Originariamente inviata da
Holly
non capisco perché si debba per forza classificare la realtà industriale/aziendale come l'unica realtà lavorativa possibile.
l'unica cosa che voglio avere, io, che spero di avere entro i miei ventiquattro anni, una laurea magistrale in una materia umanistica, è l'abilitazione all'insegnamento dell'italiano e il latino nelle scuole superiori.
il lavoro non è il mio fine, è il mio mezzo.
poi, il tale di confindustria non merita nemmeno una risposta.
e basta pensare a questa cosa del reddito... ma secondo voi un laureato in economia quanto guadagna a fine mese? XD 3000 euro? XD
uno su diecimila sarà "ricco". forse prenderanno più di me, ma che mi toccherà fare... al massimo andrò a cercarmi un fidanzato alla facoltà di medicina, forse loro sono più utili di me
ah, con la crisi che c'è, un lavoro stabile non è assicurato a NESSUNO, né al laureato in storia, né al laureato di biologia, né al laureato in ingegneria.
ormai mi fa ridere leggere che io, diplomata fra l'altro in un liceo classico, sono inutile
da grande farò la mantenuta acculturata, intanto mi domando se la signora Guidi legga prima di andare a dormire, se manda i suoi figli a scuola, se va al cinema, se guarda una qualsiasi càzzata in televisione, e se si chiede quanto possa essere redditizio in italia il settore culturale. ma no certo, buttiamo per aria quello che è probabilmente il patrimonio culturale più ricco e redditizio del mondo, tanto siamo inutili noi umanisti. non portiamo soldi... no no...