Arriva in Italia la pillola abortiva: la Ru486 potrebbe essere in commercio tra pochi mesi. Questa settimana l’Aifa, l’Agenzia del farmaco, esaminerà il dossier: dalla riunione potrà uscire o meno il via libera definitivo, mentre è improbabile un rinvio della decisione oltre la fine dell’anno. Lo ha confermato il direttore generale dell’Aifa Guido Rasi: entro venerdì 19 si riunirà il consiglio di amministrazione e si avrà l’ultima parola sulla possibilità di interrompere una gravidanza per via farmacologica senza mettere piede in sala operatoria. Intanto, domani si riunisce la commissione tecnico scientifica per dichiarare formalmente chiuso l’iter per la registrazione del farmaco.Non si può escludere qualche intoppo dell’ultimo momento, magari di carattere economico o sull’onda delle pressioni politiche e cattoliche. Ma chi ha seguito la vicenda dall’inizio ritiene che la luce verde sarà quasi obbligata. Il medicinale dovrà essere somministrato in ospedale con l’obbligo di almeno un giorno di ricovero, in coerenza con la Legge 194 che regola l’aborto.La pillola a base di mifepristone, una sostanza che «blocca il nutrimento» dell’embrione, è già stata sperimentata a singhiozzo in Italia. Alla condanna dell’aborto da parte di Papa Benedetto XVI si è sommata ieri quella del cardinale Javier Barragan, “ministro” del Vaticano per la Salute: «Capiamo la difficoltà di una ragazza incinta suo malgrado. Ma il dramma maggiore è uccidere un innocente». Aggiunge il porporato che «l’aborto è sempre aborto, a casa o in clinica» e che questo farmaco «non è innocente per la salute delle donne». Il cardinale ricorda poi che anche il recentissimo documento d’Oltretevere "Dignitas persona" e «ha già bocciato la pillola Ru486 a causa della sua intenzionalità abortiva»Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella si era detta impotente: «Il governo non può fermare la Ru486». Perché l’autorizzazione di fatto era già stata data dal comitato tecnico scientifico dell’Aifa nel febbraio 2008, quando ministro della Salute era Livia Turco. Immediate le proteste degli ultra-cattolici. Il centrista Luca Volonté si dichiara «deluso dall’incomprensibile inerzia dell’esecutivo che dopo 7 mesi non è stato in grado di impedirne l’introduzione». In particolare, riferendosi al ministro del Welfare Maurizio Sacconi e alla Roccella attacca: «Si comportano come Livia Turco e Maura Cossutta».A stretto giro la Roccella batte un colpo: «La pillola ha troppi lati oscuri e riporta l’aborto in una sorta di clandestinità legale. Le donne tornano a casa fuori dal controllo medico anche laddove il protocollo chiede il ricovero in ospedale». Il sottosegretario promette che al ministero «valuteranno la praticabilità di riaprire la valutazione medica del farmaco» attraverso l’Europa. Intanto dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni arriva «un appello alle ragazze italiane: non è un anticoncezionale, presenta gravi rischi per chi lo assume».