La madre, tra le lacrime, protesta al trattamento riservato al figlio. Protesta davanti all'istituto. La dirigente scolastica: «Sono sconvolta»
PADOVA - «È incivile che il nostro bambino sia stato portato via in questo modo». A dirlo, tra le lacrime, la madre del bambino di 10 anni portato via da alcuni agenti in borghese da una scuola elementare del Padovano mercoledì mattina su ordine della Corte d'appello della sezione minori di Venezia. La madre del bambino, assieme ai nonni del piccolo ed una mezza dozzina di mamme, ha messo in atto giovedì mattina una protesta con dei cartelli davanti alla scuola. Sui cartelli scritte come: «I bambini non sono né bestie né criminali» ed ancora «i bambini vanno ascoltati». Angosciati per la vicenda i nonni del bambino. «Da sei anni mia figlia vive un incubo e noi con lei - spiega Alfonso G., 62 anni - mia figlia ha ricevuto 23 querele dal suo ex marito, tutte archiviate. Il bambino vive con lei e non vuole vedere il padre che è percepito dal piccolo come troppo autoritario. Quello che è successo mercoledì è incredibile».
Il bambino era visto dal padre, secondo gli accordi successivi alla separazione avvenuta otto anni fa, una volta alla settimana in colloqui protetti e trascorreva con lui due fine settimana al mese. Il padre, però, ha ottenuto recentemente dal tribunale dei minorenni un'ordinanza che stabilisce la necessità dell'allontanamento dalla casa materna del bimbo, che attualmente si trova in una casa famiglia a Padova, in carico ai servizi sociali. Secondo quanto stabilito dal giudice della Corte d'appello della sezione minori di Venezia, va recuperato il rapporto con il padre e per questo gli agenti mercoledì, assieme al consulente tecnico del pubblico ministero ed ai tecnici dei servizi sociali, hanno prelevato il bambino da scuola. Nel mese di agosto e settembre altri due tentativi di portare via il piccolo dalla casa materna erano falliti per l'opposizione del bimbo, che per non essere portato via dalla madre, si era nascosto sotto al letto.
Di qui la decisione di intervenire a scuola. «Anch'io sono rimasta sconvolta e turbata da quanto ho visto mercoledì - spiega la dirigente scolastica -. Abbiamo fatto uscire dalla classe i compagni dell'alunno destinatario del provvedimento del giudice e solo dopo sono entrati gli assistenti sociali e i poliziotti. Tutto all'interno della scuola si è svolto senza urla e senza che gli altri compagni di scuola vedessero, in quanto sono rimasti dentro le aule fino a quando il bimbo è stato portato in auto. Ho visto le immagini di "Chi l'ha visto", fornite alla trasmissione dalla zia del piccolo, e mi hanno fatto piangere, perché penso alla situazione drammatica in cui si trova il piccolo». (Ansa)
Fonte: corrieredelveneto.corriero.it