meglio così però:
m scappa una miscela detonante di ammoniaca, metano, biossido di carbonio, acido sulfidrico, acido butirrico e solfato di carbonile
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meglio così però:
m scappa una miscela detonante di ammoniaca, metano, biossido di carbonio, acido sulfidrico, acido butirrico e solfato di carbonile
cm desideri... ricorda xò che nn sarebbe esatto chimicamente :lol:
premessa:
Reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da due a dieci volte l’imposta evasa, in ogni caso non meno di 15 milioni di vecchie lire, è la pena prevista dall’articolo 41 del Testo Unico per chi fabbrica clandestinamente alcol o bevande alcoliche.
Per farsi la ‘grappa in casa’ insomma, bisogna tener conto della legge, che prevede una serie di autorizzazioni fiscali, controlli e tasse da pagare.
L’iter è essenzialmente questo:
1- presentazione della domanda di autorizzazione ad istituire un deposito fiscale presso l’Ufficio tecnico di finanza competente per il territorio (Utf)
2- verifica dei funzionari dell’Utf che tutto quanto dichiarato nella domanda di autorizzazione corrisponda al vero, redazione del verbale e notifica dell’eventuale multa al richiedente
3- rilascio della licenza a distillare, e pagamento da parte del richiedente di circa 250 euro come ‘diritto annuale’ a produrre.
Nella domanda di autorizzazione devono essere fornite informazioni precise che potranno essere sottoposte a controlli della Guardia di Finanza. Tra le tante, vanno specificate la quantità di grappa che si vuole produrre, la planimetria dei locali dove si svolgeranno le operazioni e la capacità di produzione degli alambicchi.
Ma non è finita qui.
Chi vuole distillare acquavite da sé deve stendere un piano mensile delle attività da trasmettere all’Ufficio tecnico di finanza, e comunicare l’avvio delle operazioni cinque giorni prima dell’inizio effettivo.
Nel piano mensile vanno descritti, tra l’altro: il metodo di distillazione, le materie prime utilizzate, gli orari, i luoghi di produzione. Tutti dati passibili di ulteriori controlli.
Il ‘distillatore casalingo’ deve poi tenere un registro della quantità e qualità di acquavite prodotta, e comunicare i dati all’Utf che in base ad essi calcolerà la tassa prevista per legge dall’articolo 2 del Testo Unico.
Complesso e costoso?
Di sicuro è più semplice dedicarsi agli infusi, dove l’acol non viene prodotto ma viene aggiunto in fase preparatoria e acquistato già tassato.
La fase più importante per la produzione della grappa è la distillazione.
Nella vinaccia sono presenti numerosi componenti volatili di cui quantitativamente, i più importanti sono l'acqua e l'alcol.
La distillazione è quell'operazione fisica con la quale si separano alcune sostanze che sono trasformate in vapore per essere poi ricondensate. L'operazione viene compiuta tramite il calore, con il quale si vaporizzano i liquidi, ed il freddo, che li ricondensa.
A pressione atmosferica, l'acqua bolle a 100°C, mentre l'alcol etilico bolle a 78.4°C; la conseguenza è che i vapori sprigionati dalla miscela in ebollizione contengono più alcol della miscela stessa.
Una miscela con circa il 95% di alcol ed il 5% di acqua ( miscela azeotropica ), bolle a temperatura inferiore a quella dell'alcol. Quindi, saranno i vapori di questa composizione a sprigionarsi per primi con la conseguenza che per distillazione non si può ottenere una gradazione alcolica superiore a 95°C.
Ne deriva che quando tutto l'alcol si sarà trasformato in vapore e sarà ricondensato, nella caldaia ci sarà ancora acqua. Il distillato quindi avrà un grado alcolico superiore a quello della miscela che l'ha originato.
Il punto di ebollizione di una miscela idroalcolica è intermedio rispetto a quello dell'acqua e dell'alcol e sarà tanto più vicino a quello di quest'ultimo quanto maggiore sarà la ricchezza alcolica della miscela. La temperatura di ebollizione di una soluzione idroalcolica a composizione costante, si alzerà man mano che questa perderà alcol.
In questa fase, inoltre, è importante concentrare al massimo i vapori alcolici prima di condensarli, in modo da ridurre il numero delle distillazioni che servono per ottenere un prodotto di una certa gradazione alcolica. Per fare ciò si usa un deflemmatore.
Esso, sostanzialmente, è un sistema di raffreddamento posto sulla sommità del distillatore, e storicamente ha avuto svariate forme che vanno dalla lente, alla sfera oppure semplicemente costituito da un serpentino.
Il fenomeno fisico che sfrutta questo apparecchio è la differenza di temperatura di ebollizione tra l'acqua e l'alcol.
In particolare al raggiungimento di una certa temperatura si formano i vapori che iniziano il loro moto ascensionale nella caldaia, e quando arrivano a contatto della parte superiore ancora fredda, si condensano e ricadono nella massa sottostante ;
però tra i vapori si condenserà molta più acqua che non alcol, per cui essi quando usciranno dal distillatore avranno una gradazione alcolica superiore ai vapori che si erano formati in caldaia.
Questo fenomeno avverrebbe lo stesso anche senza il deflemmatore, ma solo nei momenti iniziali; poiché, proseguendo nella distillazione, l'elmo della caldaia si riscalderebbe in maniera eccessiva e non si riuscirebbe più a condensare i vapori alcolici come precedentemente.
Quest'apparecchiatura è talmente importante negli impianti industriali, che i vapori che escono dal distillatore raggiungono anche i 95° alcolici, e quindi, non necessitano di una seconda distillazione.
Nelle lavorazioni artigianali invece, non occorre arrivare a queste concentrazioni, poiché l'obiettivo è di arrivare intorno ai 50-60°, e quindi il deflemmatore è semplicemente costituito da una tela umida che va a raffreddare il coperchio della caldaia.
Per misurare il grado alcolico si usa l'alcolometro.
Oltre al deflemmatore, l'apparecchiatura per eseguire la distillazione è costituita in generale da:
· la fonte di calore, che cede energia al liquido; per un lavorazione artigianale è costituita da un fornello a gas poiché consente di avere una buona regolazione della quantità di calore da erogare.
· la caldaia, che contiene il prodotto da distillare; questa dev'essere costruita in rame (con l'esclusione di questo metallo si possono avere gusti solforati) o in acciaio inox. Questo perché materiali quali il ferro e l'alluminio, non sono adatti in quanto sono facilmente aggrediti dagli acidi delle vinacce, e oltre ad avere una vita relativamente breve, correndosi, diventano difficilmente pulibili. Inoltre i residui che rimarrebbero attaccati alla parete potrebbero decomporsi sia durante il periodo di inattività dell'apparecchio sia durante la distillazione, producendo composti che possano alterare le caratteristiche organolettiche della grappa.
· il coperchio della caldaia, detto anche elmo; esso può essere piano (se su di esso si fa scorrere l'acqua per avere una migliore deflemmazione), a forma troncoconica o di pera. Quando non esiste altra forma di deflemmazione, è bene che l'elmo della caldaia abbia la più grande superficie possibile, in modo che i vapori siano costretti ad incontrarla e per la massima parte. Per la costruzione del coperchio, come per la caldaia è preferibile utilizzare il rame o l'acciaio inox.
· il collettore che unisce il coperchio della caldaia al refrigerante, detto anche collo di cigno; per costruirlo si utilizza maggiormente il rame, e in caso di assenza di deflemmatore, è opportuno che sia abbastanza sviluppato con un'ampia sezione all'attacco della caldaia, che via via va restringendosi arrivando al serpentino.
· il refrigerante che condensa i vapori prodotti; esso è composto dal serpentino e dal recipiente. Il serpentino costruito in rame, ha lunghezza e diametro in funzione della capacità della caldaia e della temperatura dell'acqua. Il recipiente che contiene il serpentino può anche essere di metallo diverso dal rame, ma non è consigliabile il legno poiché disperse male il calore e quindi porta a un maggior consumo di acqua.
Tutta questa attrezzatura, storicamente, prende il nome di alambicco, e si differenzia nettamente tra un tipo di processo continuo e uno discontinuo.
Nel primo caso la vinaccia entra continuamente dall'alto, incontra il vapore che la esaurisce privandola dei componenti volatili, e viene allontanata dall'apparecchio tramite una coclea. Questo tipo di distillatore è prettamente riservato ad una produzione industriale.
I distillatori discontinui, più comuni nelle piccole industrie e nella produzione artigianale, si dividono in :
· a vapore
· a bagno maria
· a fuoco diretto
La distillazione non darebbe luogo a molti problemi se nella vinaccia gli elementi volatili fossero esclusivamente acqua ed alcol. Invece questa materia prima contiene una moltitudine di elementi volatili che se passano nella grappa in quantità moderate, conferiscono tipicità e finezza, mentre se superano un certo limite la deprezzano e la rendono fisiologicamente dannosa.
La rettificazione è quell'operazione che permette di separare le sostanze volatili di pregio da quelle meno pregiate.
Mentre negli impianti industriali, formati da colonne a piatti, la rettificazione avviene in modo continuo, nella distillazione di tipo artigianale si esegue, invece, dividendo la grappa, in fase di distillazione, in tre frazioni: teste, corpo, code.
Le teste sono formate dalle sostanze volatili che hanno un punto di ebollizione inferiore a quello dell'alcol etilico. Nella distillazione discontinua rappresentano la prima frazione di liquido che esce dal refrigerante.
Con l'esatta separazione della frazione di testa si allontanano gran parte dell'alcol metilico e dell'acetato di etile, che in un distillato è il responsabile dell'odore acetoso.
Il corpo o cuore è formato dai composti che hanno un punto di ebollizione compreso tra 78.4 e 100°C.
Se non vi sono state alterazioni, questi composti non nuociono alla grappa, anzi fanno parte del suo bagaglio tipico.
Il corpo è la frazione centrale del processo di distillazione ed è la più importante perché contiene la maggior quantità di alcol etilico e la minor percentuale di sostanze indesiderate.
Nel corpo, oltre all'alcol etilico, sono presenti altri alcoli, esteri e l'isovaleraldeide.
Le code sono formate dai costituenti volatili che bollono oltre i 100°C e che si raccolgono nell'ultima parte del distillato.
Nella distillazione non si raggiungono mai queste temperature, ma molti di questi composti chimici sono abbastanza solubili nei vapori alcolici caldi ed in parte sono trascinati anche se non sono solubili negli stessi vapori.
Gli acidi, soprattutto l'acido acetico che conferisce un sapore pungente alla grappa, devono essere separati con molta attenzione perché sono in grado di arrivare nel distillato anche se nessuno di loro ha un punto di ebollizione inferiore ai 100°C.
Le code, quindi rappresentano la terza frazione di distillato. Già quando la temperatura di processo supera i 90°C, inizia l'inquinamento delle sostanze altobollenti, che sarà tanto più elevato quanto più violenta è l'ebollizione.
La grappa prodotta può avere una gradazione alcolica di 50- 60°C, e se non è destinata all'invecchiamento o se non la si vuole consumare con tale ricchezza alcolica, si effettua una riduzione del grado alcolico mediante taglio con acqua.
Esistono delle tabelle che indicano quanti litri d'acqua bisogna aggiungere alla grappa in esame per portarla alla gradazione desiderata.
Per esempio, per portare 100 litri di grappa da 40° a 55° si devono aggiungere 38.5 litri d'acqua.
Con la riduzione del grado alcolico, alcuni composti solubili in miscele ricche di alcol si insolubilizzano diventando facilmente separabili con una semplice filtrazione, o con una chiarificazione.
Tutto questo è un vantaggio per la stabilità della grappa nel tempo, perché si eliminano grandi quantità di acidi quali il miristico, il laurico, lo stearico, l'oleico, il linoleico, il linolenico ed i relativi esteri formati con l'alcol etilico, metilico e amilico e di acetale che s'idrolizza.
L'acqua che si aggiunge per ottenere la riduzione del grado alcolico non deve essere dura. Infatti, se contenesse sali poco solubili in ambiente alcolico, questi ne comprometterebbero la stabilità originando con facilità intorbidimenti e depositi.
La legge impone l'impiego di acqua distillata.
Quest'operazione, insieme alla refrigerazione ed alla filtrazione, serve per eliminare quei difetti del distillato, che si sono originati nel tempo per insolubilizzazione di vari componenti, i quali vanno ad intorbidire la grappa. Questa, inoltre, per vari motivi può presentare difetti che devono essere eliminati.
Per la chiarificazione s'impiegano prodotti organici o minerali che, dopo averli sospesi in acqua, s'introducono lentamente nel distillato ed hanno la proprietà di flocculare trascinando sul fondo le impurità presenti.
Il trattamento è molto efficace, ma bisogna tener presente che i prodotti usati asportano anche notevoli quantità di profumi, deprezzando la grappa trattata.
Questa fase ha lo scopo di favorire l'insolubilizzazione degli oli di flemma in modo da poterli separare mediante filtrazione.
La grappa viene portata ad una temperatura variabile tra i - 10°C ed i - 20°C per almeno 48 ore e poi si filtra con setti in grado di trattenere gli oli insolubilizzati.
Serve a rendere la grappa limpida trattenendo i flocculi di chiarificante che non sono precipitati ed altre sostanze sospese che accidentalmente possono essere presenti.
La filtrazione può essere eseguita con filtri a carta o con filtri a pressione che impiegano coadiuvanti di filtrazione oppure con strati filtranti preformati.
Per le piccole e medie produzioni si utilizzano filtri a pressione che impiegano strati filtranti.
In genere, per ottenere una buona qualità del filtrato, occorre utilizzare strati a media e bassa permeabilità.
Preferibilmente le bottiglie devono essere di vetro, poiché esso conserva nel miglior modo le caratteristiche organolettiche della grappa.
era solo mio intento mostrare cm s procede x distillare... ma a parte i costi x permessi, c sono le attrezzature... conosco gente che se l'è fatto artigianalmente... magari con l'aiuto d fabbri ma... s rischia anche d perder un dito o peggio... d esplodere... se volete fare i pazzi accomodatevi ma io v consiglio d prender alcol etilico a 95° e d crearvi voi il vostro liquore preferito... o semplicemente comprare un buon distillato e godervelo lentamente tra amici ;)
vai.. domani tutti ubriachi!! :lol:
fare la grappa è un casino.. so di un vecchietto che la faceva ma nn era grappa.. era alcool puro.. praticamente ha mandato a pu****e il fegato!!
è un casino sì se nn sei capace sopratt d togliere testa e coda... visto che in una c'è metanolo (diventi cieco nel migliore dei casi) e nell'altra schifezze...
poi se nn hai attrezzatura sono problemi... ma sopratt i permessi... le sanzioni sono pesantucce :roll:
meglio farsi il liquore partendo da alcool a 95° ;)
Oddio odddio oddddddio :050: me l'ero perso sto topic, Nico...
verrò a dare un'occhiata nei momeni di nostalgia + profonda :050:
non riesco a trovare niente che parli del Sale di Mohr :cry: help :cry:
il metanolo fa il fuoco invisibile evè?... mi fa un'impressione!
allora, il sale di Mohr è solfato di ferro e ammonio, sale doppio di ferro solfato e ammonio solfato, di formula [NH4]2[Fe][SO4]2·6H2O.
è preferito rispetto al Fe(II) solfato ai fini di una titolazione in quanto è meno influenzato dall'ossigeno atmosferico rispetto al Fe(II) solfato, le cui soluzioni tendono ad ossidarsi a Fe(III);
l'ossidazione di soluzioni di Fe(II) è molto pH-dipendente: avviene più velocemente ad alti valori di pH... gli ioni ammonio rendono le soluzioni del sale di Mohr leggermente acide, in modo da prevenire che questa ossidazione avvenga; l'equazione è la seguente:
4 Fe2+ + O2 + (4+2x) H2O ⇌ 2 Fe2O3*xH2O + 8 H+
la presenza di protoni mantiene questo equilibrio verso sinistra, la parte dove c'è Fe(II)...
spero d esserti stato d'aiuto... saluti
ooochéi... ora che sai che c'è passa qlche volta a trovarmi :lol: :kiss:
sì... il metanolo qnd brucia da fiamma pressoché invisibile... il perché è un po' complesso... app posso te lo scrivo bene e in modo capibile ;)
è una delle pericolosità del metanolo... x ciò s deve prestare MOOLTA attenzione... specie chi maneggia spesso... nn c devono mai esser fonti d calore vicine o cariche elettrostatiche... o qualsiasi cosa che possa provocare l'accensione d qst fetentone...
nn so se t è mai capitato d vedere gente a piccole gare d auto contorcersi xé un fuoco invisibile le stava bruciando... :|
sintesi (a scopo accademico) di alchil nitriti, usati cm vasodilatatori:
1° preparare un bagno di acqua/sale in cui mettere un becker adatto alla quantità di reagente d partenza prescelto per la sintesi
2° nel becker aggiungere alcool scelto (alcoli a catena corta, min 4 C) e una soluzione acquosa di NaNO2
3° sotto costante agitazione gocciolare lentamente, goccia a goccia, tenendo sotto controllo la temperatura, H2SO4 concentrato
4° dp qlche tempo s noterà una sospensione liquida, d densità minore rispetto all'alcol d partenza, corrispondente all'alchil nitrito
5° rimuovere per decantazione il prodotto desiderato
rxn coinvolte:
H2SO4 + 2 NaNO2 -> 2 HONO + Na2SO4
R-OH + HONO -> R-ONO2 + H2O
due domande.. una seria e una no:
1 (quella seria) rimuovere x decantazione significa fare come col vino nel decanter?
2 (quella "no") il NaNO2 uso pisolo e mammolo? :lol:
calo da solo un velo pietoso senza che nessuno me lo dica:090:
1) credo sia tipo decantazione del vino...
qll che intendo io è un metodo di separazione di un materiale eterogeneo che sfrutta la diversa densità dei suoi componenti... infatti l'alchil nitrito è meno denso della fase sottostante...
2) nessuno dei due nani... poveri! me li vuoi uccidere?! :x
NaNO2 chiamasi sodio nitrito... è un composto tossico, pericoloso per l'ambiente... è ben documentato che è causa di tumori al cervello, cancro al pancreas e al colon
s ottiene x reazione dei vapori nitrosi con carbonato di sodio acquoso...
* laboratorio di organica I:
separazione con imbuto separatore... regola base: orientare il gambo sotto cappa verso l'alto x far uscire i gas in tt sicurezza, avendo cura d tenere saldamente il tappo... sì, proprio! un mio amico a lavato un collega vicino, il tappo è volato schiantadosi a terra
iniziando una reazione... sotto cappa eravamo in coppia... io bello tranquillo dp aver messo sopra la piastra agitante riscaldante il bagno ad olio stavo montando un pallone a 3 colli, avendo cura d stringerlo bene ma senza esagerare con una pinza... stavo montando un claysen... il mio collega avendo stretto forte ha disintegrato il collo centrale... il prof s è capottato x terra dal ridere...
* laboratorio di sintesi organica (specialistica in sc chimiche)
una ragazza aveva pesato tr NaH... qll avanzato è stato gettato nel lavandino e versata sopra H2O... pensavamo facesse piccola fiamma...
col caz... ha fatto una fiammata infernale...
da non ripetere
Wolframio deriva dalla voce tedesca wolfram (da cui il simbolo chimico dell'elemento con la consonante W) che significa sporcizia. Tale denominazione è dovuta al fatto che il tungsteno si trova spesso, come minerale di qualità inferiore, insieme con lo stagno, cosicché nel forno di fusione quest'ultimo costituisce una scoria che galleggia dando appunto l'idea di sporco. Tuttavia questa non è l'unica spiegazione etimologica del termine wolframio, poichè deve essere citata anche quella che vede la parola wolframio derivare dal nome di Wolfram d'Eschenbach, scopritore dalla wolframite (wolframato di ferro e manganese, FeWO4 MnWO4), il minerale da cui fu estratto il tungsteno.
Diversa è invece l'origine del termine tungsteno, nome con cui si chiama con più frequenza l'elemento 74. Tungsteno deriva dalla voce svedese tungsten = pietra (sten) pesante (tung), termine coniato dal chimico svedese Scheel per il fatto che il peso specifico del tungsteno (19 g/cm3) e quelli dei suoi minerali sono considerevoli.
Cobalto deriva dal tedesco Kobald, da Kobold nome del genio o folletto della categoria degli elfi. Il nome deriva dal fatto che, secondo una leggenda, i minatori che cercavano l'argento si credevano burlati da un folletto trovando invece al suo posto il cobalto allora senza valore.
Nichel è parola di origine Svedese (nickel) introdotta nel 1751 da A.F. Cronstadt (da cui il simbolo chimico) e proveniente dal termine tedesco Kupfernickel, composto di Kupfer = rame e Nickel (da Nicolaus) genio maligno o folletto, nome dato dai minatori che dicevano fosse un genio maligno a non far trovar loro il rame nei minerali di questo elemento allora senza valore. Si segnala la voce italiana nichelio con il suffisso -io proprio della grande maggioranza degli elementi chimici, tuttavia si deve preferire la voce nichel, adattamento di nickel alla grafia italiana e meglio corrispondente alla voce originaria svedese.
zolfo: elemento chimico appartenente al 3° periodo e al gruppo VI A del sistema periodico; ha una configurazione elettronica [Ne] 3s2 3p4;
è uno dei pochi elementi che si trova allo stato libero in natura ed è conosciuto sin dall'antichità, ma è solo dal 1777, tuttavia, che, grazie a Lavoisier, venne confermato esser un elemento chimico... è largamente diffuso in natura sia allo stato nativo sia sotto forma d composti con n. ox. -2, +4 e +6; è anche relativamente abbondante...
è un solido tenero e fragile, di colore giallo trasparente, insolubile in acqua e con caratteristiche di dielettrico, che esiste in numerose forme allotropiche;
è un elemento poco reattivo a freddo (reagisce soltanto con fluoro, metalli alcalini ed alcalino-terrosi, argento, mercurio e rame; si discioglie inoltre in SO2 e NH3 liquida), ma in grado di combinarsi a T elevata con la maggior parte degli elementi non-metallici (tranne azoto e gas nobili) e metallici (tranne oro, platino ed iridio), con acidi minerali, idrossidi alcalini e con un gran numero di composti organici;
Molti composti dello zolfo sono tossici o corrosivi. Il solfuro di carbonio, l'acido solforico, l'acido solfidrico e il biossido di zolfo vanno maneggiati con particolare cura.
Benché il biossido di zolfo sia sufficientemente innocuo da poter essere usata in piccole quantità come additivo alimentare, in concentrazioni sufficientemente elevate in atmosfera reagisce con l'umidità a dare acido solforoso che, se respirato, provoca emorragie nelle vie respiratorie con rischio di soffocamento.
Il solfuro d'idrogeno è molto tossico - più dei cianuri. A piccole concentrazioni ha un caratteristico sgradevole odore di uova marce, ma ha anche la proprietà di ottundere rapidamente il senso dell'olfatto, rendendo le potenziali vittime inconsapevoli della sua presenza.
Non so se rientra nelle tue competenze,ma se sai rispondermi mi fai un gran piacere:mi è stato detto che il Nimensuline(farmaco simile all'aulin) provoca infarti e ictus,è vero?
mi pare di averne già trattato in questo angolo ma repetita iuvant (o dovrebbero...)
la nimesulide, principio attivo di aulin e surrogati generici, ha effetti epatotossici provati scientificamente... sono stati riscontrati rari ma gravi casi di insufficienza renale, che in alcuni rari casi hanno portato alla morte in soggetti predisposti :|
m pare una bufala che porti ad ictus e/o infarti... ma indagherò ;)
resta il fatto che in molti stati è stata ritirata dal mercato... e dove è rimasta viene prescritta per piccoli periodi in dosi minori onde evitare effetti collaterali spiacevoli...
saluti
e praticamente intende quello quando in pubblicità dice può causare effetti indesiderati anche gravi no?
come per tutti i farmaci ora sono obbligati (e m pare giusto nei nostri confronti) a dire può causare effetti collaterali anche gravi...