Attentato Brindisi, sentito un sospetto
Manganelli: «Né anarchici, né mafia»Gli  inquirenti starebbero valutando il fermo dell'uomo interrogato, un  benzinaio leccese. Forse una vendetta privata. Il pm di Lecce: quando ci  saranno novità, le sapreteROMA - Inquirenti e investigatori starebbero valutando l'ipotesi di  fermare la persona sospettata di aver avuto un ruolo nell'attentato alla  scuola Morvillo Falcone di Brindisi avvenuto il 19 maggio scorso, nel  quale è morta la sedicenne Melissa e sono rimaste ferite altre cinque  studentesse.Il caso sembra essere a un punto di svolta, che potrebbe  arrivare nelle prossime ore: è quanto afferma l'Ansa dopo aver  contattato fonti qualificate. In particolare ci sarebbero accertamenti  in corso su una persona sospettata di aver avuto un ruolo nell'attentato  alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Si tratterebbe di un uomo  residente nella provincia di Lecce. Nel frattempo gli investigatori  hanno ascoltato un sospetto in caserma.
L'uomo interrogato sarebbe, secondo alcune  indiscrezioni, un benzinaio 68enne di Copertino. Sull'uomo, interrogato  senza difensori, ci sarebbero sospetti definiti «significativi». Finora  infatti - a quanto si è potuto sapere - nessuno è stato iscritto nel  registro degli indagati. Per il momento, l'interrogatorio viene fatto  senza difensori. Sarebbe stato inoltre sequestrato materiale ritenuto  rilevante per le indagini. L'uomo avrebbe agito per vendetta privata,  anche se al momento non c'è una conferma ufficiale. I motivi che  avrebbero spinto l'uomo ad agire, sempre secondo quanto si apprende,  potrebbero essere legati al preside Angelo Rampino, quando insegnava a  Trepuzzi, un altro paese del leccese. «Non ho titolari di pompe di  benzina come nemici» ha detto lui.
Procuratore di Lecce: ancora nessuna novità. «Quando ci  saranno novità, le saprete. Per il momento non ce ne sono» ha detto il  procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, riferendosi alle voci  rimbalzate da Roma circa possibili imminenti novità imminenti.
Manganelli: né mafia né Fai. L'attentato di Brindisi  non è opera né della mafia né degli anarcoinsurrezionalisti: lo ha detto  il capo della Polizia, Antonio Manganelli, rivelando che il giorno  della tragedia «i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un  telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico  per dire noi non ci entriamo. E anche per quanto riguarda la Fai faccio  fatica a immaginare che sia opera loro un attentato così vigliacco». 
«Prenderemo il colpevole». «Ho sentito molte  sciocchezze - ha proseguito Manganelli - La mafia non è oggi in  condizione di porsi in contrasto con lo Stato, né tanto meno si può  parlare di Br risorte. Ci troviamo a fare i conti con un'indagine che  deve dare risposte, e quando sapremo chi è stato sapremo anche la  matrice. E a chi è stato ci arriveremo. Noi lavoreremo ancora di più per  scoprire i fatti e fermare gli autori».