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Vera povertà o apparenza?

  1. #1
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Predefinito Vera povertà o apparenza?

    Il 5% delle famiglie non ha soldi per il cibo Il 15,4% arriva con molta difficoltà a fine mese. Reddito inferiore a 2mila euro per una famiglia su due
    ROMA - Il 5,3% delle famiglie italiane alla fine del 2007 ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno «momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo». Il dato emerge dall'indagine dell'Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia. A fine dell'anno precedente il numero delle famiglie in difficoltà con gli acquisti di alimentari era risultato il 4,2%. Particolarmente critica la situazione delle coppie con tre o più figli, delle famiglie monoparentali (in particolare le madri sole) e degli anziani soli. Per quanto riguarda le famiglie con almeno tre figli, il 25% ha difficoltà ad arrivare a fine mese, l'8,1% non ha soldi per le spese alimentari e il 25,3% ha difficoltà a trovare soldi per l'abbigliamento.
    POVERTÀ - Sale dal 14,6% al 15,4% il numero delle famiglie che ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. L'Istat rileva «segnali di disagio particolarmente marcati» al sud e nelle isole, e in particolare in Sicilia dove sale al 10,1% il numero di famiglie con problemi di risorse per il cibo. La situazione migliore si registra in provincia di Bolzano e in Emilia Romagna.
    REDDITO - Una famiglia su due ha guadagnato nel 2006 meno di 1.924 euro al mese, con un aumento del reddito del 2,8% rispetto al 2005, superiore all'inflazione che all'epoca era al 2,1%. In media le famiglie italiane hanno percepito un reddito netto di circa 2.379 euro al mese, tuttavia per il 61,8% il valore si attesta sotto la media e in tutte le regioni meridionali. L'indagine Istat conferma quindi la forte diseguaglianza nella distribuzione del reddito registrata negli anni precedenti, non solo tra le famiglie del nord e sud, ma anche nel meridione dove è confermato un forte divario tra famiglie povere e ricche.
    CENONE - Secondo un sondaggio della Confesercenti, gli italiani spenderanno a Natale per il cenone e il pranzo complessivamente poco più di 2,5 miliardi di euro. Dato che però segna una diminuzione del 7% rispetto allo scorso anno. Il 3% (pari a 1,8 milioni di italiani) questo anno non farà la cena o il pranzo di Natale a causa delle difficoltà economiche.
    SPESE MEDICHE - Secondo l'Istat sono aumentate soprattutto le difficoltà nel far fronte alla spese mediche (11,1%, contro il 10,4% del 2006), mentre risultano più contenute le famiglie che hanno riscontrato problemi nel provvedere regolarmente al pagamento delle bollette (8,8%, contro il 9,3% del 2006) e al riscaldamento (10,7%, contro il 10,4% del 2006). Salgono poi al 16,9% le famiglie che non sono riuscite a trovare i soldi per l'acquisto di abiti necessari (nel 2006 era il 16,8%).
    ------------------------------22/12/08 (corriere)-----
    Crisi? Gli italiani riempiono i voli per Maldive e Caraibi» Solo il 3% parte chiedendo un prestito. Il presidente di Federturismo: «Viaggi più brevi e a tema»
    MILANO — La recessione che morde. Il potere d'acquisto che diminuisce. Le fabbriche che chiudono, la cassa integrazione che dilaga, i licenziamenti che incombono. «Tutto vero». Ma «vero anche», conferma Daniel John Winteler, che non è così ovunque: «Nel turismo gli effetti per il momento si sentono di meno. Nonostante la flessione, ci sono destinazioni per le quali è difficile trovare un volo libero per fine anno». Maldive, per dirne una. O Caraibi. Per cui, nelle chiacchiere da bar, la conclusione sarebbe: «Quale crisi? Non c'è». C'è eccome, invece, «e anche nel nostro settore».
    «UN PARADOSSO SOLO APPARENTE» - Per il presidente di Federturismo e numero uno di Alpitour World (primo gruppo italiano e tra i primi dieci in Europa, con oltre 1,2 miliardi di fatturato nel 2007), il paradosso «è però in fondo solo apparente». Nasconde la rivoluzione dei consumi che sta cambiando un po' tutto, in Occidente. E non è detto che sia un male. Perché se «la botta sarà comunque pesante anche per il comparto», sarebbe inutile, persino sbagliato piangersi addosso: «Intanto veniamo da anni buoni e resistiamo meglio di altri. E poi, diciamocelo, quando come tutte le crisi anche questa sarà passata, la selezione che già è in atto lascerà un turismo più forte per tutti. Aziende e clienti». Crisi uguale opportunità, dottor Winteler? Nonostante l'impatto? «Non minimizzo, ci mancherebbe: quello che accade sta costando al settore una contrazione media del 5-10 per cento, a seconda dei segmenti. E se è vero che arriviamo da un periodo prolungato di crescita, è altrettanto vero che restano dati preoccupanti. Soprattutto sull'anno che sta per iniziare». Però è lei a confermarlo: dal ponte dell'8 dicembre alle vacanze di fine anno, gli italiani continuano a viaggiare.
    VACANZE MENO EFFIMERE - Ovvio che la gente si chieda: ma la recessione dov'è? «C'è, purtroppo. Dico di più: la recessione "tecnica" la vediamo adesso, ma quella reale, secondo me, in Italia dura da almeno un paio d'anni. Il nostro settore è però più resistente di altri grazie a due fattori. Siamo più flessibili, più capaci di adeguarci in fretta ai cambiamenti della domanda. E questa stessa domanda, qui, non crolla: semplicemente cambia, assume nuove forme, riscopre nuovi valori e contenuti. Sì, ci sono meno soldi e si spende meno. Ma si seleziona. E la vacanza non è più vissuta solo come qualcosa di effimero: in un viaggio si cerca l'esperienza, che arricchisce e lascia emozioni che durano nel tempo. Le analisi del Censis fotografano bene questa realtà. Paradossalmente, potremmo dire che la vacanza è ormai quasi un bene primario».
    POCHI VIAGGIANO A CREDITO - Per il quale ci si indebita? «Non in Italia: soltanto il 3 per cento di chi va in vacanza lo fa chiedendo un prestito. Semmai si riduce la durata, o si fa il fine settimana lungo. Da noi, in Alpitour, ha un grande successo la formula "weekend Box": dagli itinerari nati in collaborazione con l'Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, alle proposte culturali, al benessere, a Disneyland. È la "tematizzazione". Ed è la ragione per cui dico che chi ha capito come sta cambiando la domanda, quando la crisi finirà sarà più forte di prima. Il cliente è più attento alla spesa e punta il dito su desideri specifici e sul servizio: chi non è affidabile, inevitabilmente scomparirà». Pulizia salutare? «Per quanto dolorosa, sì». Nel frattempo? Tagli per tutti? E quanti? «Ogni segmento del settore reagirà in modo specifico, ma ce ne saranno. Giocoforza: gli aerei sono pieni, sì, ma sono anche stati riprogrammati tenendo conto del prevedibile cambio nella domanda». Taglierà anche Alpitour? «Continueremo a modulare la capacità in rapporto alla domanda. Quindi: ottimizzazioni, ma anche investimenti pensando al medio-lungo termine. Abbiamo appena inaugurato un hotel 5 stelle a Roma e aggiunto un quinto Boeing 737 alla flotta Neos, che ormai è tra le compagnie best in class europee». Quanto, sul piatto investimenti? «Soltanto per l'hotel romano oltre 15 milioni. A parte iniziative specifiche come questa, in media siamo sui 15-20 milioni l'anno». Varrà anche per il 2009? «Il 2009 sarà durissimo, per noi come per tutti. Ma ci arriviamo da un 2008 che si chiude positivamente, generando utili e cassa. L'esercizio, senza la crisi, avrebbe dato un altro bilancio record dopo quello del 2007». Da presidente di Federturismo, in primavera, aveva chiesto al governo non aiuti, ma «attenzione» al settore. L'ha avuta? «Non è cambiato nulla. Il turismo dà lavoro a due milioni e mezzo di persone e contribuisce per il 10 per cento al Prodotto interno lordo. Il fatto che abbia continuato a crescere senza aiuti pubblici, e anche adesso chieda solo, appunto, "attenzione", dovrebbe far riflettere. Invece, niente. Per la politica economica continuiamo a non essere un settore di primo piano e non siamo integrati con il resto del sistema Paese, ad esempio nella definizione dei piani per le infrastrutture. Peccato: è sicuramente un'opportunità mancata per l'Italia».
    -----------------------------21.12.08-------------corriere
    Crisi? Gli italiani riempiono i voli per Maldive e Caraibi» Solo il 3% parte chiedendo un prestito. Il presidente di Federturismo: «Viaggi più brevi e a tema»
    MILANO — La recessione che morde. Il potere d'acquisto che diminuisce. Le fabbriche che chiudono, la cassa integrazione che dilaga, i licenziamenti che incombono. «Tutto vero». Ma «vero anche», conferma Daniel John Winteler, che non è così ovunque: «Nel turismo gli effetti per il momento si sentono di meno. Nonostante la flessione, ci sono destinazioni per le quali è difficile trovare un volo libero per fine anno». Maldive, per dirne una. O Caraibi. Per cui, nelle chiacchiere da bar, la conclusione sarebbe: «Quale crisi? Non c'è». C'è eccome, invece, «e anche nel nostro settore».
    «UN PARADOSSO SOLO APPARENTE» - Per il presidente di Federturismo e numero uno di Alpitour World (primo gruppo italiano e tra i primi dieci in Europa, con oltre 1,2 miliardi di fatturato nel 2007), il paradosso «è però in fondo solo apparente». Nasconde la rivoluzione dei consumi che sta cambiando un po' tutto, in Occidente. E non è detto che sia un male. Perché se «la botta sarà comunque pesante anche per il comparto», sarebbe inutile, persino sbagliato piangersi addosso: «Intanto veniamo da anni buoni e resistiamo meglio di altri. E poi, diciamocelo, quando come tutte le crisi anche questa sarà passata, la selezione che già è in atto lascerà un turismo più forte per tutti. Aziende e clienti». Crisi uguale opportunità, dottor Winteler? Nonostante l'impatto? «Non minimizzo, ci mancherebbe: quello che accade sta costando al settore una contrazione media del 5-10 per cento, a seconda dei segmenti. E se è vero che arriviamo da un periodo prolungato di crescita, è altrettanto vero che restano dati preoccupanti. Soprattutto sull'anno che sta per iniziare». Però è lei a confermarlo: dal ponte dell'8 dicembre alle vacanze di fine anno, gli italiani continuano a viaggiare.
    VACANZE MENO EFFIMERE - Ovvio che la gente si chieda: ma la recessione dov'è? «C'è, purtroppo. Dico di più: la recessione "tecnica" la vediamo adesso, ma quella reale, secondo me, in Italia dura da almeno un paio d'anni. Il nostro settore è però più resistente di altri grazie a due fattori. Siamo più flessibili, più capaci di adeguarci in fretta ai cambiamenti della domanda. E questa stessa domanda, qui, non crolla: semplicemente cambia, assume nuove forme, riscopre nuovi valori e contenuti. Sì, ci sono meno soldi e si spende meno. Ma si seleziona. E la vacanza non è più vissuta solo come qualcosa di effimero: in un viaggio si cerca l'esperienza, che arricchisce e lascia emozioni che durano nel tempo. Le analisi del Censis fotografano bene questa realtà. Paradossalmente, potremmo dire che la vacanza è ormai quasi un bene primario».
    POCHI VIAGGIANO A CREDITO - Per il quale ci si indebita? «Non in Italia: soltanto il 3 per cento di chi va in vacanza lo fa chiedendo un prestito. Semmai si riduce la durata, o si fa il fine settimana lungo. Da noi, in Alpitour, ha un grande successo la formula "weekend Box": dagli itinerari nati in collaborazione con l'Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, alle proposte culturali, al benessere, a Disneyland. È la "tematizzazione". Ed è la ragione per cui dico che chi ha capito come sta cambiando la domanda, quando la crisi finirà sarà più forte di prima. Il cliente è più attento alla spesa e punta il dito su desideri specifici e sul servizio: chi non è affidabile, inevitabilmente scomparirà». Pulizia salutare? «Per quanto dolorosa, sì». Nel frattempo? Tagli per tutti? E quanti? «Ogni segmento del settore reagirà in modo specifico, ma ce ne saranno. Giocoforza: gli aerei sono pieni, sì, ma sono anche stati riprogrammati tenendo conto del prevedibile cambio nella domanda». Taglierà anche Alpitour? «Continueremo a modulare la capacità in rapporto alla domanda. Quindi: ottimizzazioni, ma anche investimenti pensando al medio-lungo termine. Abbiamo appena inaugurato un hotel 5 stelle a Roma e aggiunto un quinto Boeing 737 alla flotta Neos, che ormai è tra le compagnie best in class europee». Quanto, sul piatto investimenti? «Soltanto per l'hotel romano oltre 15 milioni. A parte iniziative specifiche come questa, in media siamo sui 15-20 milioni l'anno». Varrà anche per il 2009? «Il 2009 sarà durissimo, per noi come per tutti. Ma ci arriviamo da un 2008 che si chiude positivamente, generando utili e cassa. L'esercizio, senza la crisi, avrebbe dato un altro bilancio record dopo quello del 2007». Da presidente di Federturismo, in primavera, aveva chiesto al governo non aiuti, ma «attenzione» al settore. L'ha avuta? «Non è cambiato nulla. Il turismo dà lavoro a due milioni e mezzo di persone e contribuisce per il 10 per cento al Prodotto interno lordo. Il fatto che abbia continuato a crescere senza aiuti pubblici, e anche adesso chieda solo, appunto, "attenzione", dovrebbe far riflettere. Invece, niente. Per la politica economica continuiamo a non essere un settore di primo piano e non siamo integrati con il resto del sistema Paese, ad esempio nella definizione dei piani per le infrastrutture. Peccato: è sicuramente un'opportunità mancata per l'Italia».
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    ma allora siamo poveri e no?
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  2. # ADS
     

  3. #2
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Riassunto, plz.

  4. #3
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    caspio! ma perché t ostini a metter papiri? senza spaziature o paragrafi?

    dividi se no c rendi scemi/e tutti/e

    grazie

  5. #4
    Sempre più FdT
    Uomo 55 anni da Firenze
    Iscrizione: 20/6/2008
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    Piaciuto: 5 volte

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    la crisi c'è, inutile negarlosperiamo di uscirne presto, e di fare quanto occorre per non ricaderci piu

  6. #5
    No pain no gain
    39 anni
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    Messaggi: 2,813
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    Se da un lato c'è la gente indigente per davvero, dall'altro c'è chi vive al di sopra delle proprie possibilità...

  7. #6
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
    Iscrizione: 2/4/2006
    Messaggi: 43,734
    Piaciuto: 2786 volte

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    Quote Originariamente inviata da Lord Brummel Visualizza il messaggio
    Se da un lato c'è la gente indigente per davvero, dall'altro c'è chi vive al di sopra delle proprie possibilità...
    Perfettamente d'accordo

  8. #7
    0 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 Killuminato
    Uomo 41 anni da Modena
    Iscrizione: 30/9/2004
    Messaggi: 12,665
    Piaciuto: 187 volte

    Predefinito

    chi stava male sta peggio e chi stava bene sta ancora bene.

    Ho riso troppo 2 giorni fa guardando la tv: ore 12.30 studio aperto dice che non c'è crisi ed intervista gente che dice che spende 140 euro per una cravatta e che andrà a fare la settimana bianca. Ore 13 il tg1(se non ricordo male) dice esattamente il contrario e alla sera il tg5 dice che c'è crisi e nessuno spende confutando di fatto i servizi di Studio Aperto..... Almeno mettetevi d'accordo!!!
    Ultima modifica di Killuminato; 23/12/2008 alle 8:58

  9. #8
    hellion
    Ospite

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    killu


    comunque si ragazzi c'è crisi, io quest'anno i regali di natale li ho accusati, come sto accusando le spese per le ferie... e pensare chi vivo ancora con i miei genitori...
    non c'è versi di campare con 2000 euro al mese una famiglia di 4 persone in modo decente... le cose costano, i bambini più si va avanti e più pretendono...
    quando c'era la lira con 4 milioni al mese si stava piu che bene, adesso è diventanto quasi impossibile

  10. #9
    Bushi yasha
    Uomo 42 anni da L'Aquila
    Iscrizione: 7/9/2006
    Messaggi: 7,068
    Piaciuto: 165 volte

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    Trovo ridicole e strozzerei le persone con possibilità economiche normali che piangono per la crisi e poi si addormentano davanti ai negozi di elettronica per prendere l'I-Phone appena uscito prima di tutti quanti,specie se poi penso ad altre famiglie a cui arrivano rate mensili del mutuo da 900 euri....

  11. #10
    Tyler Durden
    Uomo 36 anni
    Iscrizione: 6/10/2007
    Messaggi: 16,094
    Piaciuto: 523 volte

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da killuminato Visualizza il messaggio
    chi stava male sta peggio e chi stava bene sta ancora bene.

    Ho riso troppo 2 giorni fa guardando la tv: ore 12.30 studio aperto dice che non c'è crisi ed intervista gente che dice che spende 140 euro per una cravatta e che andrà a fare la settimana bianca. Ore 13 il tg1(se non ricordo male) dice esattamente il contrario e alla sera il tg5 dice che c'è crisi e nessuno spende confutando di fatto i servizi di Studio Aperto..... Almeno mettetevi d'accordo!!!
    lo fanno ogni giorno! pensavo di essere l'unico a notarlo

    non sono pazzo!! non sono pazzooo!

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