Originariamente inviata da
P S Y C H O
Tu stai bocciando la VAR a favore del sistema precedente basato sul "tanto alla fine tutto si equilibra" e sul "volemoce bene", perché vuoi difendere gli innumerevoli favori ricevuti nel corso dei decenni dalla tua squadra!
Se non fossi interessato nella tua frettolosa bocciatura della VAR, che indiscutibilmente sta presentando più di un intoppo, diresti come dico io che siamo in una fase sperimentale e useresti le tue critiche nell'intendo di perfezionare la VAR piuttosto che di bocciarla a prescindere.
Quando poi dici: " l'inutilità di un mezzo tecnologico che si, riduce un pò il numero degli errori... ma di fatto non risolve nulla" ti contraddici da solo, perché se riduce anche di poco il numero di errori, non è vero che non risolve nulla, semmai risolve un poco e si deve lavorare per far diventare quel poco di più.
Per esempio se l'arbitro di VAR non vede una cosa evidente che vedono tutti tranne lui, sarebbe bene che ne rispondesse in modo concreto, sia che lo abbia fatto per incompetenza che per malafede, in tutti i casi ne deve rispondere. Invece continuiamo a vedere arbitri che prendono delle topiche spaventose e la settimana dopo li designano per arbitrare, magari una partita clou. Son queste cose - che con la VAR c'entrano ben poco - che alimentano la malafede!
Inoltre - lo abbiam detto in tanti - è assurdo che la squadra o il calciatore che si sente penalizzato non possa chiedere l'intervento della VAR, anzi se lo fa si prende addirittura un'ammonizione. Che si dia modo di richiedere la VAR a chi si sente penalizzato almeno per un numero limitato di volte nel corso di una partita.
Comunque io da quando c'è la VAR, con tutti gli inconvenienti che possono accadere, compreso l'enigma del comportamento di Orsato in Roma-Inter, mi sento più tranquillo e più tutelato nella mia veste di tifoso.
Se Orsato lo avessero sospeso per un paio di mesi, mi sentirei ancora più tutelato.
Poi se l'errore accade comunque, lo prendo come sfiga, al pari di una palla che prende il palo e torna in campo anziché entrare in porta o il crociato del mio beniamino che salta.