Originariamente inviata da
Tallulah
Quando c'era qualcuno che stava male, lo capivo subito.
Quando qualcuno sorrideva, con le labbra allinsù, forzate lo capivo, e lo abbracciavo.
Quando qualcuno mi diceva che quelle lacrime erano dell'allergia e non della sua tristezza, lo capivo.
Ma tu, quando ti sedevi sul mio letto a raccontare le tue disgrazie, io stavo in silenzio perchè non sapevo mai cosa dire.
Avevi quel blocco dentro lo stomaco, sentimenti amari che uscivano così, senza neanche un sorriso.
Qualche volta ti scendevano delle lacrimucce, e pensavo "ca**o, cosa devo fare per te", e l'unica cosa che facevo era farti quel sorriso così idiota che pure io sentivo la sua falsità, e poi.. poi ti abbracciavo. L'abbraccio non era forzato però. Le mie braccia non riuscivano a contenerti.
Era un abbraccio che ti doveva proteggere dal male, ma a quanto pare non è stato efficace.
Ancora ora, mi chiedo, continuamente che cosa avrei potuto fare di più.
Meno sguardi e più parole di conforto?
Sorrisi meno forzati? e più sorrisi veri?
Più abbracci che ti dovevano proteggere da quel male compresso che avevi dentro?
Due anni, e me lo chiedo ancora.
E quella sera, tu sei partito. Con una corda..
E non ti ho più visto.
Se non ti veniamo a trovare, non ce l'avere con noi.
Due anni, fanculo.
Quanto ca**o passa il tempo?
E mi manchi, tanto.
Finito tutto in un soffio.
Per qualcosa che avevi dentro.
E se ora ci penso, beh quello che mi dicevi non era tutto quello che avevi dentro.
E ho tanto rancore verso di te, perchè mi sento di me**a.
E quando ho ricevuto la telefonata, mi sono sentita impotente, stupida e inutile.
Non sono stata capace.
Tu con me dovevi piangere, tanto quanto piangevi dentro.
Non dovevi dirmi che quelle lacrime erano perchè eri allergico.
Tu non ce la facevi più.
Chissà che stai facendo..