Assolutamente daccordo!
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Assolutamente daccordo!
guarda questi link, potrebbero servirti in futuro
Point Group Symmetry Character Tables - Chemistry Online Education
Point Group Symmetry
Simplest Canonical Polyhedra of Each Symmetry Type
ciò che m ha molto colpito è l'analisi della simmetria di un palla da volley
ha un simmetria del tipo Th che probabilmente vedrai avanti...
Davvero molto interessante. Ti ringrazio!
Appena ho un po di tempo me li leggo per bene....sono un po preso!
figurati... no proble...
se posso aiutare o che... bevenga ;)
saluti
Durante la Guerra Fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, la corsa allo sviluppo dei razzi a combustibile solido si svolse tra segreti, esplosioni e spionaggio.
Nei primi anni Sessanta, Stati Uniti ed Unione Sovietica erano entrambi impegnati nel miglioramento del loro arsenale di missili balistici intercontinentali.
Una delle linee di ricerca tentate dagli Stati Uniti a questo scopo ebbe per oggetto la sintesi di composti ricchi di fluoro da usare per disporre di combustibili solidi per razzi più efficienti e potenti.
Quarant'anni dopo, uno dei partecipanti a quelle ricerche, ricostruisce la complessa vicenda delle spia sovietica che era riuscita ad infiltrarsi con successo in uno dei laboratori statunitensi dove si svolgevano gli esperimenti segreti.
In effetti i composti sintetizzati all'epoca si rivelarono inutilizzabili per i missili. Ma quel segreto così gelosamente custodito oggi potrebbe trovare un'applicazione inattesa nella terapia dei tumori.
Questo partecipante è un russo, appartenente all'Armata Rossa, che decise di restare negli Stati Uniti invece che tornare in Unione Sovietica dove probabilmente sarebbe finito in un gulag per sospetta collaborazione con i tedeschi... nel New Jersey ottenne un diploma universitario di primo livello in chimica.
Il lavoro che veniva svolto alla Thiokol Chemical Company era entusiasmante, ma a volte anche pericoloso, perché molti dei materiali erano altamente sensibili agli urti e avevano l'abitudine di esplodere alla minima "provocazione". Una volta, per esempio, un raffinatissimo apparato di distillazione esplose mentre veniva usato per separare alcuni composti difluoroamminici; per fortuna gli schermi di protezione impedirono di farsi male. Un'altra volta basto che un tecnico facesse ruotare una valvola perché l'attrito del corpo contro il manicotto innescasse un'esplosione; l'uomo riportò serie ustioni al braccio e alla mano. In un'altra occasione vi fu un rilascio accidentale di un gas altamente tossico, l'idruro di berillio. In quel caso non permisero a nessuno di entrare nei laboratori fino al giorno seguente.
Si trattava di sintesi organica d'avanguardia, e il personale del laboratorio era composto da chimici, fisici e ingegneri altamente qualificati. Inoltre c'erano a disposizione le attrezzature più valide e avanzate. Data la natura pericolosa dei materiali che si stavano sviluppando. si lavorava al riparo di spesse lastre protettive di plexiglass e si utilizzavano bracci robotici per maneggiare materiali tossici ed esplosivi.
Le ricerche di Kotloby (il russo di cui si parla sopra) comportavano la preparazione di materiali altamente energetici da usare nelle formulazione dei propellenti solidi per razzi. Le sostanze erano preparate mediante reazioni chimiche tra N2F4 e vari composti organici. Le molecole dei composti organici, per definizione, contengono atomi di carbonio e idrogeno, ma possono contenere anche ossigeno, azoto e altri atomi ancora. Per un breve periodo Kotloby et al. realizzarono reazioni tra N2F4 e una seri di composti usati nella preparazione degli uretani. I composti risultanti contenevano numerosi gruppi difluoroamminici, per dare al materiale le proprietà necessarie alle formulazioni di propellenti.
Le reazioni veniva condotte sotto una speciale cappa aspirante rivestita di piastre di acciaio dello spessore di pià di 6mm. Per far reagire N2F4 con vari composti ad alte temperature e pressioni, usavano piccoli cilindri di acciaio inossidabile da circa 150mL. Le chiamavano bombe forse perché il loro aspetto assomigliava a quello di una granata a mano o forse per la loro occasionale tendenza ad esplodere senza preavviso.
Tutti i tubi e le valvole del sistema a vuoto della cappa erano in acciaio inossidabile. La cappa era dotata anche di una piccola finestrella circolare in plexiglass dello spessore di poco più di 1cm, che permetteva di osservare la temperatura e la pressione durante il processo. Era stato Kotloby a progettare e costruire questo apparato, e così fu lui a diventare l'esperto di riferimento su questa tecnica.
Nel 1963 Kotloby e uno dei tecnici del gruppo, Warren Weiting, cominiciarono a sintetizzare un'intera serie di composti con un atomo di carbonio legato a tre gruppo NF2, facendo reagire la PFG (perfluoroguanidina) con degli alcooli. Si trattava di uno sviluppo importante, perché significava che si potevano sintetizzare composti con un numero di gruppi NF2 maggiore che usando la N2F4.
Alcuni di questi composti erano altamente sensibili agli urti. Una volta Weiting si vide esplodere in mano una microsiringa mentre iniettava pochi microlitri di uno di essi in un apparecchio per gascomatografia. A quanto pare, a provocare l'esplosione era bastato l'attrito generato dal movimento del pistone nella siringa.
Data l'estrema sensibilità agli urti di questi composti, era necessario che tutto il lavoro su questi materiali fosse svolto al riparo di schermi protettivi equipaggiati con dispositivi a controllo remoto. Notevoli sforzi furono profusi nella modifica di un laboratorio protetto esterno dove condurre gli esperimenti con la PFG. Era un piccolo edificio separato, a una ventina di metri da quello principale, costruito in acciaio spesso 13mm rivestito di compensato, con un'area di lavoro di circa 2m x 2.5m. C'era anche, nello stesso edificio, una sala di controllo separato, più o meno delle stesse dimensioni.
Il tetto dell'edificio era di materiale leggero, e non era fissato alle pareti in maniera troppo solida, per impedire alla pressione di crescere troppo in caso di esplosione. Dato che sarebbero bastate piccole quantitò di ossigeno atmosferico a dar luogo a reazioni esplosive con la PFG, le reazioni dovevano essere condotte in un sistema a vuoto costituito da tutta una serie di tubi di vetro e acciaio inossidabile collegati da numerose valvole. L'azionamento delle valvole della linea a vuoto, come altre operazioni, era condotto dalla sala di controllo per mezzo di un braccio manipolare meccanico. Una finestra di sicurezza in laminato plastico di mezzo pollice di spessore permetteva di osservare l'intera area di lavoro.
La PFG grezza era immagazzinata in un serbatoio al di fuori del laboratorio protetto, in un alloggiamento a temperatura controllata appositamente costruito. L'apertura di una valvola a controllo remoto permetteva a quantitativi misurati di PFG grezza di passare da questo serbatoio al sistema a vuoto, per poi condensare in una trappola di vetro raffreddata a -196 °C con N2 liquido, ed esser purificata a -110 °C.
Alla fine i lavori di ricerca sui composti difluoroamminici furono declassificati qualche anno più tardi. Quasi tutti i derivati difluoroamminici all'epoca non erano adeguati, in termini di stabilità, insensibilità agli urti o proprietà fisiche, a sostituire gli altri materiali già in uso, e quindi non si arrivò mai a un loro uso pratico come propellenti per razzi.
Negli anni Ottanta, poi, c'è stata una ripresa di interesse per i composti difluoroamminici, e da allora la ricerca è continuata presso la U.S. Naval AirWarfare Center Division di China Lake, in California, con il fine di produrre materiali energetici per sistemi d'arma. Le affascinanti ricerche condotte sui composti organici contenenti il gruppo NF2 potrebbe essere un mattone da costruzione con cui sintetizzare nuove molecole biologicamente attive.
L'uso del fluoro in sostanze dotate di attività biologica è oggetto di continue ricerche. Farmaci come il lipitor (per il controllo del colesterolo), l'advair (per l'asma) e il prevacid (per il reflusso gastrico), cioè tre dei dieci prodotti farmaceutici più venduti nel 2007, contengono nella molecola uno o più atomi di fluoro. E per più di 40 anni il fluorouracile è stato uno dei farmaci di punta della chemioterapia contro il cancro, ove funziona alterando la sintesi del DNA nelle cellule cancerose, che in seguito a ciò vanno incontro all'apoptosi, la morte cellulare programmata a livello biochimico.
La natura fortemente elettron-attrattiva del gruppo NF2 potrebbe farne un canditato per l'uso in farmaci anti-cancro o per altre sostanze dotate di attività biologica. Anche se i composti contenenti molti gruppi NF2 sono senz'altro assai sensibili agli urti, durante gli anni Sessanta sono stati preparati nei laboratori della Thiokol vari composti difluoroamminici di grande stabilità. Partendo dalla tetrafluoroidrazina (N2F4), un gas incolore che si dissocia rapidamente in radicali liberi, si possono sintetizzare numerosi composti contenenti il gruppo NF2. L'accoppiamento di queste sostanze con altri radicali liberi può condurre a molecole dotate di un gruppo NF2 assai stabili.
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...drazine-2D.png
I composti con due gruppi difluoroamminici legati allo stesso atomo di carbonio (chiamati composti bis-difluoroamminici geminali) possono essere prodotti facendo reagire la difluoroammina con i chetoni, in cui sono presenti atomi di carbonio legati con un doppio legame all'ossigeno. Le bis-difluoroammine vicinali, che hanno due gruppi difluoroamminici legati ad atomi di carbonio adiacenti, si possono preparare per addizione di tetrafluoroidrazina alle olefine, molecole che contengono un doppio legame C=C. Le risultanti difluoroammine possono anche andare incontro a rapida deidrofluorurazione con varie basi a dare N-fluorimmine, che anch'esse potrebbero essere biologicamente attive.
Far legare un gruppo difluoroamminico a un anello di atomi di carbonio per produrre composti difluoroamminici aromatici presenta difficoltà maggiori. I composti aromatici sono insaturi, il che vuol dire che contengono doppi legami e hanno quindi la capicità di legare ulteriori atomi, ma sono meno reattivi di quel che ci si attenderebbe. È stato riferito che la fluorurazione diretta di ammine aromatiche debolmente basiche in HF liquido conduce alla formazione di derivati difluoroamminobenzenici. Questa tecnica potrebbe rivelarsi utile per sintetizzare basi puriniche o pirimidiniche contenenti gruppi NF2 o NF, che a loro volta potrebbero essere utili nella terapia del cancro.
Queste basi, ricche di azoto, costituiscono gran parte del DNA, dell'RNA e di altri composti di interesse biologico. L'idea base della chemioterapia è quella di introdurre nell'ambiente in cui si formano le cellule cancerose composti che imitano il comportamento chimico delle basi naturali. Dato che però le basi introdotte contengono atomi "irregolari" come il fluoro, questi composti danno luogo alla formazione di DNA distorto, che provoca la rapida morte delle cellule cancerose. Questo processo colpisce anche le cellule normali, e quindi una vivace area di ricerca è rivolta a realizzare farmaci chemioterapici che attachino le sole cellule cancerose.
Come la natura umana, la scienza non è sempre lineare nei suoi percorsi, e può procedere in direzioni inattese. C'è un'ironia del destino nel fatto che composti concepiti in origine per scopi tanto distruttivi possano avere effetti benefici e salvare vite umane.
ciao....chimico...mi serviresti proprio tu in qst momento...devo fare 1 relazione su 1 reazione di ossido riduzione...mi potresti aiutare???non so proprio da dove iniziare
salve!
mmh... m dispiace di aver letto solo ora
ma... son sempre occupato di questi tempi
se posso ancora esserti utile... benvenga
si ancor si...in qst giorni devo consegnare la relazione su un esperimento di reazione di ossido riduzione...non so cm impostare la reazione....help
spiegati e forse t riesco ad aiutare...
Oggi a Chicago, IL ci sarà la tradizionale parata per S. Patrizio... e come ogni anno il fiume che scorre attraverso la città verrà colorato in verde per l'occasione... è una cosa spettacolare ;)
Sembra che la colorazione delle acque prenda spunto da un accadimento del 1962, allorché gli addetti al controllo dell’inquinamento usarono una tinta verde per rintracciare scarichi inquinanti nel fiume.
Fino al 1966 veniva usata la fluoresceina sodica.
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...sceine.svg.png
È una molecola fluorofora, usata in microscopia, in alcuni tipi di LASER a colorante, in sierologia e nella pratica forense per determinare sangue o sperma ad es. e come tracciante.
Ha un massimo di assorbimento a 494nm e un massimo di emissione a 521nm (in acqua).
Fu per la prima volta sintetizzata da Adolf von Baeyer nel 1871. Può essere preparata da anidride ftalica e resorcinolo in in presenza di zinco cloruro via reazione di Friedel-Crafts.
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...luorescein.png
In seguito venne abbandonata perché l'EPA (Ente per la Protezione Ambientale USA) scoprì esser tossica per il delicato sistema costituito dal fiume. Si decise di usare un colorante naturale di cui si sa poco in quanto è un segreto di fabbrica.
Che figo. *.*
Ieri si parlava di radon... della sua determinazione in ambienti domestici ma soprattutto della sua pericolosità.
Ma andiamo con ordine...
Il radon (Rn), numero atomico 86, è un gas nobile, radioattivo.
Estremamente volatile, viene prodotto dal decadimento di tre nuclidi capostipiti che danno luogo a tre diverse famiglie radioattive: Torio 232, Uranio 235 e l'Uranio 238.
Nella figura precedente è riportata la sequenza del decadimento del nuclide più abbondante in natura e cioè l'Uranio 238 responsabile della produzione dell'isotopo Radon 222. Il torio 232 e l'uranio 235 producono invece rispettivamente il Rn 220 e Rn 219.
Il radon viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolar modo da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti ecc. Sebbene sia lecito immaginare che le concentrazioni di radon siano maggiori nei materiali di origine vulcanica spesso si riscontrano elevati tenori di radionuclidi anche nelle rocce sedimentarie come marmi, marne, flysh ecc.
Come gas disciolto viene veicolato anche a grandi distanze dal luogo di formazione, può essere presente nelle falde acquifere. Infine è nota la sua presenza in alcuni materiali da costruzione.
La via che generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle abitazioni ed edifici in genere.
Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni aumenta di molto il rischio di tumore polmonare.
I risultati di tali studi supportano l'opinione che, in alcune regioni europee, il radon può essere la seconda causa in ordine di importanza, di cancro ai polmoni.
Abbiamo i mezzi e le conoscenze per contrastare il pericolo ambientale che l'Organizzazione mondiale della Sanità attraverso l'IARC ha inserito nel Gruppo 1 degli agenti cancerogeni conosciuti. Le autorità locali possono e devono ricoprire un ruolo essenziale.
http://www.geopanorama.rncan.gc.ca/o...ages/radon.jpg
Il radon non reagisce con altri elementi chimici. Esso è il più pesante dei gas conosciuti (densità 9.72 g/L a 0°C, 8 volte più denso dell'aria).
Il radon diffonde nell'aria dal suolo e, a volte, dall'acqua (nella quale può disciogliersi). In spazi aperti, è diluito dalle correnti d'aria e raggiunge solo basse concentrazioni. Al contrario, in un ambiente chiuso, come può essere quello di un'abitazione, il radon può accumularsi e raggiungere alte concentrazioni.
Gli elementi radioattivi naturali sono stati presenti sulla terra dalla sua origine. Gli elementi a vita più breve sono gradualmente scomparsi. Gli elementi radioattivi a vita lunga che sono presenti nel nostro ambiente includono l'uranio, che dà origine al radon. La radioattività non fu scoperta che nel 1898, quando Marie Curie portò avanti le ricerche sul radon. Una parte considerevole del lavoro fu poi compiuta sulla radioattività naturale. Nel 1900, il fisico F. Dorn scoprì che i sali di radio producevano un gas radioattivo, il radon.
In precedente, nel sedicesimo secolo, Paracelso aveva notato l'alta mortalità dovuta a malattie polmonari tra i lavoratori delle miniere d'argento nella regione di Schneeberg in Sassonia (Germania). L'incidenza di questa malattia, in seguito conosciuta come "malattia di Schneeberg", aumentò nei secoli diciassettesimo e diciottesimo, quando l'attività nelle miniere di argento, rame e cobalto si intensificò. Questa malattia fu riconosciuta come cancro ai polmoni nel 1879.
Misure effettuate nel 1901 nelle miniere di Schneeberg rilevarono un'alta concentrazione di radon. Come risultato, fu presto lanciata l'ipotesi di un rapporto causa-effetto tra alti livelli di radon e cancro ai polmoni. Questa ipotesi fu rafforzata da più accurate misure del radon compiute nel 1902 nella miniere di Schneeberg e in altre, in particolare quelle di Jachymov in Boemia, da dove provenivano i minerali usati da Marie Curie. Nondimeno, questi dati non bastarono a convincere tutti, e alcuni scienziati ancora attribuiscono questi tumori ai polmoni ad altri fattori.
L'attività nelle miniere di uranio fu intensificata dal 1940, ma i livelli di radon non furono misurati regolarmente che dal 1950.
Esperimenti su animali compiuti dal 1951 dimostrarono la potenziale carcinogenità del radon per i polmoni delle specie testate. Rilevamenti epidemiologici tra i minatori di uranio, dalla metà degli anni sessanta, hanno infine confermato questo potenziale sull'uomo.
Nel 1967 il Congresso Federale per la Ricerca degli Stati Uniti ha proposto delle raccomandazioni per controllare i rischi correlati alle radiazioni in miniera.
Nonostante non ci fossero più dubbi sulla realtà del pericolo (l'Organizzazione Mondiale per la Salute confermò ciò nel 1988), fu ancora necessario quantificare il rischio in termini di intensità di esposizione, per definire appropriati livelli di protezione. A tal fine, numerosi rilevamenti epidemiologici sono stati effettuati negli anni '80 in varie nazioni, non solo tra lavoratori di miniere di uranio, ma anche di stagno e di ferro. Tali rilevamenti portarono a conclusioni convergenti. Tuttavia, alcune questioni (quali la rispettiva influenza della durata e dell'intensità dell'esposizione, l'influenza dell'età e precise quantificazioni del rischio), non sono ancora state risolte e richiedono ulteriori studi.
Nonostante il premio Nobel per la fisica Ernest Rutheford aveva fatto notare sin dal 1907 che ognuno inala del radon ogni giorno, misure di radon non furono effettuate nelle case prima del 1956 (in Svezia). L'alto livello di radon rilevato in alcune case riscosse poco interesse in campo internazionale, perché il problema fu considerato esclusivamente locale. Soltanto 20 anni dopo si iniziarono studi sistematici su larga scala in numerose nazioni, che mostrarono che l'esposizione era generale e si potevano raggiungere livelli molto alti, comparabili a quelli delle miniere.
La Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICRP) sottolineò la vastità del problema per la salute pubblica e formulò specifiche raccomandazioni sulla pubblicazione numero 65 del 1993.
L'ipotesi di un legame tra alte concentrazioni di radon e cancro ai polmoni fu messa in primo piano molto presto nel ventesimo secolo. La dimostrazione scientifica di questo legame è molto recente ma definitiva. Soltanto negli ultimi 10 anno abbiamo potuto affermare che il radon può essere alla base dei più grandi problemi di salute pubblica. Le autorità locali, sostenute dalle autorità responsabili della salute pubblica, devono valutare l'entità del problema alla luce dell'architettura locale e delle condizioni geologiche e aiutare a realizzare misure preventive per ridurre il rischio.
Poiché la concentrazione del radon all'aria aperta è bassa e in media le persone in Europa trascorrono la maggior parte del loro tempo in casa, il rischi per la salute pubblica dovuto al radon è essenzialmente correlato all'esposizione a questo gas all'interno delle abitazioni.
Parecchi suoli contengono naturalmente quantità variabili di uranio, che regola la quantità di radon rilasciata. Il radon diffonde attraverso i pori e le spaccature del suolo, trasportato dall'aria o dall'acqua (nella quale è solubile). Dato un certo contenuto di radon nel suolo, la quantità di gas rilasciata varia in dipendenza della permeabilità del suolo (densità, porosità, granulometria), del suo stato (secco, impregnato d'acqua, gelato o coperto di neve) e dalle condizioni meteorologiche (temperature del suolo e dell'aria, pressione barometrica, velocità e direzione del vento). In più, la concentrazione di radon decresce rapidamente con l'altitudine.
L'acqua sotterranea, i gas naturali, il carbone e gli oceani sono altre fonti minori di radiazioni.
E' quindi chiaro che il radon è universalmente presente, ma la velocità di emissione varia significativamente nel tempo, anche per uno stesso luogo.
A livello regionale o locale, indipendentemente dalle condizioni prevalenti in un dato periodo, il fattore che più influenza il rilascio di radon è la geologia (per es. il contenuto di uranio delle rocce). In parole povere è più facile che contengano radon i terreni granitici e vulcanici, così come le argille contenenti alluminio. Ci sono eccezioni a ciò, tuttavia: si possono trovare miniere di uranio in terreni sedimentari, o radon in suoli calcarei.
La maggior parte del radon presente in una casa proviene dal suolo sul quale essa è costruita. Se il basamento ha un pavimento di fango, il radon può penetrare facilmente. Se il pavimento è di cemento, il radon penetra attraverso le spaccature che si formano con il tempo, lungo le tubature o attraverso le giunture tra i muri.
Il radon può ance provenire - in misura minore - dai muri, se essi sono stati edificati utilizzando materiali radioattivi (tufi vulcanici, per esempio) o dai rubinetti, se l'acqua contiene del radon disciolto.
Il radon emesso all'interno di una casa tende a restare lì. Se non si prendono misure speciali, la pressione all'interno di una casa è leggermente più bassa che all'esterno. L'aria interna tende a stagnare piuttosto che a rinnovarsi. Si può facilmente confermare questo in inverno ponendo la mano vicino allo stipite di una finestra: una corrente di aria fresca, più o meno intensa secondo la larghezza della fessura, si può chiaramente percepire all'interno della casa, ma non all'esterno.
Per un dato terreno, e indipendentemente dal tempo, la concentrazione finale di radon in una casa è quindi dipendente dal tipo di costruzione. Dipende anche, in larga misura, dalla ventilazione, sia passiva (cattivo isolamento) che attiva (aprire le finestre a intervalli lunghi o brevi, per esempio).
Il ruolo ricoperto dalle condizioni meteorologiche (vento, pressione barometrica, umidità) spiega non solo le variazioni stagionali della concentrazione di radon in una data casa, ma anche le differenze osservate tra i livelli diurni e notturni.
http://www.edilitaly.com/radon/img/C...don_italia.jpg
Sia gli studi sull'uomo (studi epidemiologici) che quelli sugli animali (studi sperimentali) hanno approdato a una conclusione evidente: il rischio posto dal radon è quello di cancro ai polmoni.
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...iation.svg.png
Radiazione Alfa - Bassissima capacità penetrativa, fermata da un foglio di carta
Radiazione Beta - Media capacità penetrativa, fermata da una Mano
Radiazione gamma - Elevata capacità penetrativa, penetra nel calcestruzzo
L'unita' di misura del radon è il Bequerel al metro cubo (Bq/m3).
Il Bq/m3 corrisponde ad una disintegrazione al secondo in un metro cubo d'aria.
Le particelle Alfa derivanti dai RDP (prodotti di decadimento del radon) danneggiano i tessuti polmonari.
Il carcinoma polmonare è la malattia associata più diffusa.
- La respirazione introduce nei polmoni il radon ed i RDP associati
- I RDP si fissano ai polmoni
- Il polonio 218 ed il polonio 214 irradiano le cellule polmonari
- Le particelle Alfa irradiano le cellule causando danni fisici e/o chimici al DNA
Ciao NitroGlycerine,non avendone mai avuto occasione per prima cosa voglio farti i complimenti,in questo topic ci sono argomenti veramente interessanti!!
Personalmente volevo sapere se t'intendi di gascromatografia,perché avrei qualche dubbio,non sulla tecnica ma sui fattori che determinano la rilevabilità delle sostanze.. In caso saresti così gentile da condividere la tua sapienza??
Figurati,anzi,grazie dell'intrusione,ogni persona che mi possa essere d'aiuto è chiaramente benvenuta ;)
Non mi riferisco alle soglie d'errore,ma vorrei capire quali sono i fattori che determinano la rilevabilità di una determinata sostanza. In parole povere (riferito a quello che mi interessa) se io introduco un campione di fumo nel gascromatografo,questo non mi rileverà tutte le sostanze che lo compongono ma solo alcune (decise a priori credo,sbaglio?). Ecco,vorrei sapere quali fattori intervengono affinché possa rilevare ad esempio i VOC o le aldeidi invece degli alcheni.. Se ho ben capito influirà la fase stazionaria utilizzata,ma oltre a quella? Vengono utilizzati dei traccianti per caso (reagenti o simili)? Ho letto che per alcuni composti (tipo l'acido cianidrico,presente anch'esso nel campione di fumo) ci sarebbe bisogno di un procedimento lungo e difficile,in cosa potrebbe consistere? Non riesco a trovare informazioni più specifiche..
io ho 14 e mezzo.. e avevo già in testa di studiare Chimica.. xk mi affascina.. ma da quel ke ho letto sembra tanto difficile.. :?
c'è da scriver davvero un trattato e non so se riesco a farmi capire...
ci proverò... innanzitutto, scusa se te lo chiedo... tue conoscenze in materia come sono?
almeno posso sapere il grado del discorso... non che cambi molto... ma cambia il lessico...
certamente l'analisi di fumi è diversa da quella di liquidi...
e non è che sia molto pratico in materia di fumi e simili...
io ho sempre studiato iniezione in GC di liquidi... ma credo basti cambiare la siringa...
che poi la microsiringa che si usa è a tenuta di gas...
già l'iniettore che si usa è una variabile in gioco non indifferente... nel senso... a seconda di che analisi si vuol fare si può scegliere un iniettore on coloumn o split/ splitless...
il tempo di iniezione influenza mica poco (come il tipo di iniettore) ad esempio i tempi di ritenzione delle tue sostanze
la rampa di temperature è un'altra variabile mica da ridere sempre per il motivo sopracitato...
il solvente o la miscela usata ti fa correre il rischio di saturare la colonna...
la colonna e la fase stazionaria usata son un altro fattore da non sottovalutare
e non ultimo per importanza c'è il detector... a seconda della sostanza da analizzare cambia... e le condizioni dell'analisi vanno sempre tenute sott'occhio...
se devi analizzare un composto o una miscela che sai per certo contiene composti organici recanti gruppi EA quali nitro, cloro, ciano... è buona cosa usare un ECD... se no c'è il TCD o il FID
il problema caro sigmund è che analisi così vanno pianificate con cura... si deve andare per gradi o tentativi a volte... se ovviamente non sia ha la fortuna di aver già tutti i dati pronti... ma anche in questo caso c'è sempre il rischio che non si ottengano valori adatti ai propri scopi...
ti posso aiutare ma mi devi fornire maggiori info... entrare nei particolari
ovviamente se possibile... così su due piedi la questione è intricata...
la GC è una tecnica bella, utile... e tutto... ma è enorme... così come molte altre tecniche... ho interi libri monografici...
la mia chimica è sicuramente difficile ma perché a livello universitario...
è chimica avanzata, anche se spesso tratto di cose più soft...
ed è una materia difficile... non lo nascondo, ma del resto non pompo neanche la cosa... ci son molte altre facoltà difficile, senza nulla togliere a chimica...
un buon inizio è certamente studiar chimica in un istituto tecnico che sappia offrire bene una formazione a tutto campo... diffidare da istitucoli
poi ovviamente ti deve piacere... e crederci fino in fondo ;)
Visto che è da 1po' che non scrivo...
Visto che ho un certo amore (ma non son l'unico...) per gli alcaloidi...
Trattiamo di alcaloidi sui generis :lol:
Ibogaina:
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...ogaine.svg.png
Nei primi anni 60, l'ibogaina venne accidentalmente scoperta causare improvvisa e completa interruzione della dipendenza da eroina senza ricaduta in un paio di ore. Sino a quel tempo, era stata soggetto dell'investigazione scientifica in quanto in grado di interrompere dipendenze da eroina, alcool, e cocaina. Inoltre pareva che potesse avere un potenziale nel condurre ad introspezione che aiuta ad elucidare i problemi psicologici e i vari comportamenti che portano alla dipendenza o ad altri problemi. Comunque, questa terapia è soggetta a molte controversie. A causa delle sue proprietà allucinogenere, è stata presto messa nella lista nera della DEA negli USA e in altri paesi. Canada e Messico permettono l'uso clinico e contribuiscono alla ricerca.
E' ora usata per trattamenti clinici in 12 paesi su sei continenti per trattare la dipendenza da eroina, alcool, cocaina polvere, crack cocaine, e metamfetamine.
Analoga ad essa c'è la Voacangina:
Senti ma sto facendo delle robe di chimica e mentre bilanciavo un'equazione mi sono bloccato sull'ossigeno...Cioè riesco a bilanciare tutti gli altri elementi e poi alla fine l'ossigeno mi fa sballare tutto e non viene!
Dov'è che sbaglio...
suppongo tu stia parlando di ossido-riduzioni :roll:
se non mi dici di che reazione si tratta io mica me la sogno...
postala che vediamo assieme dove sbagli e la correggiamo ;)
Rinnovo i complimenti per il topic e colgo l'occasione per salutare il "ritorno alle origini ":D
e di che? figurati ;)
se avessi bisogno son qui...
saluti
ciao devo assolutamente farti una domanda...
a scuola sento sempre parlare di ENERGIA. specialmente a chimica e scienze.
ma cos'è alla fine l'energia?cioè è materiale o cos'altro?magari sembra banale la domanda ma non è facile come sembra:roll:
grazie vincenzo...
alla fine è tutto un ritorno alle origini :lol:
volgarmente l'energia è la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro...
termodinamicamente parlando l'energia è definita come tutto ciò che può essere trasformato in calore a bassa temperatura
l'energia è una grandezza caratteristica dei sistemi isolati, che si conserva (principio di conservazione dell'energia), cioè resta costante al variare dello stato del sistema
quindi quando un atomo si carica di energia assume solo una capacità?ad esempio se un atomo si potesse vedere ad occhio nudo si noterebbe qualcosa?
un atomo possiede energia dovuta al fatto che un po' di eccitazione termica proveniente dall'esterno c'è sempre... neanche alla più bassa temperatura possibile, seppur ancora irraggiungibile, lo zero assoluto c'è sempre una infinitesima quantità di energia... gli elettroni attorno al nucleo vi sono sempre...
mmh non saprei... cioè le transizioni all'interno degli atomi si possono vedere ma non certo a occhio nudo...
allora calore=energia?il calore fa muovere più velocemente gli atomi "portando" energia su di essi?