Costano di più però se uno ci crede davvero può riuscire a trovare il modo di acquistare questi prodotti anche direttamente dai coltivatori o nei piccoli negozi di quartiere (ovviamente prodotti di stagione e di provenienza a "filiera corta").
In questo modo si riesce anche a ridurre notevolmente i rifiuti "killer" dell'ambiente (plastica & C.).
In parte. per usare il termine Bio devono avere delle certificazioni, ma spesso si tratta di certificazioni minime, basta che l'azienda rispetti le norme ambientali. Diciamo che più sei "bio", più certificazioni hai. Per i cibi però non so quali siano le leggi in merito.
Queste cose hanno già ricevuto una risposta da altre persone, per cui non mi dilungo: volevo solo segnalare, come ho detto in un post precedente, quello che avviene: le cause per cui proviamo interesse vengono supportate, quelle che non capiamo ridicolizzate.
I discorsi sulle piante, l'ignoranza sui metodi di produzione di latte e uova; sono l'equivalente degli anti-matrimoni gay che dicono che "ci sono cose più urgenti" e "se legalizziamo i matrimoni omo, poi la gente vorrà sposare i propri cani".
Io non discuto che ci siano persone che "applicano" il veganesimo in maniera sbagliata: fra i problemi c'è sicuramente quello di imporlo ai bambini (che possono essere tranquillamente vegetariani, fra l'altro - in india un sacco di gente lo è per questioni religiose, quindi non mangia mai carne nel corso della propria vita). C'è il problema di chi lo fa per moda senza capire un cazzo, e magari rompe pure i coglioni agli altri. C'è il problema di chi diventa violento.
Questo non ci autorizza a banalizzare le scelte che altre persone fanno.
PS: riguardo a quello che diceva Illusione, ovvero perché non mangiare semplicemente latticini e uova "sicuri": alcuni vegani che conosco lo fanno - una coppia di miei conoscenti in particolare, comprano ogni tanto formaggio da un allevatore loro amico che usa metodi etici d'allevamento. Penso che informandosi questo tipo di prodotti si riescano a reperire. Il problema più grosso sono tutti i vari prodotti che contengono uova e latticini, che sono una miriade... e penso che molto pochi contengano latte/uova da allevamenti etici, e non parlo solo di quelli industriali.
Ecco appunto, come pensavo. La scelta di questi tuoi conoscenti, infatti, mi sembra coerente con le motivazioni sottostanti l’idea vegana. Quelli del “no, a priori” forse sono semplicemente modaioli come dice imok, compiono una scelta vegana senza informarsi e senza delle vere motivazioni. I prodotti vegani confezionati sono pochi e costosi, è vero, però se si è aperti alla possibilità di acquistare derivati animali da allevatori di cui si conoscono i metodi, si possono sopperire alcune mancanze dei supermercati producendosi in casa diversi alimenti (e, alla fine, credo sia quello che fanno i veri vegani, autoprodurre la maggior parte di ciò che consumano).
PS: condivido anche il resto del post di Layne. Si dovrebbe evitare di criticare l’estremismo se poi lo si applica.
Perdonami @Layne S., ma io non ho ridicolizzato la scelta di essere vegani. Ponevo domande e, perchè no, "provocazioni" inerenti all'argomento visto che, non essendo una persona colta e sapiente, non sapevo per quale motivo, secondo l'alimentazione vegana, derivati animali quali latte e formaggio non possano essere consumati .
Non mi sono effettivamente mai informata sulla cosa perchè in realtà non mi interessa cosa mangiano gli altri. Non ho ridicolizzato nessuno tanto che ho ripetuto più volte che la scelta va rispettata, ho seguito le argomentazioni altrui e ho risposto per come penso e in base a quel che conosco e anche a quel che non conosco. Poi sul paragonare il mangiare vegano ai diritti umani, non concordo. Mangiare vegano è una scelta che, se manifestata civilmente non lede nessuno, mentre accanirsi contro i diritti dei gay è un'altra storia a parer mio.
L'essere vegano può essere una scelta etica corretta, credo che però ci siano sistemi alternativi, come anche tu hai scritto parlando dell'allevamento etico. Quindi sostengo che, se sento dire a una persona che è vegana perchè si trova bene con questo tipo di nutrizione mi sta bene, ma sentirmi aggredire da qualcuno perchè ho uno stile diverso, non lo trovo corretto. Tanto più che spero di intraprendere, prima o poi, una carriera che vedrà i vegani come clienti principali
In tutto ciò non volevo polemizzare, ma ci tenevo a rispondere visto che mi hai citata
Purtroppo le ideologie, quando diventano estreme, diventano anche preoccupanti.
A leggere il tuo post mi viene in mente l'esempio del Dott. Ciro Vestita, che è "onnipresente" in TV con i suoi consigli sull'alimentazione. Io ne vedo davvero poca di televisione, ma ogni volta lo becco.
Lui è diventato, se non ricordo male, proprio vegano, ma solo dopo esser entrato in un mattatoio. L'ha raccontato più volte in varie trasmissioni, eppure mai si sognerebbe di dire agli altri di non mangiare carne o pesce. Anzi!
Ma la sua è stata una scelta personale e dettata da un motivo preciso, di certo non da una moda.
Non hai capito quello che ho detto: l'esempio del matrimonio per i gay è per portare l'esempio di un'altra "causa" che viene screditata con il qualunquismo e le affermazioni ridicoli.
Dire "sono contro i matrimoni gay perché se li approvano poi la gente vorrà sposarsi con cani, gatti e mucche" è un'argomentazione insensata e volta a ridicolizzare il problema, dato che in ogni caso un animale non è una persona giuridica che può contrarre matrimonio.
Dire che "sì ma anche le piante soffrono" (in relazione all'alimentazione vegana) è una stupidaggine analoga, visto che le piante non hanno sistema nervoso centrale. E giuro che basterebbe informarsi proprio un minimo. Prima che qualcuno abbia la geniale idea di dire che "sì ma tu che ne sai, anche le piante magari soffrono ma non possono strillare": gli scienziati hanno stabilito una serie di criteri per giudicare il livello di coscienza degli animali (e uno dei criteri include proprio la percezione del dolore) - ci sono enormi differenze fra una specie e l'altra, e nessuno dei criteri diagnostici sono lontanamente applicabili alle piante.
Il problema delle idee, o ideologia, o movimenti culturali, o correnti, insomma come volete chiamarli voi, è che sono costituite da persone.
Ci sono persone che sanno di cosa parlano, sanno in cosa credono e sono abbastanza mature da sapere anche come si sta al mondo.
Poi c'è il resto.
Gente che magari segue una corrente di pensiero senza sapere a fondo cosa dice, limitandosi a concetti base, all'abc, e automaticamente non tollerano tutto quello che non è il loro credo, pensando di prevalicarlo.
Dei cazzo di fomentati mossi dal continuo bisogno di dover seguire qualcosa o qualcuno tanto da non dover sentire il bisogno di rispettare quello che ti sta attorno.
Non è per gettare polemica inutile, ma il criterio della "sofferenza" è sensato? Voglio dire, si parla di rispettare la vita ma poi la si rispetta solo nel caso in cui l'essere vivente possa provare dolore.
Sembra essere una discriminante fondamentale per decidere cosa si può eliminare e cosa no. Gli animali soffrono? Allora non puoi ucciderli.
Le piante soffrono? Bene, mangiamole tranquillamente.
Qual è il criterio dietro questa scelta? Le piante fanno parte della natura e andrebbero rispettate tanto quanto gli animali.
Ovviamente devo mangiare, quindi mi tocca scegliere qualcosa, però è comunque una scelta di comodo.
Io non discrimino, mangio tutto.