Opera d'arte o scultura offensiva? La condanna di Betori
Rana sul crocifisso il vescovo contro il Museion
La rana crocifissa e le altre opere (Espresso)
Il senso dell'operaDoveva essere scandalo per l’apertura del Museion. E scandalo è stato. La rana crocifissa ha provocato una bufera politica e la reazione del vescovo Egger, che accusa: «I sentimenti religiosi vanno rispettati»
La rana crocifissa di Martin Kippenberger («Zuerst die Füsse», Prima i piedi) installata proprio nell'atrio ha provocato una bufera politica e soprattuto la reazione del vescovo Wilhelm Egger, che accusa: «Esiste il diritto che i propri sentimenti religiosi vengano rispettati». Ma ieri è stato anche il giorno della conferma del successo della nuova sede: altre 3850 persone, che si aggiungono ai 6500 visitatori di sabato.
In tutto, 10.350. «Due giornate memorabili», festeggiano Antonio Lampis (direttore della ripartizione provinciale e vicepresidente della Fondazione Museion), e la curatrice Letizia Ragaglia. Tornando alla polemica, se Luis Durnwalder rimprovera «mancanza di rispetto», l'assessore Sabina Kasslatter Mur parla di «una provocazione, ma è prerogativa dell'arte».Code sia sabato che domenica davanti al nuovo Museion per visitare la mostra «Sguardo periferico & Corpo collettivo», per poi uscire, provare le passerelle, pranzare alla caffetteria.
La mostra, appunto. Avere scelto la hall del Museion, la parete sopra la biglietteria, per esporre la scultura-scandalo di Kippenberger non sarà stato certo casuale. Una rana verde crocifissa, con in mano un boccale di birra e un uovo sodo. Questo il «benvenuti» scelto per la presentazione del Museion alla città. E' una scultura del 1990, ricordano dallo staff, abbondantemente conosciuta, ma in terra cattolica come l'Alto Adige la provocazione centra il bersaglio. Prima ancora delle reazioni politiche, ieri sono stati i visitatori a protestare, a chiedere informazioni con frequenza tale che lo staff ha dovuto fare un mini-corso improvvisato per il personale di sala con le informazioni base sull'artista e il significato dell'opera. Come riassume Antonio Lampis, «una crocifissione è sempre un invito a riflettere sulla sofferenza».
Ieri poi è arrivata la presa di posizione del vescovo Egger: «La rana crocifissa ha stupito tanti visitatori del Museion e li ha feriti nei loro sentimenti religiosi. Anche se l'autore e il Museion non hanno avuto questo scopo, esiste il diritto che i propri sentimenti religiosi vengano rispettati. Oggi i simboli della fede cristiana vengono spesso disprezzati. Oggi giorno però è fondamentale il rispetto per i simboli e i sentimenti religiosi. Una mostra di opere simili non aiuta la pace tra le culture e le religioni».
Severo il presidente Durnwalder: «Una mancanza di rispetto. L'artista non deve essere del tutto a posto, se concepisce un'opera così». Il governatore Svp Luis Durnwalder ha
proposto la rimozione dell'opera: "Si tratta - ha detto - di una offesa". E soprattutto ha criticato la collocazione così centrale. Ma l'assessore Sabina Kasslatter Mur, che pure parla di «provocazione» ricorda che questa è esattamente la prerogativa dell'arte. La direttrice Corinne Diserens nel discorso inaugurale ha rivendicato la missione del Museion di effettuare scelte coraggiose.
E così Lampis: «In qualsiasi evento di arte contemporanea incontri opere, più o meno forti, sulla religione. Fa parte della vita delle persone, è normale che entri come ingrediente dell'arte. La società si sta abituando ad avere una ipersensibilità su certi temi, ma nessuno può sentirsi offeso da un'opera». Tra le voci contro, Alessandro Urzì, presidente di An: «L'arte può considerarsi immune dalla legge? Il vilipendio della religione e la blasfemia possono ottenere deroghe se esercitati in contesto artistico?». Reazioni corali dalla destra tedesca agi Schützen, con l'Ufs che chiede le dimissioni dell'assessore Kasslatter Mur. Alberto Berger (Unione cristiana imprenditori dirigenti) chiede al sindaco di intervenire perché la scultura venga «rimossa per riesporla eventualmente in un corretto contesto, con l'adeguata spiegazione sul travaglio dell'autore».
E il Museo ha deciso di lasciare l'opera esposta lì, nell'atrio, ma con dei tabelloni che le verranno affiancati e daranno spiegazione del significato origirnario dell'opera.
Il caso è arrivato anche all'attenzione dei vertici ecclesiastici. Il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, ha parlato di un'opera che «offende il sentimento religioso di gran parte del popolo italiano» e ha detto che «non è possibile che questo episodio passi sotto silenzio». Secondo Betori, più in generale, «il mondo dell'arte ha perso il dialogo con il mondo religioso».
Anche il Comitato esecutivo del Consiglio pastorale diocesano di Bolzano ha preso posizione dicendo di ritenere la rana crocifissa «offensiva e umiliante». «L'arte ha bisogno del suo spazio ed è giusto che lo abbia - afferma il Comitato in un comunicato -. L'arte moderna è di per sè provocatoria. Questo, però non deve diventare un pretesto per ferire i sentimenti religiosi della persona, rendendo ridicola la croce, che è un simbolo importante per i cristiani. Il Consiglio auspica quindi, che il Museion diventi un luogo in cui arte, cultura e religione possano dialogare in modo costruttivo e rispettoso».
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e se fosse stato il Corano al centro di questa arte cosa sarebbe successo?
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