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Siamo il Paese dei figli di papà lo stipendio è un fatto ereditario

  1. #21
    Rum e Cocaina Sally
    Donna 40 anni da Carbonia-Iglesias
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Quote Originariamente inviata da Eurasia Visualizza il messaggio
    In Italia esiste una bassa mobilità sociale, ma è vero che spesso il problema risiede nelle famiglie stesse. In una Paese come il nostro, dove l'unico canale ufficiale di promozione è la scuola, ci scontriamo con un tasso catastrofico di abbandoni scolastici stimato al 18,5%. L'impegno dovrebbe essere orientato prima di tutto nel convincere le famiglie che conviene lasciar studiare il proprio figlio, quanto meno nel conseguire il diploma di scuola media superiore. La maggior parte delle famiglie appartenenti a dei retroterra culturali bassi e medio-bassi preferisce adottare delle soluzioni di breve termine e quindi convince il figlio a lavorare anzichè a studiare.
    Quindi, se è vero che da un lato in Italia esistono tanti figli di papà e canali di accesso privilegiati, è anche vero che si dovrebbe educare all'istruzione (alcuni sono riusciti, per questo motivo non lavorano più in magazzino come i genitori).
    alcune famiglie lo fanno perchè non riescono a mantenere gli studi del figlio. Sembra una càzzata, ma anche solo pullman e libri sono un casino di soldi... mio fratello ha speso 400 euro di libri per una 4° superiore itis. Io non li spendo neanche in 3 anni quei soldi (anche perchè vado in biblioteca quando posso) è davvero troppo... nel mio paese c'è gente che vive ancora con capre e mucche, vende latte, formaggi ecc... e certi spese non se le può permettere. Quindi anche avendo un figlio super intelligente lascia perdere, e preferisce avere una mano in più in casa che aiuta coi lavori.

    In ogni caso il problema della mobilità sociale non è dovuto solo allo studio, anzi; in molti paesi la laurea è garanzia di un salario 'medio' e accesso a posti di lavoro privilegiati. Da noi lo è raccomandazione. Giusto l'altro giorno il prof ci parlava del lavoro del traduttore (quelli che traducono i libri) e ha detto chiaro e tondo che se non hai qualcuno che ti presenta o mette una buona parola per te quel lavoro non lo farai mai. Semplicemente perchè le case editrici vogliono andare 'sul sicuro'... e non è che sia chissà che lavoro prestigioso, con chissà quale stipendio... quindi figuriamoci gli altri.


  2. #22
    Eurasia
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Sally Visualizza il messaggio
    alcune famiglie lo fanno perchè non riescono a mantenere gli studi del figlio. Sembra una càzzata, ma anche solo pullman e libri sono un casino di soldi... mio fratello ha speso 400 euro di libri per una 4° superiore itis. Io non li spendo neanche in 3 anni quei soldi (anche perchè vado in biblioteca quando posso) è davvero troppo... nel mio paese c'è gente che vive ancora con capre e mucche, vende latte, formaggi ecc... e certi spese non se le può permettere. Quindi anche avendo un figlio super intelligente lascia perdere, e preferisce avere una mano in più in casa che aiuta coi lavori.

    In ogni caso il problema della mobilità sociale non è dovuto solo allo studio, anzi; in molti paesi la laurea è garanzia di un salario 'medio' e accesso a posti di lavoro privilegiati. Da noi lo è raccomandazione. Giusto l'altro giorno il prof ci parlava del lavoro del traduttore (quelli che traducono i libri) e ha detto chiaro e tondo che se non hai qualcuno che ti presenta o mette una buona parola per te quel lavoro non lo farai mai. Semplicemente perchè le case editrici vogliono andare 'sul sicuro'... e non è che sia chissà che lavoro prestigioso, con chissà quale stipendio... quindi figuriamoci gli altri.

    Per mobilità sociale intendo il passaggio da uno strato di reddito/culturale basso ad uno medio e così via a salire. L'unico strumento ufficiale che è stato dimostrato faciliti questo passaggio è l'istruzione, seppur in generale in Italia questa mobilità sia bassissima (intendo anche tra figli di dipendenti pubblici, tra figli di commercianti, il percorso in generale è costante e segue le orme genitoriali anche a differenza di settore). In ogni caso per lavorare un pezzo di carta, pubblico o privato è necessario, così come se vuoi farti notare da un prof. che ti raccomanda o da un commissario esterno/interno. Quindi si, sono d'accordo, ma se non si studia si hanno ancora meno opportunità di farsi segnalare o raccomandare.
    Capisco le spese, ma qui si parla di tassi catastrofici di abbandono già dalla media inferiore - questo vuol dire che non c'è alcuna sorta di stimolo nella prosecuzione. Lasciamo stare poi il discorso sull'università..

  3. #23
    Spotless Echoes
    Donna 32 anni da Roma
    Iscrizione: 21/6/2009
    Messaggi: 9,071
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    Per come la vedo io, soltanto una cosa potrebbe risollevare questa situazione di "immobilità sociale".
    Ed è la scuola. Una vera scuola, un sistema scolastico EFFICIENTE, senza pecche, senza vuoti. E' un'utopia , qui. Ma garatirebbe la possibilità a TUTTI di acquisire e crescere.
    Perchè vorrei sottolineare un altro fatto. A parte le raccomandazioni e i calci in culo...il figlio di un contadino e di un operaio non c l'h la stessa istruzione di un figlio di un professionista. Perchè la scuola è piena di lacune, perchè le ripetizioni non tutti se le possono permettere, perchè chi vuole davvero imparare e vuole avere una SOLIDA cultura deve per forza pagare se non ha laureati in casa.
    E' la verità.
    La tanto "ambita" meritocrazia si ha potenziando la scuola.
    Ma, si sa, l'impegno è quello che è...

    Quote Originariamente inviata da Eurasia Visualizza il messaggio
    Per mobilità sociale intendo il passaggio da uno strato di reddito/culturale basso ad uno medio e così via a salire. L'unico strumento ufficiale che è stato dimostrato faciliti questo passaggio è l'istruzione, seppur in generale in Italia questa mobilità sia bassissima (intendo anche tra figli di dipendenti pubblici, tra figli di commercianti, il percorso in generale è costante e segue le orme genitoriali anche a differenza di settore). In ogni caso per lavorare un pezzo di carta, pubblico o privato è necessario, così come se vuoi farti notare da un prof. che ti raccomanda o da un commissario esterno/interno. Quindi si, sono d'accordo, ma se non si studia si hanno ancora meno opportunità di farsi segnalare o raccomandare.
    Capisco le spese, ma qui si parla di tassi catastrofici di abbandono già dalla media inferiore - questo vuol dire che non c'è alcuna sorta di stimolo nella prosecuzione. Lasciamo stare poi il discorso sull'università..

    Ho letto solo ora il tuo commento, ho scritto non volendo quasi le stesse cose XD

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