ROMA - Dopo l'Ara Pacis, la Resistenza, le Fosse Ardeatine, la Comunità Ebraica, il neo sindaco di Roma Gianni Alemanno è alle prese con il mondo omosessuale, in particolare con l'annuale Gay Pride previsto nella Capitale per il prossimo 7 giugno. Scintilla della polemica, destinata ad aumentare con l'avvicinarsi dell'appuntamento, è quando detto dal sindaco di centro-destra alla domanda «Gay Pride sì o no?» che gli è stata posta in un'intervista su Rainews24. Alemanno ha risposto che «il problema non è omosessuale sì, omosessuale no: è esibizionismo sessuale sì, esibizionismo sessuale no, e di questo discuteremo in consiglio comunale e cercheremo di trovare una formula che non offenda nessuno».
ESIBIZIONISMO - «Io ho tutto il rispetto possibile per le persone gay, ne conosco alcune», ha aggiunto Alemanno sottolineando di non fare «discriminazioni nei confronti della persone». Tuttavia, per il sindaco di Roma, «il Gay Pride è un fatto di esibizionismo sessuale e io sono contrario all'esibizionismo sessuale, sia omosessuale sia eterosessuale. A me non piace questa forma un pò aggressiva e non positiva neanche per chi manifesta».
LE REAZIONI - Immediate le reazioni dell'universo omosessuale. Il presidente dell'Arcigay di Roma Fabrizio Marrazzo, ha invitato il sindaco di Roma, Alemanno, a partecipare al Gay Pride di Roma «per conoscere da vicino il senso profondo del Pride e le storie di migliaia di cittadini che non vedono riconosciuti i propri diritti. Il Gay Pride non è un'ostentazione o un' esibizione del proprio orientamento sessuale, ma un momento di riflessione per le persone lesbiche, gay e trans e un'occasione di dibattito pubblico e infatti il Comune di Roma ha sempre concesso il patrocinio». Invito a partecipare ai cortei che si svolgeranno nelle rispettive città esteso anche ai sindaci di Milano e Bologna, Letizia Moratti e Sergio Cofferati. Per il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, organizzatore del corteo dal 1994, «da sempre il Gay Pride non è mai stato e non sarà mai una mera 'ostentazione sessualè. Si tratta invece di un momento di richiesta di diritti negati».
OSSESSIONE - Secondo l'ex candidato del costituente partito socialista a sindaco di Roma e direttore di «Gaynews» Franco Grillini, «l'ossessione della destra è evidente perchè per costoro, l'unico omosessuale buono è quello che si nasconde, che non rivendica visibilità e non rivendica diritti. Anzichè una manifestazione gioiosa piacerebbe a lorsignori farcene fare una funerea, tutti in nero...». Parole concilianti nei confronti di Alemanno sono invece arrivate dal presidente di Gay Project, Imma Battaglia, una delle promotrici del World Gay Pride del 2000 che si tenne a Roma nell'anno del Giubileo e creo parecchi problemi all'allora sindaco di Roma Francesco Rutelli, il quale per venire incontro alle richieste del Vaticano ritirò il patrocinio. «Incontriamoci - ha detto ad Alemanno - e proviamo la strada dell'ascolto e della condivisione, attraverso la conoscenza reciproca, per costruire una città veramente di tutti».
IN CRAVATTA - GayLib, i gay liberali di centrodestra, hanno proposto un corteo «in giacca e cravatta», mentre il ministro uscente per le pari opportunità Barbara Pollastrini si è detta «non stupita». Un consiglio ad Alemanno arriva dalla vedova del leader del Msi Assunta Almirante: «È una questione personale che attiene alla coscienza. Io personalmente non ci andrei al Gay Pride, per il rispetto generale della città. Il comune di Roma immagino che autorizzerà la manifestazione, e già questa è un'apertura importante, cioè un gesto di attenzione e sensibilità».
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