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Attacco a Parigi

  1. #31
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Gli occidentali pagano lo scotto di una politica estera scriteriata, a cominciare dalla guerra contro l'Afghanistan, passando per i massacri israeliani a Gaza, per concludere con la frettolosa eliminazione di Gheddafi.

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  2. #32
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 34 anni da Padova
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    Ma adesso che si fa? Non sono razzista e non lo sono mai stata ma non si può andare avanti così. L'Italia insieme agli altri stati dovrebbe combattere l'isis e la guerra in siria. Queste persone più si aspetta e più si rafforzano. Quella di ieri notte è stata una cosa impensabile. Sette attacchi. Sette attacchi a "caso", fatti in ristoranti, nelle strade, a persone innocenti. Non si può aspettare più.
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  3. #33
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Quote Originariamente inviata da P S Y C H O Visualizza il messaggio
    Gli occidentali pagano lo scotto di una politica estera scriteriata, a cominciare dalla guerra contro l'Afghanistan, passando per i massacri israeliani a Gaza, per concludere con la frettolosa eliminazione di Gheddafi.
    Ma sì, certo, portiamogli dei mazzi di fiori, dopo che anche anni prima dell'11 settembre non avevano comunque mai avuto parole dolci nei nostri confronti...

    L'eliminazione di Gheddafi non sarebbe stata un problema così grosso, di per sè. Anzi, considerato gli sgarri che ha fatto a noi italiani nel corso dei decenni, abbiamo fatto trascorrere fin troppo tempo, prima di dargli quel che meritava. Il vero problema è stata la gestione successiva...Paesi come quelli andrebbero controllati con molta più severità, finchè non emerge una fazione sufficientemente forte per governare.

    Insomma: per quanto le guerre possano non essere soluzioni auspicabili, nel momento in cui si decide di cominciarne una, VA PORTATA A TERMINE, con rigore e decisione.
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  4. #34
    Minima Immoralia lunantica
    Donna
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    Io certi commenti non li posso leggere, non li voglio leggere. Facendo così state facendo il loro gioco, non si può inneggiare alla guerra.
    La guerra non ha vinti e vincitori, non tra i civili. La guerra ha dolore, sofferenza, traumi, morti, povertà. La guerra è la fine di tutto, e non si cerca MAI la pace tramite la guerra, la guerra si fa per soldi, per ristabilire gli equilibri economici - in questo caso se fatta all'Europa - mondiali. E ne siamo tutti pedine, tutti.
    Io poi non sono nessuno, ma c'è chi ne ha scritto in merito molto meglio di me:

    Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni cosi, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c’è più.
    Il 10 settembre 2001 per me, e son certo non solo per me, fu un giorno di questo tipo: un giorno di cui non ricordo assolutamente nulla. So che ero ad Orsigna, l’estate era finita, la famiglia s’era di nuovo sbrancata in tutte le direzioni ed io probabilmente preparavo vestiti e carte per tornare in India a svernare.
    Pensavo di partire dopo il mio compleanno, ma non contavo i giorni e quel 10 settembre 2001 passò senza che me ne accorgessi, come non fosse nemmeno stato nel calendario. Peccato. Perché per me, per tutti noi – anche per quelli che ancora oggi si rifiutano di crederlo -, quel giorno fu particolarissimo, uno di cui avremmo dovuto, coscientemente, gustare ogni momento. Fu l’ultimo della nostra vita di prima: prima dell’11 settembre, delle Torri Gemelle, della nuova barbarie, della limitazione delle nostre libertà, prima della grande intolleranza, della guerra tecnologica, dei massacri di prigionieri e di civili innocenti, prima della grande ipocrisia, del conformismo, dell’indifferenza o, peggio ancora, della rabbia meschina e dell’orgoglio malriposto; l’ultimo giorno prima che la nostra fantasia in volo verso più amore, più fratellanza, più spirito, più gioia venisse dirottata verso più odio, più discriminazione, più materia, più dolore.
    Lo so: apparentemente poco o nulla è cambiato nella nostra vita. La sveglia suona alla stessa ora, si fa lo stesso lavoro, nello scompartimento del treno squillano sempre i telefonini ed i giornali continuano ad uscire ogni giorno con la loro dose di mezze bugie e mezze verità. Ma è un’illusione, l’illusione di quel momento di silenzio che c’è fra il vedere una grande esplosione in lontananza ed il sentirne poi il botto. L’esplosione c’è stata: enorme, spaventosa. Il botto ci raggiungerà, ci assorderà. Potrebbe anche spazzarci via. Meglio prepararsi in tempo, riflettere prima che si debba correre, anche solo figurativamente, a cercare di salvare i bambini o a prendere qualche ultima cosa da mettere in borsa.
    Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere nonnale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna.
    ***
    Tiziano Terzani, Lettere contro la guerraIl mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l’occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l’occasione per reinventarci il futuro e non rifase il cammino che ci ha portato all’oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell’umanità è stata in gioco.
    Non c’è niente di più pericoloso in una guerra – e noi ci stiamo entrando – che sottovalutare il proprio avversario, ignorare la sua logica e, tanto per negargli ogni possibile ragione, definirlo un «pazzo».
    ***
    Tiziano Terzani, Lettere contro la guerraPer Bin Laden e la sua gente quello delle armi non è un mestiere, è una missione che ha radici nella fede acquisita nell’ottusità delle scuole coraniche, ma soprattutto nel profondo senso di scacco e di impotenza, nell’umiliazione di una civiltà – quella musulmana – un tempo grande e temuta, che si vede ora sempre più marginalizzata e offesa dallo strapotere e dall’arroganza dell’Occidente.
    ***
    Tiziano Terzani, Lettere contro la guerraMi piace essere in un corpo che ormai invecchia. Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli, tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell’Himalaya, sperando di trovare in queste altezze le risposte che sfuggivano loro restando nelle pianure. Continuano a venire.
    ***
    Tiziano Terzani, Lettere contro la guerraA volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d’impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinanzi al mondo moderno è dovuto al fatto che esso appare loro così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo in cui non si può mettere le mani, un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di tutti.
    ***
    Tiziano Terzani, Lettere contro la guerraVogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l’affronteremo dopo. O vogliamo, prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l’economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile?
    «In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci», si dice. «Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?» rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione.

  5. #35
    Pesciolino nell'acquario. Half shadow
    Uomo 35 anni
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    La mia è solo una sensazione, ma presumo che Milano sarà la prossima.

  6. #36
    Can che dorme Wolverine
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    Praticamente Terzani, come altri, ci condanna per aver "osato" reagire alla minaccia culturale e armata musulmana. Complimenti al buon Tiziano, non c'è che dire Mi mancava il classico "porgi l'altra guancia".
    Non si tratta di "inneggiare alla guerra", LO STANNO GIÁ FACENDO LORO, nel caso non te ne sia accorta. Si tratta solo di capire che questa guerra purtroppo esiste, e che il presentarci davanti ai loro fucili con un mazzo di fiori in mano NON RISOLVE LA SITUAZIONE.


    P.S.: No, non sono cristiano e rifiuto il concetto di "perdono a tutti i costi" tipico di quel pensiero. Per quel che mi riguarda è un "abominio" che funzionerebbe soltanto se tutti 6, 7 miliardi quanti siamo la pensassimo così. Dato che è ovviamente utopico immaginare una cosa del genere...bè...allora personalmente lo accantono. Se qualcuno mi fa del male, intendo VERAMENTE del male, se posso glielo restituisco per bene, se non posso, di certo comunque non lo perdono.
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  7. #37
    Minima Immoralia lunantica
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    Praticamente Terzani, come altri, ci condanna per aver "osato" reagire alla minaccia culturale e armata musulmana. Complimenti al buon Tiziano, non c'è che dire Mi mancava il classico "porgi l'altra guancia".
    Non si tratta di "inneggiare alla guerra", LO STANNO GIÁ FACENDO LORO, nel caso non te ne sia accorta. Si tratta solo di capire che questa guerra purtroppo esiste, e che il presentarci davanti ai loro fucili con un mazzo di fiori in mano NON RISOLVE LA SITUAZIONE.


    P.S.: No, non sono cristiano e rifiuto il concetto di "perdono a tutti i costi" tipico di quel pensiero. Per quel che mi riguarda è un "abominio" che funzionerebbe soltanto se tutti 6, 7 miliardi quanti siamo la pensassimo così. Dato che è ovviamente utopico immaginare una cosa del genere...bè...allora personalmente lo accantono. Se qualcuno mi fa del male, intendo VERAMENTE del male, se posso glielo restituisco per bene, se non posso, di certo comunque non lo perdono.
    Tu continui a non capire. Fattela una risata quando la tua casa crollerà, resterai magari orfano e simili, mi raccomando. Intanto del tuo Paese, e della tua vita, distrutti, non importerà un cazzo a quelli che con la tua distruzione hanno fatto milioni. Come non è importato agli occidentali che hanno fatto milioni con le morti e le distruzioni in quei Paesi.
    Poi magari la rabbia e l'impotenza per aver visto crepare, violentare, distruggere amici, parenti, familiari li genererà QUI i terroristi, che andranno a colpire chi li ha rovinati. E lì ci sarà lo sdegno di quelli come te, i "coraggiosi" e gli "indignati".
    E così via. Finchè magari una bella arma chimica o atomica non ci spazzerà via tutti una volta per tutte.
    Le tue si che sono soluzioni intelligenti, infatti si vede dove hanno portato e dove continuano a portare da millenni.
    In tutto il mondo ci sono posti dove la gente continua OGNI GIORNO a morire per la guerra, mentre tu te ne stai col culo al caldo a dire che si, è giusto non subire (e infatti, è giusto) e la soluzione (genialata) è fare la guerra. E quelli che con quelle guerre si stanno arricchendo stanno col culo ancora più al caldo del tuo.
    Fate una bella cosa, le guerre andatele a fare tra di voi, va.
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  8. #38
    Overdose da FdT Jamila
    Donna 34 anni da Padova
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    Lunatica, ma questi attacchi non sono forse la guerra? Dobbiamo aspettare che ci bombardino perchè li abbiamo guardati male? Perchè è di questo che si sta parlando. Non dico di bombardare la Siria, dico che l'europa e gli stati uniti alzino il culo (perchè diciamocelo, finchè a loro non accadrà qualcosa con cavolo che il culo lo alzeranno) e mandino l'esercito a combattere contro isis e fondamentalisti. Lasciare che le cose "accadano" semplicemente non è la scelta giusta.

  9. #39
    Il bello. alfio61
    Uomo 29 anni
    Iscrizione: 11/8/2014
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    Qui non si parla di voler fare guerra per rispondere alla violenza ma non si può porgere l'altra guancia e far finta di nulla perché daresti un segnale sbagliatissimo al nemico, quello di resa. La questione é semplice :Si vis pacem, para bellum.
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  10. #40
    Minima Immoralia lunantica
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    Iscrizione: 17/10/2014
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    Infatti non si parla di passività, il commento di wolverine era del tutto fuori luogo, mi spiace. Si parla di consapevolezza.

    Consapevolezza di cosa? ad esempio che

    1) la guerra si fa per soldi, non per senso di giustizia. Questo oramai a momenti lo sanno anche i bambini.

    2) non si può pretendere che il discorso riguardi sempre gli altri, che i cattivi siano sempre gli altri. Le guerre le alimentiamo anche NOI, anche in Italia, con le ditte che producono mezzi da guerra o quant'altro. Basta chiudere gli occhi e indignarci solo quando tocca noi! Questo diceva Terzani, ma cosa credete, che produrre armi per distruggere gli altri sia un bene, o cmq una cosa da tollerare, ma quando le armi vengano usate contro di NOI allora no cazzo, è vergognoso...come lo si può considerare un simile atteggiamento mentale?

    Il punto è che noi chiudiamo gli occhi su tante cose perché, come tra le altre cose scriveva Terzani, ci hanno inculcato che "il mondo va così" che tanto "non si può fare nulla" etcetc. Perfette pedine. E infatti succede questo, il mondo va così e noi veniamo manovrati, ma almeno capire di esserlo è un primo passo che molti fanno...ma molti a quanto pare ancora no.

    Poi cosa c'è da fare ora? Temo che la reazione sia innestata e sia tardi, di sicuro io non auspico una guerra, e non perché sono codarda. Ma perché non sono cogliona.

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