effettivamente è interessante pensarla mentre se ne sta nuda e col righello (righello eh) in mano e dice "cattivone...sei stato un alunno cattivone...devo punirti"
Non perchè siano piu brutte...
ma sinceramente...hai mai provato ad immaginare come urlerebbe la Jervolino sotto orgasmo?
farebbe eruttare il vesuvio!
Vabbè, no no sì ftw.
Ma tanto non passa.
La Gelmini fa schifo*_*
cmq affluenza bassissima..tipo il 4%...
secondo me a fine giornata arriveremo tra il 17% e il 25%
volevo intendere se per questo referendum valeva la regola del quorum
Domani si vota oltre che per i ballottaggi, anche per il referendum. Lo spauracchio del voto amministrativo unito a quello referendario che tanto terrorizzava la Lega Nord si è materializzato. Di seguito spieghiamo in breve le ragioni del SI e del NO.
I questiti sono tre. I primi due attengono il premio di maggioranza alla Camera e al Senato. Attualemente il premio viene dato alla COALIZIONE che si presenta al giudizio degli elettori. In caso di vittoria del SI, verrebbe abrogata tale norma e i seggi “premio” passerebbero al PARTITO che ha preso più voti. Si potrebbe quindi governare anche con percentuali piuttosto basse, tra il 30 e il 40 per cento.
Se invece il referendum non dovesse raggiungere il quorum o dovesse vincere il NO, il premio di maggioranza continuerebbe ad essere attribuito alla coalizione di governo. Quindi al raggruppamento di partiti che in totale fa contare più voti.
Il terzo quesito riguarda, invece, la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni. Se vincerà il SI, l’attuale norma che consente ai candidati di presentarsi praticamente ovunque pur di essere eletti, verrà abrogata e ci si dovrà candidare solo in un preciso territorio. Se il quorum di questo quesito dovesse fallire o vincere il NO, invece, tutto resterà com’è attualmente.
Quali sono i rischi del SI e del NO.
Se il premio di maggioranza venisse attribuito a un partito unico, ha spiegato ieri il costituzionalista Franco Bassanini, il risultato sarebbe quello «di dare a un partito e al suo capo, che magari vince col 35 per cento, una maggioranza assoluta che gli consente di eleggere da solo i presidenti di Camera e Senato e di cambiare da solo la Costituzione rappresenta senz’altro una compressione del pluralismo democratico. E ne soffrirebbe il pluralismo sociale». In caso di vittoria del NO o del fallimento di questi due quesiti, ogni partito sarebbe costretto a rendere partecipe delle proposte di riforma e di governo del Paese anche gli altri alleati della coalizione. A favore del SI, invece, si sono schierati tutti i fautori del bipartitismo – che di fatto si otterrebbe in modo forzato, attraverso il premio di maggioranza affidato al partito vincitore - e che garantirebbe una maggiore governabilità.
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