Mettiamoci nei panni di un turista straniero. Che sbarca a Fiumicino per la prima volta, emozionato perché il sogno di una vita, visitare Roma, sta per diventare realtà. Seguiamone le tracce e l'itineriario, saliamo con lui e la sua famiglia sul bus turistico scoperto, accompagnamolo in una passeggiata a piazza Navona, o a un picnic nei giardini di Villa Borghese. Vedremo la capitale con i suoi occhi da neofita, e noteremo che la città - al netto dei capolavori mozzafiato che gli avi ci hanno lasciato - è brutta. O, per dir meglio, devastata da un inquinamento estetico che rovina e sfregia ogni bellezza, da un degrado che inizia a dar fastidio anche a chi dovrebbe esserci abituato. Perché Roma sembra vivere un processo di napoletanizzazione, opposto al trend virtuoso che avrebbe dovuto avvicinarla, come prometteva chi ha vinto le elezioni, ai soliti esempi europei. Parigi e Barcellona in testa.
Giorno 1. Partenza dall'aeroporto, direzione centro storico. A parte il degrado in cui versa il Leonardo da Vinci di Fiumicino, sulla Cristoforo Colombo il nostro turista conterà subito centinaia di cartelloni pubblicitari 4 metri per 3. Affissioni che decorano come funghi tutte le strade della città, nascondendo palazzi, chiese, monumenti. Ma quanti sono?, si domandano all'unisono il turista e il cittadino romano. In tutto ne sono censiti 32.600, ma quelli abusivi sembra siano altrettanti. Nessuno li toglie. Una delle zone più devastate è Roma nord, Corso Francia in particolare, dove non risparmiano aree tutelate.
Il nostro turista può anche ammirare, passando nelle vie residenziali di Prati dov'è il suo albergo, accrocchi di due metri quadrati innalzati sopra le edicole, comprese quelle liberty. Una roba mai vista sul pianeta, ma prevista da un'ordinanza del 2006 (giunta Vetroni) e rivista in peggio nel 2010 (da Alemanno): invece che su una delle quattro facciate, gli spot possono essere messi "sulle edicole". Il Comune è in rosso e ha bisogno di incassare: non a caso pali-orologi con sotto un pannello pubblicitario hanno invaso l'intero centro (dal 1980 interamente patrimonio dell'Unesco), con il record imbattuto di via Nazionale: 26 orologi luminosi che segnano 24 fusi orari differenti.
Giorno 2. Il tour parte da piazza di Spagna. Alle ore 9, di fronte alla Barcaccia del Bernini, la famiglia vede tre camion della monnezza che si "passano" i rifiuti. Spettacolo incredibile, per olezzo e rumore, replicato in contemporanea a piazza Navona, Campo dei Fiori e Campidoglio. C'è da smaltire la differenziata raccolta la sera precedente. I turisti dormivano, ma se avessero fatto una passeggiata a Trastevere, verso mezzanotte avrebbero trovato per il quartiere una distesa di rifiuti a cielo aperto: gli addetti dell'Ama arrivano quando capita, e quando capita cittadini e negozianti mettono in strada i loro sacchetti.
Nel pomeriggio, dopo aver contato una decina di folkloristici camion bar tra piazza Venezia e i Fori imperiali - alcuni parcheggiati sulle strisce pedonali - la visita prevede una gita nei giardini storici. Sono le 16: i cassonetti senza coperchio si sono già riempiti, e strabordano monnezza. A volte sono sistemati sopra le fermate degli autobus o sui parcheggi. Oppure - come in via Turati, nei pressi di Termini - invadono la corsia preferenziale. Arrivati a Villa Celimontana, il turista incrocia subito transenne che circondano le aiuole. Non sanno che sono lì da mesi, a nascondere fossi ed erba alta mezzo metro. I romani protestano anche per le condizioni di Villa Borghese, per l'abbandono di Villa Sciarra, del Foro, per non parlare dei giardinetti della Garbatella, dell'Esquilino o della centralissima piazza Cairoli, a via Arenula. Prima di andare a letto, un salto alla Fontana di Trevi: una meraviglia, protetta a destra e sinistra da bar mobili e bancarelle abusive.
Giorno 3. Shopping in via del Corso. Turisti e romani sono imbottigliati nel traffico, causa la solita invasione di torpedoni. Davanti al teatro di Marcello sono parcheggiati in terza fila, pure Largo Argentina è intasato. La giunta è corsa ai ripari, e il nuovo piano anti-autobus partirà il primo luglio. Ma cambierà poco: se il regolamento prevede massimo 300 permessi giornalieri, si liberalizza l'entrata in centro per chi ipotizza una sosta inferiore alle due ore. Chi controllerà davvero? Finite le compere, seguiamo la famiglia in piazza del Popolo. Come sempre, piena di gazebo di plastica.
Proviamo con il Circo Massimo, dove c'è ancora traccia dello stadio da 2500 posti per il beach volley, un accampamento davanti al Palatino. "Da noi non sarebbe possibile", dice. Non sa ancora che a Roma qualcuno progetta grattacieli alti cento metri vista Colosseo, e che sono state aperte discoteche a cielo aperto al Galoppatoio e davanti alla Galleria di Arte moderna di Valle Giulia. No quella no: è stata chiusa.
L'Espresso - Due anni di Alemanno. Voto: 3
e meno male che alemanno doveva migliorare la (gia brutta) condizione di Roma...