Originariamente inviata da
Abel Balbo
Il problema che mi pongo io non sono i posti di lavoro "rubati", che poi spesso sono lavori che nessuno vuol fare, tipo badanti, raccoglitori di pomodori, etc. E' invece che ci ritroviamo nel nostro contesto, che non è di vivere nella capanna e di lavarci (più o meno) al fiume, a convivere con gente che vive accampata sotto i ponti del Tevere e che si lava alla fontanella sul marciapiede. Un paese civile, se immigrazione vuole che ci sia, deve garantire ai nuovi arrivati un tenore di vita minimo alla stregua del nostro. Serve raccogliere i cocomeri? quante braccia servono? Si importano sapendo già che avranno un tetto e una doccia.
Invece si accettano questi arrivi alla spicciolata, permettendo questi viaggi del cavolo, cosa molto grave si incentiva il traffico mafioso dei clandestini, un mercato che renderà più della cocaina, ben sapendo che una volta arrivati la loro intenzione è di sgattaiolare dai controlli per iniziare tutto un percorso di clandestinità stile quello romantico da te raccontato.
Non va bene così. Non fai il bene di nessuno. Inneschi i processi di insofferenza e odio che leggi in questo post perché questa gente poi è così tanta e disoccupata e malmessa da diventare fastidiosa e nel contempo non aiuti loro, dove per loro non intendo quei 4 che sono sbarcati, ma gli ennemila che sono rimasti a casa loro.
Tu ti fai commuovere, io ne faccio una questione di principio, senza la quale, con la filosofia del "volemose bene" senza alcuna programmazione, non si arriverà mai a capo di nulla.