Andy Warhol, uno sterile provocatore, che ha confuso l'arte con un prodotto di consumo.
Andy Warhol, uno sterile provocatore, che ha confuso l'arte con un prodotto di consumo.
Provo irritazione verso Caravaggio, colgo sempre lo sfoggio del vizio in ogni suo dipinto, in ogni espressione fintamente soave, lo detesto.
Poi, una delle correnti che più ho odiato è il Futurismo; ogni artista futurista per me rappresenta la noia.
A chi piace...
Strano davvero anche perché loro si prefiggevan tutto il contrario di tutto ciò che può dar noia
Poi in linea di massima se un artista ha bisogno di essere spiegato perché il messaggio racchiuso nella sua opera sia comprensibile, ha fallito.
Ma questo fallimento può dipendere da due fattori:
- I limiti espressivi del mezzo (non a caso i futuristi furono fra i primi a pensare ad opere d'arte multimediali per scavalcare le difficoltà espressive delle singole arti) ed allora è colpa dell'artista solo nella misura in cui è stato troppo ambizioso.
- L'incapacità comunicativa dell'artista e qui sì, è colpa sua.
Bisogna poi anche distinguere fra l'idea e la sua espressione. Eccellenti idee possono avere espressioni tecnicamente scadenti e viceversa; di solito perdono un artista che ha comunicato ottime idee con mezzi deboli ma non l'inverso.
Per questo io stimo moltissimo sconosciuti come Giacinto Gigante mentre se avessi a mia disposizione i girasoli di Van Gogh li userei come bersaglio per le freccette.
Strano davvero, lo so.
Per me le componenti ideologiche e teoriche del Futurismo sono prive di interesse.
L'uomo eroico, il mito della città, della materia, dell'elettricità e del dinamismo: per me non per forza tutto questo rappresenta il Flusso; per me non sempre il Flusso deve essere rappresentato così.
In più i vari motti di Marinetti non li condivido affatto.
Forse, l'unico futurista che potrei riuscire ad apprezzare è Giacomo Balla, ma Russolo, Boccioni, Carrà e Severini (soprattutto Severini) mi danno una noia mortale.