i 18 anni è a rischio il 22,4 per cento dei ragazzi e il 13 per cento delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso e rischioso di alcol, soprattutto in Piemonte e Trentino Alto Adige (i maschi), e Veneto e Trentino (le femmine). Tra i 19 e i 24 anni sono a rischio il 25,3 per cento dei maschi e il 10,4 per cento delle femmine, soprattutto in Valle d’Aosta ed Emilia Romagna (i ragazzi), in Liguria e Trentino Alto Adige (le ragazze). Il valore della media nazionale delle consumatrici a rischio è pari al 7,8 per cento; il fenomeno risulta quindi particolarmente in crescita tra le ragazze.
Per avere un'idea più precisa dell'entità e della gravità del problema, basti pensare che attualmente l’1 per cento circa degli alcol-dipendenti ha un’età inferiore ai 19 anni, e il 10 per cento un’età compresa tra 19 e 29 anni. "La punta di un iceberg che anno dopo anno s’innalza”, sottolinea Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Alcol CNESPS dell’Istituto Superiore di Sanità, “e che cela dentro di sé centinaia di migliaia di individui che alla fine di un lungo percorso ed una lunga carriera di abuso di alcol, mai intercettata dalle competenze sanitarie e sociali, si ritrovano nella trappola della più temibile dipendenza da sostanze: la dipendenza alcolica".
Non bisogna poi dimenticare che l’alcol alla guida è la prima causa di morte tra i giovani, fenomeno che potrebbe essere evitato se si adottassero dei comportamenti meno a rischio. In Italia, infatti, il 74 per cento dei giovani beve il sabato sera e, di questi, il 20 per cento si ubriaca nel fine settimana. Inoltre, è sempre più diffuso tra i teenager il fenomeno del "binge drinking" (bere per ubriacarsi 6 o più bicchieri in un’unica occasione), abitudine negativa per la salute e la sicurezza: l’abuso di alcolici fuori pasto e gli happy hour incrementano infatti del 70 per cento il rischio per i giovani di finire al pronto soccorso.
"A livello comunitario”, sottolinea Emanuele Scafato, “molti sono stati i piani d’azione proposti dagli stati membri a tutela di questa fascia di popolazione che, insieme alle donne, è considerata quella più a rischio per problematiche alcol-correlate. E’ evidente che oltre che cercare di migliorare le nostre conoscenze riguardo ad un’abitudine giovanile relativamente nuova per il nostro Paese, distante dalle abitudini mediterranee che traevano ispirazione dalla moderazione e dal consumo ai pasti, è importante analizzare le cause legate al rischio alcol-correlato tra i giovani per poter con maggiore efficacia realizzare interventi di prevenzione e di promozione della salute prima che l’alcol possa determinare un danno o pregiudicare la salute dei ragazzi e delle ragazze in Italia".