Il mio modesto parere è che il crocifisso non è assolutamente simbolo di valori.
Tolleranza, rispetto reciproco etc etc.
Proprio in questi giorni ci stiamo accorgendo di quanto non lo sia.
Chi vuole continuare ad esporre il crocifisso denuncia gli immigrati.
E' colpa loro se 'noi laici' vogliamo toglierlo, quindi debbono tornarsene a casa loro.
Chiamiamola tolleranza...
Non ho ancora sentito un Evangelista protestare per questa faccenda. Forse perchè loro (non ne sono certa perchè non conosco i loro dogmi)sono più in linea con la parola del Signore:
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è
lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
Esodo 20:4
Insomma.. Dio se lo pregano in casa.
Sono più che altro i Cattolici che vogliono 'sto crocifisso.
Ma quei Cattolici che non perdonano il prossimo, è ovvio.
Quelli che strumentalizzano la religione e la usano come mezzo discriminatorio.
Questo è un altro motivo validissimo per togliere i crocifissi.
E' un pessimo “simbolo” di aggregazione, non di tolleranza.
La laicità è un concetto abbastanza ampio.
Proprio perchè in Italia il Cattolicesimo ha un ruolo, e così non dovrebbe essere,
è giustissimo appellarsi alla laicità e sostenerla in tutte le maniere possibili.
La società sta cambiando.
Se prima ci era indifferente, ora non vogliamo che le nostre tasse vadano alla Chiesa Cattolica 'automaticamente'.
Perchè non allo Stato? Perchè ad un' Istituzione Religiosa? Perchè?
L'aborto, il divorzio, l'eutanasia, scienza e medicina in generale...
Siamo sicuri che il Cattolicesimo ANCORA rappresenti la nostra società?
Nessuno priva nessuno delle tradizioni.
Questo è solo una scusa per cercare di rimanere aggrappati a quel chiodo che teneva su il crocifisso.
Le ferie, le vacanze, i giorni di festa, probabilmente ci sarebbero stati comunque.
Le vacanze di Natale potevano essere chiamate Vacanze Invernali, e quelle di Pasqua vacanze primaverili.
I Santi non fanno testo, perchè il giorno di san Valentino si lavora e si va a scuola, per esempio.
La Festa del Patrono , parlando in termini religiosi,
è laequivale alla laica Festa del Paese
Un Giudice, tempo fa, si rifiutò di lavorare in aula perchè sulla parete c'era attaccato il crocifisso 'sotto alla scritta' LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.
Non era un Giudice musulmano, né tantomeno un immigrato.
Era un Giudice italiano, laico.
Idem per gli ospedali: se voglio abortire non posso perchè quei medici sono Cattolici e lavorano in un ospedale Statale, ma Cattolico.
Qualcosa non torna …
O sono scema io?
La tipa è italiana, con origini finlandesi.
Se fosse stata finlandese avremmo letto “Donna finlandese, in Italia dal 1999 bla bla bla”.
Abolire i festeggiamenti...
Francamente io abolirei le processioni, tutte, perchè è una rottura di palle .
Bloccano il traffico , sporcano le strade di cera e quelle vecchiette, quando cantano, fanno proprio pena.
Pregare in Chiesa no è?
Cmq... le feste sono feste... Di religioso, tranne le processioni appunto, hanno veramente ben poco.
Si chiamano i cantanti rock durante la festa di Santa Rita, e di vendono crepes e zucchero filato.
Proprio come una laica sagra dell'uva, insomma..
Veramente la questione esiste, e da anni.
Questo è riepilogativo?
- Nessuno ha mai e mai farà obiezione sulle festività perchè i non religiosi festeggiano il Natale in maniera Laica . Io ad esempio festeggio la Festa della Tredicesima: Merry Business a tutti. Come succede nel resto del mondo, insomma...
- Il crocifisso vorrei venisse tolto perchè non rappresenta la Cristianità. Quella, chi più chi meno, ce la portiamo dentro da sempre : il principio primo della convivenza è “Ama il tuo prossimo come te stesso”. In Italia il crocifisso è simbolo del CATTOLICESIMO, e infatti gli unici a risentirsi sono alcuni di quelli che ne fanno parte. E quelli che non lo vogliono sostengono la laicità per i motivi citati più su.
Poi abbiamo un Ministro della difesa che dice
"Il crocifisso deve rimanere perchè esiste un Concordato" --> e quindi il crocifisso è una questione politica.
"Chi non lo vuole può anche morire" --> alla faccia della Cristianità.
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Articoli | Marco Travaglio
Ma io difendo quella croce
5 novembre 2009
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.
Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove. Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.
Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).
Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).
Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.
Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.
A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.
da Il Fatto Quotidiano n°38 del 5 novembre 2009