Filippine, Unicef in aiuto di 43 mila bambini
Washi si sta abbattendo sul sud dell'arcipelago. Pioggia ininterrotta da 24 ore, migliaia gli sfollati
ROMA - L'Unicef si sta preparando a rispondere alle esigenze dei circa 43.000 bambini colpiti dalla tempesta tropicale Washi, che ha causato gravi inondazioni a Mindanao, nelle Filippine; 14.000 bambini sono stati già trasferiti nei centri di evacuazione. L'organizzazione delle Nazioni Unite, in collaborazione con il Governo filippino e le altre agenzie umanitarie partner, effettuerà nei prossimi due giorni a Cagayan de Oro missioni di monitoraggio sulla situazione e sui bisogni delle persone colpite e degli sfollati. L'Unicef sta predisponendo aiuti - dalle città di Manila e Cotabato - da inviare nelle zone colpite, che comprendono: 388 kit idrici, 40.000 tavolette per potabilizzare l'acqua, 3.683 contenitori per l'acqua, 7.000 kit igienici, incerate e teloni per ripari temporanei, 31 scatoloni di alimenti terapeutici, vitamina A per mamme e neonati, 365 kit didattici e 76 kit ricreativi.
NAPOLITANO, SOLIDARIETA' PER IMMANE DISASTRO - ''Solidarieta' alle vittime dell'immane disastro che ha colpito il popolo filippino'', e' stata espressa dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel corso del tradizionale saluto agli ambasciatori al Quirinale.
"Ho appreso con emozione e dolore le tragiche notizie relative alle disastrose inondazioni che hanno colpito le province meridionali delle Filippine, provocando un pesantissimo bilancio di vittime e danni di enorme gravità". E' quanto scrive in un messaggio di cordoglio inviato al Presidente della Repubblica delle Filippine, Benigno Aquino III, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Desidero in questa luttuosa circostanza - si legge ancora nel messaggio - farle pervenire, a nome dell'Italia tutta e mio personale, i sensi della più sincera e affettuosa vicinanza dell'Italia al suo paese, al quale va il nostro cordoglio più sincero, e a tutte le famiglie provate da un tale immane disastro".
TEMPESTA FILIPPINE OLTRE 600 MORTI - Il tifone Washi che ha devastato il sud delle Filippine lascia dietro se' morte e distruzione. Con un bilancio che si aggrava di ora in ora: oltre 650 morti, piu' di 800 dispersi e 35 mila sfollati sono i numeri - in costante aumento - della Croce Rossa che 'fotografa' l'emergenza, anche umanitaria, mentre si continua a scavare nel fango per cercare di salvare vite. Una tragedia ricordata oggi anche dal Papa che, durante l'Angelus, ha assicurato la propria ''vicinanza alle popolazioni colpite''.
''Prego per le vittime, in gran parte bambini, per i senzatetto e i numerosi dispersi'', ha detto Benedetto XVI. La tempesta ha colpito ieri il sud del paese, ed in particolare l'isola di Mindanao, con violentissime raffiche di vento. Ma a causare i maggiori danni sono state soprattutto le piogge torrenziali che si sono abbattute nelle zone delle citta' di Cagayan de Oro e Iligan, creando frane, smottamenti ed esondazioni improvvise dei corsi d'acqua che hanno travolto villaggi, case e persone, spazzati verso il mare. Le immagini che rimbalzano dall'isola mostrano scenari di devastazione: case distrutte, corpi, cumuli di macerie, auto, strade interrotte, comunicazioni paralizzate, emergenza idrica e blackout elettrici mentre gli obitori e le strutture di raccolta delle vittime sono ormai al collasso. Oltre 20 mila soldati sono impegnati nei soccorsi in una frenetica corsa contro il tempo per salvare ancora persone rimaste intrappolate sotto la coltre di fango che ha sepolto interi villaggi.
Le Filippine sono interessate ogni anno da una ventina di tempeste tropicali, ma l'isola di Mindanao è solitamente meno colpita. Un elemento quest'ultimo che, probabilmente, ha indotto molti residenti a sottovalutare la violenza di Washi. ''Si tratta della prima volta che la zona'' e' colpita da un episodio cosi' tragico, ha ricordato Vicente Emano, sindaco di Cagayan de Oro, spiegando - in un'intervista alla radio - che i funzionari di zona non hanno ricevuto un adeguato preavviso prima dell'arrivo del tifone. Una polemica che pero' la protezione civile locale rinvia al mittente sottolineando che erano state fornite adeguate avvertenze, non solo alle autorita' locali ma anche ai residenti
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