"Se stesso" qualcuno di voi ha mai ragionato davvero sulla definizione di questa frase? e di quanto la sua interpretazione sia puramente soggettiva?.
Non ho mai ben capito perchè a volte la gente accusa gli altri di non essere pienamente quelli che realmente sono, ma pensandoci bene è un concetto e un modo di ragionare che non condivido.
Ogni persona tende a rapportarsi in modo diverso con ogni individuo che incontra a volte il nostro IO ci dice di cambiare, a volte anche se sembra che prendiamo parte a una recita in realtà siamo sempre noi, non c'è nulla di diverso, ogni azione, ogni gesto se pur differente dal precedente non indica che siamo persone finte.
Io sono questo , tutto ciò che faccio rappresenta me medesima e se anche decido di cambiare o di discostarmi da quello che sono sempre stata non vuol dire che fingo, sono sempre ME stessa in quanto sono io l'artefice di tale metamorfosi.
In effetti nessuno di noi sa chi è , non è possibile saperlo perchè l'essere umano è in continua evoluzione, siamo troppo abituati a vedere gli altri come essere costanti e quando invece subiscono un cambiamento non sembrano più le persone che abbiamo conosciuto, in verità in questo nostro non sapere chi siamo, c'è il nostro essere "noi stessi".
Per me tutte le persone sono se stesse, anche quando magari fingono o mentono non vuol dire che non lo siano.
Sta alla persona decidere cosa essere, distinguere il giusto dallo sbagliato, essere onesta o bugiarda, ma qualsiasi personaggio interpretiamo riamaniamo noi e sarà sempre cosi.
Per voi che significato ha la parola essere "se stesso?.
"Siamo prede della nostra mente!!!
Esiste un predatore e un predato. Tragica dicotomia!
Se non sono me stesso in quel momento, allora chi sono?
Sono un altro.
Ma un altro chi?
Un altro “me stesso”.
Altrimenti non sono niente.
Le maschere… le maschere! Sono molto… personalizzate.
Io indosso la “mia” maschera. Anzi, no, non una sola.
Arrivare a percepire l’intima mia essenza, e capire che il carnevale della vita prima o poi finirà
e le maschere cadranno. Questo è il senso.
Nel frattempo sono… niente. Oppure tanti.
E mi invento un IO che possa farmi sopravvivere, nell’attesa e nell’inganno;
che possa farmi dire “sono me stesso”… perché non sono te."