Originariamente inviata da
RudeMood
Utilizzata per tre anni in via sperimentale nel capoluogo pugliese. Senza clamori. Adesso è al centro di un dibattito politico. Il medico che l’ha somministrata: “Tutte le donne mi hanno ringraziato per averle aiutate”.
È stata somministrata la prima pillola ‘italiana’ Ru486.
Il trattamento è stato avviato in regime di ricovero ordinario nella prima clinica di ostetricia del policlinico di
Bari, dove l’
Ru486 è stata utilizzata negli
ultimi tre anni acquistandola dalla
Francia. La paziente alla quale è stata somministrata l’
Ru486 è una donna di
25 anni. Una decina di persone ha protestato davanti alla clinica ostetrica. Si tratta di appartenenti alla
Comunità papa Giovanni XXIII di
Bari. I manifestanti, che esibivano il cartello ‘Ru486 il veleno che uccide i bambini’, hanno gridato parole contro l’aborto, sostando davanti all’edificio. Dopo pochi minuti si sono allontanati.
IL MEDICO SI MERAVIGLIA – C’è chi si meraviglia per il rumore politico suscitato dalla pillola. «
Io rispetto la legge 194 che è una legge che dice che la donna può interrompere la gravidanza entro il 90/esimo giorno; dal punto di vista morale io sento che aiuto le donne, non mi sento in colpa. Perchè è la donna che chiede l’interruzione di gravidanza, non sono io a cercare la paziente», ha detto il dottor
Nicola Blasi, responsabile delle interruzioni di gravidanza della prima clinica ostetrica del Policlinico di Bari, unico medico strutturato non obiettore nella struttura ospedaliera, uno dei pochi in Puglia, punto di riferimento nella regione e nel Mezzogiorno per la somministrazione della pillola RU486. Blasi,
che da tre anni utilizza questo metodo nel policlinico di Bari importando il farmaco dalla Francia (nel nosocomio del capoluogo pugliese sono circa 200 le donne che hanno utilizzato l’Ru486 dal novembre del 2006 a oggi), ha somministrato oggi l’Ru486 ad una giovane donna di 25 utilizzando il farmaco ora in commercio in Italia. «
A volte - dice Blasi –
ho l’aiuto delle colleghe specializzande, non obiettrici, come me, ma ci sarebbe bisogno di più aiuto».
«Io - aggiunge - credo molto nel discorso della prevenzione e quindi nella contraccezione ma penso anche che questo è l’unico modo per aiutare le donne che hanno deciso di abortire, donne, che sicuramente andrebbero ad abortire in maniera clandestina o in un’altra maniera, invece qui pratichiamo l’interruzione di gravidanza in condizioni igienico sanitarie eccellenti, informando sull’uso della contraccezione». «
Tutte le donne mi hanno ringraziato, tutte le donne che con me e con l’aiuto delle colleghe hanno attuato l’interruzione di gravidanza chirurgica o l’interruzione con l’Ru - afferma Blasi –
mi hanno detto ‘dottore lei è l’unica persona che ci ha aiutate’».
UN BATTAGE PUBBLICITARIO - «
Sono meravigliato, molto meravigliato dal clamore che sta suscitando la vicenda, anche se comprendo che questa, diciamo, è la prima pillola Ru486 ‘italianà che viene somministrata», dice ancora Blasi,«
Molti pensano che siamo noi qui, con il fazzoletto bianco a chiamare le donne e a dire loro di abortire: è assurdo. Sono le donne che ci chiamano, che vengono da noi. Prima decidono in maniera consapevole per l’aborto e poi chiedono informazioni sui metodi, soprattutto, ovviamente, su quelli meno invasivi. Le donne oggi sono informate, vanno su Internet, io sono referente di ostetricia e ginecologia per Medici Italia e ricevo tantissime e-mail sulla Ru486». «
Solo aumentando la contraccezione – dice
Blasi -
possiamo evitare le interruzioni di gravidanza. Questo battage pubblicitario tutto sommato mi fa piacere perchè si mettono al centro dell’attenzione i criteri di prevenzione dell’aborto e quindi si parla della contraccezione».
Aborto, Ru486: a Bari la “prima” pillola