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Dal 2014 al Politecnico di Milano lezioni solo in inglese

  1. #21
    Vivo su FdT Rocknrolf
    Uomo 37 anni da Milano
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    decisione ottima, non vedo che aspetti negativi possa avere una decisione del genere.

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  2. # ADS
     

  3. #22
    Butterflies and Hurricanes Flou.
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    Quote Originariamente inviata da Rocknrolf Visualizza il messaggio
    decisione ottima, non vedo che aspetti negativi possa avere una decisione del genere.
    L'aspetto negativo é che se una persona é interessata a dei corsi del Politecnico ma vuole seguirli nella sua lingua madre non può.
    Dovrebbero lasciare scegliere, tutto qui.

  4. #23
    Amazzone Doc Juliet Miller
    Donna 29 anni da Venezia
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    Ma poi cavolo siamo in Italia non all'estero

  5. #24
    Vivo su FdT Rocknrolf
    Uomo 37 anni da Milano
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    L'aspetto negativo é che se una persona é interessata a dei corsi del Politecnico ma vuole seguirli nella sua lingua madre non può.
    Dovrebbero lasciare scegliere, tutto qui.
    Al politecnico è richiesto come prerequisito per accedere alle lauree magistrale un livello di inglese elevato (Politecnico di Milano: Esami e Certificazioni riconosciuti dall) quindi viene data per scontata la conoscenza della lingua inglese ad un certo livello. Moltissimi libri di testo ormai sono esclusivamente in inglese, per non parlare delle pubblicazioni, la cui importanza a livello della magistrale sta progressivamente superando quella dei libri di testo vista la continua evoluzione in certi campi.
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  6. #25
    Vivo su FdT Loller156
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    Ma poi cavolo siamo in Italia non all'estero
    Questa è la risposta più insensata.. siamo in Italia, ma la conoscenza non viene creata qua.. come già detto precedentemente, la maggior parte dei maggiori autori e le migliori pubblicazioni sono in inglese, e non vengono tradotte.. insegnamenti in inglese offrono la possibilità di utilizzare testi all'avanguardia e di invitare professori di fama internazionale provenienti da altri paesi.. i vantaggi sono innumerevoli..
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  7. #26
    Scrivano Lucien
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    Non sono d'accordo perché mi pare un'operazione principalmente cosmetica, una Gelminata di purissima tradizione declinata alla "Tu vuò fà l'ammericano": per metterci al passo con l'eccellenza estera non si finanziano nuovi corsi, si insegna solo in inglese così tutti possiamo credere di essere ad Harvard, ed eventualmente fuggire con più facilità da questa nave che affonda.
    Inoltre:
    - Quando questi ingegneri anglofoni dovranno avere a che fare con sottoposti italiani, what the fuck diranno loro? "Collega il power switch al light bulb"? Cioé, l'ingegnere meneghino-anglosassone che spiega il "wiring" all'operaio pugliese precario: roba da teatro surrealista, da pisciarsi dalle risate!
    - I docenti sono unanimemente d'accordo? Sono tutti nati a Cambridgi (provincia di Catanzaro) e parlano tutti inglese come se piovesse cappuccino, oppure verranno invitati a un corso intensivo facoltativo ma con formula "gli assenti verranno notati"?

    Insomma, per riassumere, mi pare una cazzata.
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  8. #27
    Spotless Echoes
    Donna 31 anni da Roma
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    Per me è un'ottima cosa se fatta bene.
    Anche la mia unviersità mi offriva un corso tutto in inglese, ma era ad minchiam.
    Nel momento in cui l'uni ti garantisce che quel prof che ti sta facendo lezione sia veramente il migliore e non una seconda scelta solo perchè inglese(cosa che accadeva nel corso di laurea della mia uni) per me è grandioso.
    L'università italiana è una gran bella università e lo stampo rimarrebbe quello anche se la fai in inglese.
    E l'inglese è essenziale nella società di adesso, soprattutto per gli ingegneri.
    Impararlo da soli costa molto ed è faticoso.
    Per me è una grande offerta formativa.
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  9. #28
    Randagio
    Utente cancellato

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    Ma poi cavolo siamo in Italia non all'estero
    Siamo anche in europa se è per questo!
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  10. #29
    Randagio
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Randy Mellons Visualizza il messaggio


    Guarda che nei curriculum c'è il sistema di autovalutazione della lingua (quello con le lettere alfabetiche) e se conosci l'inglese, il curriculum lo mandi comunque il tutto il mondo. Cioè la gente che lavora all'estero - indovina indovina indovina - prima di oggi, secondo te come ha fatto? Ah i misteri della intelligenza
    Prima di oggi ogni uno sviluppa il su inglese in base alla sua vita (genitori bi lingue, passione, corsi privati) ma è tutto un altro conto a mio parere uscire da una scuola che usa l'inglese come lingua! Se prima era 1 su 100% magari ad essere in grado di lavorare senza problemi di lingua all'estero in questo modo potrebbero essere che ne so, 10.... quindi secondo me c'è solo di guadagnato!

    E comunque la maggior parte di gente che lavora all'estero parte da completamente altri lavori finchè non impara la lingua (camerieri, lavapiatti, ecc).. almeno per miei amici (diplomati o laureati) l'iter è stato così.. prima hanno imparato la lingua e poi hannoa vuto una conoscenza dell'inglese in grado di fare lavori piu "tecnici"...si salterebbe questo passaggio!

    Se poi te conosci tanti laureati o diplomati che hannot rovato lavoro all'estero nel settore per cui hanno studiato subito senza avere problemi di lingua si vede che abiti in un posto piu poliglotta del mio! :-/
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  11. #30
    Vivo su FdT Rocknrolf
    Uomo 37 anni da Milano
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    Non sono d'accordo perché mi pare un'operazione principalmente cosmetica, una Gelminata di purissima tradizione declinata alla "Tu vuò fà l'ammericano": per metterci al passo con l'eccellenza estera non si finanziano nuovi corsi, si insegna solo in inglese così tutti possiamo credere di essere ad Harvard, ed eventualmente fuggire con più facilità da questa nave che affonda.
    Inoltre:
    - Quando questi ingegneri anglofoni dovranno avere a che fare con sottoposti italiani, what the fuck diranno loro? "Collega il power switch al light bulb"? Cioé, l'ingegnere meneghino-anglosassone che spiega il "wiring" all'operaio pugliese precario: roba da teatro surrealista, da pisciarsi dalle risate!
    - I docenti sono unanimemente d'accordo? Sono tutti nati a Cambridgi (provincia di Catanzaro) e parlano tutti inglese come se piovesse cappuccino, oppure verranno invitati a un corso intensivo facoltativo ma con formula "gli assenti verranno notati"?

    Insomma, per riassumere, mi pare una cazzata.
    A me pare una cazzata quello che hai detto tu, anche se infarcita di tanti bei termini per fare il figo. Quando gli ingegneri italiani avranno a che fare con i sottoposti italiani parleranno in italiano. Gli ingegneri non sono noti per il multitasking mentale ma se imparano l'inglese non vuol dire che debbano dimenticare l'italiano o non riescano a scegliere quale delle due lingue sia più appropriato utilizzare. Italia, Paese di allenatori, politici e professionisti della critica fine a se stessa.
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