Dai campi nomadi autorizzati ai villaggi attrezzati
Il giusto equilibrio tra rigore e politiche di accoglienza è il punto di riferimento della politica sulla sicurezza del Governo Berlusconi.
Si è concluso il censimento nei campi nomadi effettuato nelle città di Roma, Milano e Napoli. I prefetti Carlo Mosca, Gian Valerio Lombardi e Alessandro Pansa, Commissari straordinari per il superamento dell’emergenza degli insediamenti nomadi, hanno consegnato al ministro dell’Interno Maroni un rapporto dettagliato sulle operazioni di censimento.
Sono stati individuati complessivamente 167 accampamenti, di cui 124 abusivi e 43 autorizzati, ed è stata registrata la presenza di 12.346 persone, tra le quali 5.436 minori.
I nomadi che hanno abbandonato l’Italia
Un altro dato molto importante riguarda i 12 mila nomadi che si sono allontanati dai campi dall’inizio di Giugno e si sono spostati in altre nazioni a seguito delle iniziative del Governo, quando hanno cioè capito che ora si fa sul serio. Destinazione di questi nomadi potrebbero essere Spagna, Francia e Svizzera.
Da dove siamo partiti: il censimento.
Per fronteggiare il problema dei campi nomadi il Governo si era posto l'obiettivo, con l'ordinanza di protezione civile firmata il 30 maggio 2008, di procedere all'identificazione di tutti coloro che vivono nei campi nomadi, partendo dalle Regioni Campania, Lombardia e Lazio. Sono infatti concentrati nelle città di Roma, Napoli e Milano gli oltre 700 campi nomadi abusivi censiti, ma è stata registrata una forte presenza anche in altre città: Brescia, Pavia, Padova, Genova, Bologna, Reggio Emilia e Bari. Sono stati infatti censiti: rom italiani, rom romeni, rom extracomunitari e cittadini extracomunitari appartenenti ad altre nazioni. Il nostro è un censimento e non una schedatura su base etnica
Il primo obiettivo: la tutela dei minori
Il Governo, ha spiegato Maroni, vuole in primo luogo «la tutela di chi vive in queste situazioni di degrado, la tutela dei minori, per toglierli dalla clandestinità, per toglierli dall'ombra, per dare loro un futuro». Oltre la metà degli abitanti dei campi nomadi, infatti, sono bambini, ma solo una minoranza frequenta le scuole e molto spesso non in modo regolare. Molti di loro sono senza genitori, sono nati in Italia e affidati, nei casi più fortunati, a qualche parente.
Il primo diritto di questi bambini è quello all'identità, per evitare che finiscano nei circuiti criminali. Dovrà occuparsi del problema dei minori e dei nomadi che vivono nei campi anche un tavolo tecnico, costituito fra il ministero dell'Interno e le 33 organizzazioni coordinate dall'Unicef, per costruire una base di intervento su tre punti specifici contenuti nell'ordinanza: le prestazioni sanitarie di urgenza, l'integrazione sociale e il piano di scolarizzazione dei minori.
Il punto di vista delle associazioni, secondo il ministro Maroni, è «indispensabile».
Il modello Voghera: villaggi della solidarietà
La situazione di degrado sociale e sanitario presente nei campi abusivi è un problema che il governo intende risolvere anche realizzando nuovi campi nomadi sul modello adottato dal comune di Voghera, in provincia di Pavia. Si tratta di strutture intese come 'villaggi della solidarietà’, in cui sono previsti tutti i servizi fondamentali, gestiti in modo trasparente, come condomini orizzontali, per garantire la sicurezza di chi vive dentro e di chi vive fuori.
Il prossimo obiettivo.
L'obiettivo che il Governo intende raggiungere entro maggio, massimo giugno del prossimo anno, è quello di passare dai campi nomadi autorizzati o tollerati, ovvero quelli abusivi, al modello del 'villaggio attrezzato', che prevede la realizzazione di una struttura in regola con le norme igienico-sanitarie e con le prestazioni e i servizi erogati dai comuni, come la fornitura di acqua, di luce e la raccolta dei rifiuti. Conclusa la fase del censimento, infatti, il ministro Maroni porterà avanti un programma articolato nei seguenti quattro punti:
- sgombero dei campi abusivi e ripristino delle condizioni igienico-sanitarie minime nei campi attrezzati
- individuazione di altri siti idonei per i campi che saranno chiusi
- realizzazione dei primi interventi per la nascita dei cosiddetti ‘villaggi attrezzati’
- adozione dei piani di scolarizzazione per i minori.
Tale modello, che potrà essere esteso a tutti gli enti che lo richiederanno, permetterà, di ospitare chi, tra coloro che oggi vivono nei campi, ha diritto a stare». «Non consentiremo - ha confermato il ministro Maroni - l'apertura di nuovi campi abusivi».
[28 ottobre 2008]