Qui in italia molti giovani"ereditano" il posto di lavoro dei genitori.
E' la prova che il nepostismo prevale sulla metrocrazia oppure un semplice fatto di scelta personale?
LE ASSUNZIONI DEI NEOLAUREATI IN ITALIA SONO PARI AL 40% DI TUTTE
Le grandi aziende italiane continuano ad investire sul fronte delle assunzioni di neolaureati. Secondo quanto riporta la guida ACTL “Dall’università all’azienda, un’indagine svolta dal gruppo Hay segnala che le assunzioni di neolaureati nel 2006 sono state pari al 40% di tutte le assunzioni rispetto al 37% del 2005.
I settori con maggiori opportunità sono stati quelli più direttamente legati al business: il 37% è stato infatti assunto nelle vendite mentre il 16% nell’area produttiva.
La laurea, in ogni caso, afferma Gian Battista Rosa, autore della Guida ACTL Dall’università all’azienda, è un titolo di studio che aiuta l’ingresso nel mondo del lavoro: il livello nazionale di disoccupazione dei laureati è circa la metà di quello totale e i tempi di ricerca del primo lavoro sono scesi a 10 mesi.
Favoriti i laureati in Economia e Commercio che trovano in media un’occupazione a 3 mesi dalla laurea, gli ingegneri che trovano occupazione nell’arco di 4/5 mesi, come in generale tutti coloro con lauree tecniche. In difficoltà sono invece ancora i giovani laureati in materie umanistiche: secondo le ricerche di Almalaurea meno di 1 laureato su due ha un lavoro stabile entro i tre anni. Anche per questi ultimi, però, l’uscita dal precariato è possibile avvicinandosi al mondo del lavoro con un master, i corsi del Fondo Sociale Europeo o con uno stage.
Lo stage si conferma il metodo più efficace e spesso “percorso necessario per entrare nel mondo del lavoro. Viene utilizzato da oltre il 90% delle aziende e si converte in assunzione nel 33% dei casi. Secondo un’indagine ACTL però, la percentuale sale al 70% se si considera il livello di assunzione a 6 mesi dal termine del tirocinio formativo: talvolta la conquista di un posto di lavoro avviene in virtù dell’esperienza acquisita durante lo stage ma in un’azienda diversa da quella in cui si è svolto il tirocinio formativo.
Il “contratto di inserimento è usato invece dal 61% delle aziende ed è la formula contrattuale più diffusa, insieme al contratto a tempo indeterminato, per le risorse che hanno già alle spalle un’esperienza.
DA NORD A SUD: IL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA
Permangono differenze tra i livelli di assunzione nel nord e nel sud Italia: a tre anni dalla laurea, nel nord è disoccupato meno di un laureato su dieci, nel sud circa uno su cinque.
Questo spesso per una scarsa propensione alla mobilità: il 25% delle aziende riscontra difficoltà a far accettare proposte lontano dalla residenza dei neolaureati.
Il 38% delle inserzioni riguarda il Triveneto, mentre la Lombardia raggiunge un valore pari al 20%.
In crescita le possibilità di lavoro in Lazio (regione che ha registrato la maggior crescita occupazionale) come anche nelle Marche e in Puglia. Sicilia e Sardegna generano invece insieme soltanto il 5% delle inserzioni.
Si assiste ad uno spostamento delle assunzioni di personale specializzato dalle grandi città ai centri minori. Nelle città rimangono le sedi amministrative (che spesso vengono ridimensionate) mentre in provincia si trovano per lo più le sedi operative che devono essere sempre alimentate da nuove risorse.
Le maggiori opportunità di impiego per i neolaureati avvengono inoltre nel terziario (oltre l’80% dei laureati nel 2006 ha trovato lavoro in questo settore). Di gran lunga inferiori le possibilità nel settore industriale (solo il 16% dei neolaureati ha trovato un impiego in questo ambito).
LE RETRIBUZIONI PER I NEOLAUREATI
La retribuzione di un neolaureato italiano è più bassa rispetto alla media europea ed è bassa in proporzione a quella percepita dai neodiplomati che, con 4 anni di istruzione in meno, arrivano a guadagnare l’80% dello stipendio dei neolaureati.
Secondo un’indagine riportata sulla guida “Dall’università all’azienda (Fonte O&D) i giovani neolaureati, inseriti con contratto di inserimento o a tempo indeterminato, guadagnano attorno ai 20/21 mila euro lordi, e in termini di benefit aggiuntivi quasi tutti possono contare su una mensa o sui buoni pasto.
Nell’arco di qualche anno la laurea offre però dei vantaggi anche dal punto di vista retributivo: tra coloro che hanno meno di 30 anni e sono inquadrati come quadri, i laureati guadagnano di più dei diplomati nonostante abbiano un’anzianità aziendale minore. Tra i laureati il 18% diviene quadro prima dei 30 anni contro il 6% dei non laureati.
La stessa indagine dichiara che i laureati sotto i 30 anni guadagnano il 12% in più dei colleghi non laureati.
Quali sono i settori più remunerativi? Maggiori guadagni si hanno nei settori chimico farmaceutico, petrolifero e del largo consumo che offrono stipendi fino a 25 mila euro.
Più basse le opportunità di guadagno nelle aziende che operano nei servizi e della grande distribuzione con stipendi intorno ai 20 mila euro.
www.dols.net
a cui si aggiunge questo link da cui e dedotta la domanda iniziale che lunghezza dello stesso
lascio solo il link ma che completa tutta la visione d'insieme dell'argomento
Contro i giovani. La discriminazione dei giovani in Italia