Roma, 28 nov. (Apcom) - Un bonus cash da 200 a 1.000 euro per le famiglie e i pensionati che potrebbe arrivare direttamente a casa a Natale con un assegno. Per le imprese, una riduzione del 3% sugli acconti fiscali di Ires e Irpef e uno sconto del 10% dell'Irap. Sono alcune delle misure del decreto anticrisi del governo che approderà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Il testo, ha tuttavia precisato il ministro dell'Economia, è ancora "aperto" e l'entità delle risorse "da precisare". Una riunione del pre Consiglio dei ministri è in programma per stamattina alle 8.30 e a seguire si riunirà il Consiglio dei ministri per il varo del provvedimento.
Nelle intenzioni del governo c'era anche quella di prevedere sconti del 7% sui farmaci equivalenti, di contenere la spesa farmaceutica regionale e di bloccare le addizionali regionali Irpef e Irap per le Regioni inadempienti. Ma questo misure oltre a quelle relative alla distruzione delle risorse del Fas regionale, secondo riferito dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, "saranno stralciate" dal decreto di oggi.
E' tramontata invece l'ipotesi di detassare le tredicesime perchè l'operazione sarebbe troppo costosa, mentre le risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga dovrebbero raddoppiare.
Confermata anche la proroga della detassazione degli straordinari, mentre a proposito del blocco delle tariffe autostradali ieri il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ha riferito che è allo studio il blocco delle tariffe per quattro mesi fermo restando che "i contratti non si toccano".
Non è ancora chiaro infine se il capito sulle banche sarà approvato oggi.
Tra le misure che, secondo alcune bozze del provvedimento, dovrebbero essere approvate oggi c'è il bonus per famiglie e pensionati. Le famiglie con figli a carico e i pensionati potrebbero ricevere un bonus cash da un minimo di 200 euro fino a un massimo di 1.000 euro, forse con un assegno direttamente a casa a Natale. Il tetto di reddito per aver diritto al beneficio dovrebbe essere fissato a 22.000 euro. Difficile perchè costosa ma allo studio l'estensione del beneficio ai lavoratori precari.
E' prevista poi una riduzione di tre punti dell'acconto Irpef e Ires di fine novembre. L'operazione costa 2,5 miliardi.
Previsto anche uno sconto Irap del 10%. Il governo nel decreto anticrisi introduce una prima soglia di deducibilità del tributo regionale dall'Ires.
Dovrebbe arrivare infine l'Iva di cassa per le imprese, cioè lo spostamento dell'obbligo di versamento dal momento dell'emissione della fattura a quello dell'incasso definitivo. Ma per la definizione di tutte le modalità della norma bisognerà attendere il via libera alla misura da parte della Commissione europea.
Buona manovra, o altra perdita di soldi che non rsolve il problema?
Troppo poco, ma era quello che si poteva fare, visto che la politica economica fallimentare fin qui intrapresa dal governo per mantenere le promesse da campagna elettorale non lascia spazio ad ulteriori esborsi.
Una cosa veramente furba non la fanno: la detassazione delle tredicesime.
Altra bella notizia:
Tagliati gli incentivi per le rinnovabili in edilizia:
Taglio agli incentivi del 55% per rinnovabili in edilizia
E’ stata la Commissione Ambiente della Camera a interrompere gli incentivi. Dopo le dichiarazioni di Bruxelles (sì alle riduzioni di CO2, ma non adesso), questa votazione dimostra qual è in realtà la vera politica ambientale-energetica di questo governo e della maggioranza di questo parlamento
Addio agli sgravi fiscale sull’utilizzo di fonti rinnovabili e il risparmio energetico in edilizia. Ermete Realacci, ministro dell’Ambiente del governo ombra del Pd, e Raffaella Mariani, capogruppo del partito democratico in commissione Ambiente, hanno criticato la posizione della maggioranza.
“Una misura che senza alcun onere per le casse dello Stato portava notevoli benefici alle famiglie, alle imprese e dava un contributo al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto – hanno ribadito Realacci e Mariani – La maggioranza, con un atteggiamento miope e arrogante ha dimostrato l’incapacità di mettere in atto politiche concrete per rilanciare il paese e il futuro degli italiani. Quello che è avvenuto oggi in commissione Ambiente della Camera è un fatto gravissimo”, hanno accusato Realacci e Mariani – Non ha alcun senso aver bocciato una misura che aveva notevoli vantaggi da molti punti di vista”.
E nella loro nota Realacci e Mariani elencano chi si giovava e avrebbe potuto giovarsi dell’incentivo soppresso: “Per le tasche dei cittadini che sceglievano di costruire o ristrutturare le proprie case con criteri di risparmio energetico e impiegando fonti rinnovabili; per la piccola e media impresa che in questi settori trova occasione di rilancio; per migliorare la qualità e l’efficienza del patrimonio edilizio del paese; per ridurre i consumi energetici delle famiglie e quindi alleggerire i costi delle bollette; per dare un contributo al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e alla lotta ai mutamenti climatici”.