Il ministro dell’Istruzione ha intenzione di promuovere il berlusconismo  nelle scuole e nella cultura. L’ha detto a Il Giornale. E a me ha fatto  paura. E ricordato un libretto che girava durante il fascismo.
 
Ce n’è di gente da aggiungere alla lista dei peggiori: una schiera di  inetti e facilitati, catapultati su poltrone che neppure pensavano  esistere. Una sciagura: la gestione del Paese nella valigetta di  perfetti incapaci.
E allora si piazzi pure quello stinco di santo di Brancher al  Federalismo, a far coppia al “quasi-deambulante”, al secolo Umberto  Bossi. Si scalfisca la figura istituzionale all’estero con ministri  della fatta di Franco Frattini. Si citi un inqualificabile Calderoli a  sbianchettare norme senza spiegarne la logica. Ma a me, a dirla tutta,  preoccupa la Gelmini.
Lo
  leggi sul Giornale di ieri: il ministro dell’Istruzione ha  intenzione di
Proporre il berlusconismo, una conquista del Paese che vogliamo  difendere non solo all’interno del Pdl ma anche in un ambito culturale  in cui vige l’egemonia della sinistra, che pensa che il centrodestra sia  privo di identità culturale. Invece il berlusconismo ha cambiato la  politica e il Paese, richiamandosi alla rappresentanza popolare, alla  chiarezza dei programmi e del linguaggio, al legame con gli elettori.  Non è qualcosa da mettere tra parentesi, come vorrebbe la sinistra che  propaga la sua retorica del pessimismo. Ma proprio perché è un momento  di crisi e di difficoltà non si può diffondere sfiducia ma è necessario  puntare sull’ottimismo della volontà.
Sì. Chi decide su scuola e formazione vuole instillare il germe del  berlusconismo nelle aule, nella cultura. Insieme a Frattini e Bondi  “abbiamo voluto agire nelle roccheforti della sinistra: la scuola,  l’università”.
A me fa paura lei. Perché il suo è un dicastero fondante, è l’ossatura  della società dei prossimi anni. Non sarà sufficiente cambiare montatura  degli occhiali a ogni conferenza pubblica, come il ministro insegna.  Spaventarsi prima, prego. Prima che ai bambini tocchi imparare che lui,  Silvio Berlusconi,
è un figlio del popolo venuto dalla miseria. E’ l’uomo più grande e più  buono del mondo. Egli in un decennio ha fatto diventare l’Italia la  prima nazione del mondo
(“Libro Fascista del Balilla“, Vincenzo Meletti, 
adottato  nelle scuole nel ‘34)
No perché ieri
  l’ha già detto.
U‘
La Gelmini: "Portiamo il berlusconismo nella cultura" - AgoraVox Italia