Io sono d'accordo in tutto e per tutto con Eurasia.
Il fatto che io e te siamo sopravvissute ai disagi adolescenziali non autorizza a ergersi con giudizi a mio parere inopportuni. Non approvo il suicidio, proprio perchè si tratta di una soluzione estrema va trattata con delicatezza, ma non per questo mi permetto di dare giudizi ,a mio modo di vedere le cose, superficiali e fin troppo cattivi.
C'è gente che vive in maniera psicologicamente normale nonostante GROSSE menomazioni fisiche, o nonostante stia lottando contro gravi malattie, o nonostante vecchi traumi o incidenti VERI.
Il suicidio di questa ragazza è uno sputo in faccia a tutta questa gente che è la lampante dimostrazione che la specie umana normalmente non va in malora al primo problema che le si para davanti.....ergo, non posso far altro che ribadire che è stata una sciocca....
Quello del genitore (anzi dell'educatore, che il ragionamento vale anche per una società emancipata che preveda un modello di famiglia più funzionale ai tempi), è uno dei mestieri più difficili del mondo.
Il fatto che una ragazza di 15 anni non voglia partecipare alla festa del fratellino (di qualunque tipo di festa si tratti, così tagliamo via pregiudizi di natura religiosa) mi sembra già una riprova di come i genitori della ragazza suicida siano stati incapaci in tale mestiere.
Io dico che in un'educazione sana, si debba distinguere tra alcune cose che devono decidere gli educatori e altre per le quali deve essere lasciata libertà di scelta ai ragazzi. Scegliere se assistere o no a una partita di calcio o a una funzione religiosa, credo proprio che debba far parte del secondo insieme, quello a libero arbitrio del giovane.
E' chiaro poi che nessuna motivazione può giustificare un suicidio se non si entra in una condizione mentale per la quale si concepisca l'inutilità della vita. E siccome la nostra vita è fatta di relazioni sociali e per come è costituita la nostra società le relazioni sociali coi propri familiari (soprattutto a 15 anni) sono tra le più importanti, io dico che questi genitori dovrebbero farsi un esame di coscienza.
E' chiaro poi, come ha detto qualcuno, che la questione della comunione del fratello sia stata solo la goccia che ha fatto traboccare il calice.
Il rifiuto di partecipare alla comunione del fratello è stata una manifestazione di disagio e questi sapienti genitori, fra la festa e il disagio, hanno scelto di curarsi della festa, senza nemmeno un tentativo di mediazione fra le due necessità... Questa è un'altra analogia con l'islamico che sgozza la figlia per vestire europeo: tra il disagio della propria figlia e l'opinione della gente, hanno scelto l'opinione della gente, al pari della festa religiosa del cattolico... insomma in entrambi i casi l'esigenza e il disagio del proprio figlio è passato in secondo piano.
Io per mio figlio farò tutto e lo anteporrò a qualunque esigenza mia. Sono convinto che se così avessero fatto i due genitori in questione, probabilmente quella ragazza sarabbe volentieri andata alla comunione del fratello, magari per terminare anzitempo il pranzo e uscire con le amiche...
Bè Abel io non sono del tutto d'accordo però...
L'educazione di un figlio sta nell'insegnarli anche il rispetto.
Se è da un anno che si sa che il giorno tot c'è la comunione del fratello, e la ragazzina 15enne (età tipica della crisi adolescenziale in cui la parola chiave è "contraddire l'adulto") fa scenate perchè proprio quel giorno le è venuta voglia di uscire con le amiche, io da genitore ti dico "Senti da brava, con le amiche ci esci un altro giorno, per questa domenica avevamo preso un impegno".
In primis perchè a 15 anni non esisterebbe nemmeno che io lascio un figlio a casa da solo una giornata intera.
In secondo luogo perchè deve capire che nella vita a volte bisogna fare qualche piccolo sacrificio che non costa assolutamente nulla e rispettare gli impegni presi.
E' ovvio che una persona, per quanto sia giovane, deve comunque avere libero arbitrio, ma finchè non è grado di gestirlo con coscienza ci vuole una guida.
Se da adulta suo fratello la invita al suo matrimonio lei cosa fa, non accetta perchè quella domenica deve uscire a fare shopping?
Può farlo certo, ma converrai con me che non è un comportamento educato.
E tu il rispetto come lo insegneresti? Con l'imposizione? Mmmmh... Con l'imposizione al massimo puoi strappare un comportamento di apparente rispetto, ma poi sulla bomboniera di mio fratello ci potrei anche piantare un ago satanico che ne favorisca il rimponimento...
Se al matrimonio di mio fratello non ci vado perché quel giorno devo fare shopping, sarà che mio fratello non fa parte della mia vita ed è questo il punto dolente, non che io ci sia o meno alla celebrazione nuziale...
Comunque di questa storia ne sappiamo ben poco per fare deduzioni precise, quel su cui mi sembra che siamo d'accordo è che si tratta di una superficialità estrema pensare che il tragico evento possa essere accaduto per non poter utilizzare il cellulare.
Comunque se io avessi una figlia 15enne che mi facesse un pezzo come quello in oggetto, mi preoccuperei di quel che prova. La sua è una richiesta di aiuto. Lo so che è difficile aiutare una 15enne, che il suo "problema" il più delle volte è irrisolvibile, che si tratta del timore di essere brutta, oppure di essersi appassionata di un ragazzo che la ignora, o di scarsa autostima nel confrontarsi con la sua amica fighetta, magari proprio quella con cui si è sentita al telefono prima di suicidarsi... resta il fatto che non si può ridurre tutto a una questione di "rispetto".
Il "rispetto" bisogna pure guadagnarselo! Il "più dai e più ricevi" vale anche per un genitore... Ovviamente nulla possiamo dire nel caso in oggetto, ma più in generale certi genitori si eclissano per apprire quando c'è da pagare i conti, inkazzarsi il giorno dei colloqui coi professori, qualche megaregalo, qualche megadivieto e credono che vada bene così... e magari si ritengono anche genitori perfetti per aver fatto il sacrificio di tirar fuori i 1000 euto per la festa della comunione e dopo tutti 'sti sacrifici ci mancherebbe pure che tu figlia non ci vuoi venire...
mi da fastidio il "le tolgono il cellulare, s'impicca"..
se mi tolgono il cellulare non mi impicco.. se ho gravi problemi psicologici, traumatici, di fondo.. mi impicco.. e il cellulare c'entra poco..