Allora eliminiamo pure l'insulina per i diabetici visto che basterebbe non mangiare robe dolci, seguendo questo ragionamento.
La medicina non è una scienza perfetta, non conosciamo così a fondo l'organismo da creare la cura miracolosa. L'organismo è talmente complesso che per forza di cose se una sostanza agisce beneficamente su qualcosa comporterà dei danni da qualche altra parte. Il farmaco è tale proprio quando i benefici superano (in numero e in qualità) gli svantaggi.
I vari chemioterapici provocano nausea, mal di testa e calvizie ma fanno regredire un tumore e allora sai che cazzo glie ne frega a un malato di cancro di diventare pelato se può salvarsi la vita. Ma facendo esempi più alla portata di tutti un banale antinfiammatorio come l'Aulin può curare -nel caso prevenire- un'infezione e far passare il dolore. Comporta si dei danni al fegato ma in misura ridottissima, impercettibili dalla persona e riparabili dall'organismo stesso, a fronte dei benefici che dà. Certo che se viene assunto a sproposito il fegato te lo distrugge ma qua è colpa della gente imbecille, non del farmaco. La differenza tra farmaco e veleno è, appunto, nella dose. In relazione a questo, nell' '800 si usava la stricnica come anestetico, ovviamente in dosi molto basse. In dosi alte, come è risaputo, è letale.