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Dal 2014 al Politecnico di Milano lezioni solo in inglese

  1. #31
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Sembra di rivivere, un secolo dopo, quanto accadeva quando andare a scuola era un'opportunità per imparare l'italiano anziché doversi esprimere nell'unica lingua praticata: il dialetto della propria regione.
    D'altra parte, per far si che essere europeo voglia dire qualcosa di diverso e di più dell'essere schiavi economici della Germania, anche utilizzare tutti lo stesso linguaggio è un passaggio essenziale.

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  2. #32
    Sower Eurasia
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    E' il minimo per un ente formativo che ambisce ad offrire ai propri allievi una carriera stimolante ed internazionale. Tralaltro, se non sbaglio, al Poli di Mi i criteri richiesti per l'ingresso ai percorsi triennali sono abbastanza elevati e per gli studenti ammessi ai percorsi di laurea magistrale non dovrebbe essere un problema seguire i corsi in inglese. Lo studio della lingua straniera applicata alle materie di studio è un'opportunità eccezionale. Può comprenderlo davvero soltanto chi, congedato dall'università, zoppica da auto-didatta o spende quattrini in scuole di inglese private per migliorare nella professione.
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  3. #33
    Vivo su FdT Rocknrolf
    Uomo 38 anni da Milano
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    Quote Originariamente inviata da Sedna Visualizza il messaggio
    E' il minimo per un ente formativo che ambisce ad offrire ai propri allievi una carriera stimolante ed internazionale. Tralaltro, se non sbaglio, al Poli di Mi i criteri richiesti per l'ingresso ai percorsi triennali sono abbastanza elevati e per gli studenti ammessi ai percorsi di laurea magistrale non dovrebbe essere un problema seguire i corsi in inglese. Lo studio della lingua straniera applicata alle materie di studio è un'opportunità eccezionale. Può comprenderlo davvero soltanto chi, congedato dall'università, zoppica da auto-didatta o spende quattrini in scuole di inglese private per migliorare nella professione.
    non sbagli, nella pagina precedente ho messo anche il link alla pagina del Polimi che lo dimostra.

  4. #34
    Sower Eurasia
    Donna
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    Quote Originariamente inviata da Rocknrolf Visualizza il messaggio
    non sbagli, nella pagina precedente ho messo anche il link alla pagina del Polimi che lo dimostra.

    Sì ho visto, mi riferivo anche ai criteri di cultura generale richiesti al test di accesso ai corsi triennali ed alla media maturata. Condivido in pieno il tuo punto di vista.

  5. #35
    blablaologa illusione
    Donna 109 anni
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    L'errore è nel non dare la scelta, a mio parere.

  6. #36
    Randagio
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da illusione Visualizza il messaggio
    L'errore è nel non dare la scelta, a mio parere.
    Io credo che come ovunque partirà un "progetto pilota".... almeno secondo logica..

  7. #37
    Scrivano Lucien
    Uomo 40 anni da Imperia
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    A me pare una cazzata quello che hai detto tu, anche se infarcita di tanti bei termini per fare il figo. Quando gli ingegneri italiani avranno a che fare con i sottoposti italiani parleranno in italiano. Gli ingegneri non sono noti per il multitasking mentale ma se imparano l'inglese non vuol dire che debbano dimenticare l'italiano o non riescano a scegliere quale delle due lingue sia più appropriato utilizzare. Italia, Paese di allenatori, politici e professionisti della critica fine a se stessa.
    Critica fine a sé stessa potrebbe anche essere il tuo intervento, se è per questo. Per quanto mi riguarda, qui non si tratta di dimenticare l'italiano ma i termini tecnici in italiano. Che sì, le parole giuste servono più che altro a fare i fighi, così come fa figo parlare inglese, ma a volte è anche necessario capirsi, specie in un campo dove l'esattezza delle nozioni comunicate è fondamentale. Oltre a questo ovvio motivo di buonsenso, non trascurerei il fatto che l'Italia ha una grande tradizione scientifica e non vedo nessun motivo per insegnare soltanto in inglese, come se l'italiano fosse una lingua indegna od inadeguata per la disciplina.
    In Francia, dove non sono così pronti a rinnegare la loro lingua e la politica si fa coi fatti e non col beauty case, alla facoltà di scienze si fanno tutti i corsi in francese e per chi ha smanie di globalizzazione ci sono dei corsi di inglese mirati ed efficaci. Un esempio a caso di come si farebbero le cose in un paese normale.

  8. #38
    Spotless Echoes
    Donna 32 anni da Roma
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    A me pare una cazzata quello che hai detto tu, anche se infarcita di tanti bei termini per fare il figo. Quando gli ingegneri italiani avranno a che fare con i sottoposti italiani parleranno in italiano. Gli ingegneri non sono noti per il multitasking mentale ma se imparano l'inglese non vuol dire che debbano dimenticare l'italiano o non riescano a scegliere quale delle due lingue sia più appropriato utilizzare. Italia, Paese di allenatori, politici e professionisti della critica fine a se stessa.
    ma nessuno dice che debbano dimenticare l'italiano :/
    un ragazzo a ventanni l'italiano lo ha imparato bene.
    E -comunque- se un italiano sta studiando in inglese è perchè conosce bene l'italiano.
    Nel momento in cui impari o stai usando una seconda lingua, la rapporti comunque ad un vocabolario italiano xD
    Nessuno sta dicendo che l'italiano è una lingua di secondo livello.
    Gli ingegneri che saranno a capo di operai italiani devono padroneggiarlo bene, come mi aspetto lo padroneggi uno che fino a ventanni ha fatto scuole italiane e che comunque vive in italia.
    Ma la figura dell'ingegnere, come molti altri professionisti scientifici, dovrà confrontarsi con pubblicazioni in inglese, centri di ricerca in inglese etc.
    L'inglese è la lingua della comunicazione e tra ingegneri di diversi paesi si parla quello.
    Perchè non associare l'impronta dell'università fatta all'italiana - a mio parere una delle migliori nel mondo- con la conoscienza di una lingua ugualmente importante e che non è accessibile a tutti?

  9. #39
    Sower Eurasia
    Donna
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    Qui però non si sta parlando di politicanti ma di professionisti che lavorerebbero in centri di ricerca e aziende dove il confronto internazionale è routine. Non possiamo lamentare un'Italia umanistica che non cresce se non siamo pronti ad affrontare un'innovazione linguistica in campi tecnici che potrebbero rappresentare un'importante fonte di crescita economica per il nostro Paese. Non me ne intendo di economia, ma sono certa che se un'università avverte l'esigenza di sperimentare dei corsi tecnici in lingua inglese è perchè ragiona in un'ottica di lungimiranza dei propri allievi. Tralaltro come è stato scritto sarebbe un programma curriculare da sperimentare, non credo che già dal primo anno tutti gli insegnamenti di tutti i corsi di laurea saranno in lingua inglese.

  10. #40
    Monkey slut! RedBullGaveMeWings
    Uomo 32 anni da Salerno
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    L'errore è nel non dare la scelta, a mio parere.
    La scelta c'è, è quella di studiare al POLITO o al POLIBA se proprio si vuole studiare in un politecnico.

    Io sono convinto che sia un buon passo per il POLIMI che ha da anni una certa posizione a livello europeo ed una discreta posizione a livello mondiale. Aspirano soltanto a migliorare nel contesto internazionale e fanno bene! Peccato che non ci sia il CdL di informatica, a me di ingegneria informatica, almeno momentaneamente, non mi interessa molto... Per fortuna che ci sono l'Università di Trento e la Libera Università di Bolzano, per non parlare poi dell'USI a Lugano.
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