Scuola di Adro, il giudice: “Il Sole delle Alpi? Inaccettabile”
“Con dei simboli di partito negli edifici scolastici un docente non può essere veramente libero”, dice il tribunale civile di Brescia, nel condannare il comune guidato da Oscar Lancini, sindaco leghista.
C’è ancora un giudice ad Adro, il paesino della bresciana salito all’onore delle cronache – e delle polemiche – nazionali qualche tempo fa quando l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco leghista Oscar Lancini, imbottì il nuovo polo scolastico edificato dal comune con i simboli del Sole delle Alpi, runa celtica dei popoli preromani e poi adottato dalla Lega Nord come proprio emblema. La scuola comunale, dedicata all’ideologo della Lega Gianfranco Miglio, si era attirata addosso le critiche di tutta l’opposizione nazionale e locale, finanche del ministro dell’Istruzione in persona, Maristella Gelmini.
IL GIUDICE – L’amministrazione comunale di Adro era stata portata addirittura davanti al Tribunale dalla Cgil della provincia di Brescia, presentando “un ricorso per discriminazione contro il Comune di Adro, il ministero dell’istruzione e l’istituto comprensivo di Adro”. La sentenza, dopo mesi di tribunale, è arrivata proprio oggi: “Via i 700 Soli delle Alpi ad Adro, ci pensa il giudice civile di Brescia a mandarli definitivamente a casa con una sentenza. Nella scuola “Gianfranco Miglio” quei simboli non ci saranno più, ma dovrà essere esposto il Tricolore insieme alla bandiera Ue”, era, stamani, la sintesi del dispositivo della sentenza. Dunque rimozione e restaurazione della situazione corretta dal punto di vista legale per espressa disposizione del giudice, a carico del comune. E, in questi minuti, sono state depositate anche le motivazioni della suddetta sentenza: “Riempire una scuola con il Sole delle Alpi significa ‘imporre’ la ‘visione culturale del partito della Lega Nord’ nel ‘modo comune di sentire’ degli alunni ‘come la visione ‘normale”, scrive il tribunale del capoluogo lombardo; “il ‘vero e proprio inquinamento’ della scuola ‘con segni partitici’ incide sulla possibilita’ del docente ‘di attuare un modello educativo propositivo, e quindi realmente educativo’. Il giudice richiama, quindi, il tema dell’integrazione tra italiani e stranieri e la ‘visione’ della Lega Nord: ‘Si pensi al tema della convivenza tra soggetti comunitari ed extracomunitari, tema di assoluta sensibilita’, specie nei territori lombardi’. In questo caso, ad esempio, scrive il Tribunale, la presenza dei simboli della Lega ‘impone una prevedibile necessita’ di raffrontare il modello educativo del docente, quale esso sia, con la visione di parte che la simbologia diffusa nel plesso scolastico richiama”.
LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO – Insomma, l’impostazione del giudice è chiara: con un bel simbolo di partito sulle porte della scuola, il docente potrebbe sentirsi costretto ad aderire a quella specifica ideologia nel modulare la sua azione educativa: e questo sarebbe assolutamente contrario al principio costituzionale della libertà di educazione, che, al solito, vive nelle due facce dell’attività e della passività: libertà di essere educati e di educare senza nessun vincolo precostituito. Ma, dopo la sentenza, da Adro il sindaco stesso non ci sta, e protesta: “‘Rimuovere il Sole delle alpi? E allora chiedero’ ai giudici di rimuovere la scuola a Pavia fatta a forma di falce e martello o la piazza a Nichelino, in provincia di Torino, anche quella fatta a forma di falce e martello”, scrive nel pomeriggio Oscar Lancini, primo cittadino leghista del paese bresciano: “‘Se un simbolo che ho nel palazzo del comune dal 1600 e’ partitico, allora lo e’ anche la falce e martello e si deve rimuovere l’intera scuola a Pavia e la piazza a Nichelino, pagate con i soldi dei contribuenti ‘Non e’ -dice all’ADNKRONOS- che ci siamo alzati la mattina e abbiamo deciso questa cosa come degli sprovveduti. Non siamo gli unici. Nel 2005 il comune di Carru’ aveva messo ai piedi del monumento del Bue grasso il ‘Sole delle Alpi’ e una sentenza ha detto che non era un simbolo di partito, ma celtico. Analoga sentenza a Cividate Albiano, in provincia di Bergamo ‘i giudici hanno archiviato. Mi chiedo: ma quante repubbliche abbiamo in Italia? E poi ci si lamenta della perdita di fiducia nella magistratura”.
Scuola di Adro, il giudice: