Per loro non è la stessa cosa....perché secondo il loro pensiero i figli vanno cresciuti solo dalle madri e loro vedranno i figli solo quando torneranno dal lavoro. Adesso lascio questo argomento sul forum perché altrimenti mi arrabbio troppo. È un argomento che mi fa innervosire. Continuate pure un abbraccio
Se leggi con più attenzione ti accorgerai che nessuno qui ha detto che le donne non hanno diritto a lavorare. Il punto su cui si è focalizzato il discorso è un altro. E che ti piaccia o meno, è una questione terribilmente attuale. Mi fai il caso del licenziare in maternità e della legge che lo impedisce. Verissimo. Chi non lo sa. Ma è anche facile immaginare che questa legge possa essere uno dei motivi per cui a priori un capo ( e per capo non mi riferisco solo a uomini) preferisce evitare il problema a monte e non assumere. Perché è di assumere che si sta parlando, non di licenziare.
Vabbè poi sei andata già al peggio e cioè al divorzio, all'abbandono etc. Ma guarda che abbiamo raggiunto la parità dei diritti anche in questo sai. Possiamo anche noi decidere di divorziare e abbandonare. Questo è un altro discorso.
Comunque mi fa piacere sapere che tu le assumeresti.
- - - Aggiornamento - - -
Ute Ehrhardt, una donna con le palle, è la prima a sostenere che il femminismo è terminato con ogni femmnista che si è sposata ed è diventata mamma. Qui il femminismo non c'entra nulla. Si tratta di sapere di poter essere presenti sul posto di lavoro esattamente quanto un uomo. Anche in caso di figli. Non è anche per questa parità di diritti che abbiamo combattuto?
- - - Aggiornamento - - -
Dade, non è che le donne devono lavorare. Le donne lavorano. E quando sono mamme, la loro giornata di lavoro non termina certo quando rientrano a casa. Lavorano il doppio. E su questo non si discute.
poi sarà anche assurda e si, anche discriminatoria come cosa, ma la verità è che accade. Una donna, mamma, ha più difficoltà a trovare lavoro. E se da un lato può sembrare assurdo o discriminatorio, dall'altro può essere anche comprensibile come discorso. E sia ben chiaro che con comprensibile, non lo definisco giustificabile. Io sto ancora cercando di aiutare la mia amica a trovare lavoro, anche se ha figli, come ho spiegato nel post di apertura.
Scusami ma non assumere una donna in gravidanza non è la stessa cosa di licenziare una donna che gia lavora e poi diventerà mamma? a tutte e due si vieta la possibilità di lavorare. Per me è discriminazione sessuale punto e basta. Lo so che questa realtà esiste, ma questo no vuol dire che dobbiamo accettarla e non cambiarla.. una donna che ha un bambino come lo mantiene? gli dice mamma non ti può dare da mangiare perché un maschilista datore di lavoro non mi fa lavorare? Se a voi va bene questa situazione pazienza, a me non piace e nessuno si può permettere di non farmi lavorare perché devo avere un figlio.
In verità già si tende a non assumere donne in gravidanza. Una nota casa di intimo con negozi in tutta Italia chiamò a colloquio la moglie di un mio amico che aveva un buon curriculum. Lei aveva scoperto di essere incinta da una settimana e correttamente lo disse durante il colloquio. Fu ringraziata e salutata con un "ci risentiamo tra qualche anno." Il problema è che si tende anche a non assumere mamme.
si, non dobbiamo accettarla, ma neanche rinnegarla senza metterci nei panni dell'altra parte. Quello che possiamo fare è cambiarla questa realtà ed una buona domanda da porsi, per iniziare, sarebbe "come" cambiarla.
- - - Aggiornamento - - -
Dade, è un problema di preconcetti se ti trovi davanti alla mentalità di chi crede che la donna non sia in grado di lavorare.
Qui invece si parla d'altro. Qui c'è una questione che può creare problemi o disagi e che comunque necessita di una soluzione.
facciamo un altro esempio. Tu se impegnato ed hai una sola collega che va in maternità o si assenta per seguire i figli. Ci sono scadenze, priorità. Dove lavori non è che escono soldi fuori dalla tasca e il titolare ti dice che adesso il lavoro della collega ricadrà su di te. Tu che fai?
Preciso che è un esempio che ho visto capitare molte volte. Ed anche qui ci sono state diverse reazioni.
Esatto! Secondo me bisognerebbe fare delle associazioni dove potersi confrontare e magari quando ci accorgiamo di alcune descrimizazioni denunciarle alle autorità. Perché la legge riconosce la parità dei sessi e in caso di non osservanza si può denunciare. Lo Stato riconosce i nostri diritti, dobbiamo lottare per farceli riconoscere.
Succede pure se uno si spacca un ginocchio. E quelli che hanno incidenti e hanno parecchi mesi di degenza?
Le donne hanno bisogno dai 4 ai 9 mesi di permesso e non ci piove, possono essere trovate altre soluzioni in quel frangente. Le grandi aziende si posso permettere la sostituzione temporanea, le piccole aziende vanno aiutate.