In questo caso ci sono più certezze (di fallimento) che non "se".
E' gioco forza che questa bambina, molto prima di quanto noi possiamo immaginare, chiederà per quale motivo ella non ha una madre e non è per niente consigliabile raccontare a un bambino in tale situazione delle frottole.
Le diranno che la mamma doveva morire quando lei era nella sua pancia e che ha fatto il grande sforzo di vivere un mese ancora pur di farla nascere; che ella ha preso il suo nome e - che glielo dicano o no, la bambina lo dedurrà da sola - adesso la mamma vive per il tramite suo.
Io non credo che tutto ciò sia un presupposto per un'infanzia felice, spero di sbagliarmi per lei.
Poi, che un bambino già in vita perda un genitore è una cosa grave, alla quale sopravvive certamente, ma che non porta nulla di buono; la morte viene vissuta da tutti e ancor di più da un bambino, come un abbandono e l'abbandono è una delle cause più destabilizzanti nella crescita di un infante. Far nascere un bambino con tale abbandono già programmato, ripeto, è oltre a un errore una grande cattiveria.
L'egoismo del padre: si sarebbe potuto rifare una vita, una volta metabolizzato il lutto della moglie e una figlia avrebbe potuto averla da una donna viva, piuttosto cha da una morta prima di diventare madre.
Comunque si fa presto a parlare dal di fuori, di fatto quell'uomo ha dovuto prendere la sua decisione nel massimo del dolore per la scomparsa della moglie; questo non toglie che ha commesso un grave errore.