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Energia nucleare: favorevoli o contro?

  1. #101
    FdT svezzato
    Uomo 34 anni da Frosinone
    Iscrizione: 16/3/2008
    Messaggi: 226
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    Quote Originariamente inviata da efaf Visualizza il messaggio
    Favorevolissimo... anche per la sicurezza,
    tanto corriamo già dei rischi, visto che la francia e la svizzera hanno delle centrali subito dietro le nostre alpi ....
    a certo allora dato che prima o poi dobbiamo morire tutti tanto vale farlo con le nostre mani?
    Ma una centrale nucleare nelle mani degli italiani che fine puo' fare?


  2. #102
    FdT quasi assuefatto
    Donna 37 anni da Estero
    Iscrizione: 18/10/2004
    Messaggi: 468
    Piaciuto: 0 volte

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    Posto un punto sulla situazione attuale del nucleare, davvero un'ottimo articolo.

    L'energia nucleare: il punto sullo stato della ricerca

    Intervista a Stefano Monti
    1) Quale ruolo avrà il nucleare in vista di un aumento progressivo della domanda mondiale di energia?
    Le organizzazioni mondiali più autorevoli hanno previsto che, a fronte del raddoppio della richiesta mondiale di energia elettrica entro il 2030, la capacità nucleare effettivamente installata dovrà triplicare entro il 2050. Di qui, la necessità di progettare e realizzare fin da adesso impianti in grado di far fronte allo scenario previsto per i prossimi decenni (in particolare, la disponibilità di materie prime e le norme per la protezione dell’ambiente e della salute).

    2) Quali sono le attuali prospettive di ricerca sul nucleare?
    Tra il 2010 e il 2015, dovrebbero essere disponibili i reattori di cosiddetta “Generazione III+”, un’evoluzione della Generazione III secondo specifiche linee guida: riduzione delle procedure di approvazione, dei tempi e dei costi di costruzione, alta disponibilità dell’impianto e lunga vita utile (60 anni), presenza di dispositivi di sicurezza infallibili e migliore utilizzo del combustibile. Uno dei progetti più interessanti di “Generazione III+” è Iris (International Reactor Innovative & Secure), reattore sviluppato da un consorzio internazionale di cui fanno parte istituzioni, tra cui l’ENEA, e imprese italiane.

    3) A che punto è la ricerca sul nucleare di IV Generazione?
    La IV Generazione di reattori è ancora in fase di ideazione. Nel 2000 è stato istituito il Generation IV International Forum (GIF) composto dieci Paesi al fine di sviluppare sistemi nucleari che potranno essere operativi fra 20 o 30 anni Il forum ha definito i requisiti di base che i nuovi progetti dovranno rispettare:
    • sostenibilità: massimo utilizzo del combustibile e minimizzazione dei rifiuti radioattivi;
    • economicità: basso costo dell’impianto e livello di rischio finanziario equivalente a quello di altri impianti energetici;
    • sicurezza e affidabilità: i sistemi di quarta generazione dovranno avere una bassa probabilità di danni gravi alla parte del reattore più “delicata”, il cosiddetto nocciolo, e tollerare errori umani anche gravi. Non dovranno richiedere piani di emergenza per la difesa della salute dei cittadini, non essendoci uno scenario credibile per il rilascio di radioattività fuori dal sito;
    • resistenza alla proliferazione e protezione contro attacchi terroristici.
    I Paesi che hanno aderito subito a questa iniziata, lanciata dagli Stati Uniti, sono Argentina, Brasile, Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Sud Africa, Svizzera, a cui si è aggregata successivamente l’Euratom, in rappresentanza dell’Unione Europea. Russia e Cina sono entrati a fare parte del GIF quest’anno, in considerazione dei loro programmi di utilizzo dell’energia nucleare.
    Un’ulteriore accelerazione nella direzione sopra delineata è rappresentata dalla iniziativa americana, recentemente sottoscritta anche da Cina, Francia, Giappone e Russia, denominata GNEP (Global Nuclear Energy Partnership). Si tratta di un programma di rilancio del nucleare che, oltre a prevedere la realizzazione di un prototipo di IV generazione entro il 2020, tende ad agevolare l’utilizzo dell’energia nucleare da parte dei paesi in via di sviluppo, attraverso nuove politiche.

    4) A vent’anni dal referendum sul nucleare l’Italia continua ad investire sulla ricerca sul nucleare?
    L’Italia, al pari degli altri paesi dell’Unione Europea, partecipa allo sviluppo di reattori di quarta generazione tramite l’Euratom. Sono coinvolti nella ricerca ENEA, Ansaldo Nucleare, Cesi Ricerca e Università.

    5) Oltre al nucleare di IV Generazione, è in fase di rilancio il nucleare da fissione con il progetto Inpro (International Project on innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles). In cosa consiste?
    Sulla spinta dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, si è sviluppata un’altra iniziativa internazionale per il rilancio dell’energia nucleare da fissione: il progetto Inpro (International Project on Innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles). L’obiettivo del progetto è assicurare che l’energia nucleare sia disponibile per soddisfare il fabbisogno energetico. Sono allo studio soluzioni per la sicurezza, la competitività economica, la gestione dei rifiuti radioattivi e la non proliferazione. Il programma di lavoro di Inpro è organizzato in tre fasi: la prima – già completata – prevedeva una selezione di linee guida, criteri e metodologie per una valutazione dei concetti innovativi proposti e i requisiti posti dagli utilizzatori. La fase attuale prevede l'esame di sistemi e tecnologie resi disponibili da alcuni Stati membri, a fronte dei criteri precedentemente selezionati. Nella fase finale si studierà l’avvio di un progetto internazionale, identificando le tecnologie più appropriate per la realizzazione negli Stati membri.
    A Inpro partecipano Stati Uniti, Argentina, Brasile, Bulgaria, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Francia, Germania, India, Indonesia, Corea, Olanda, Pakistan, Russia, Sud Africa, Spagna, Svizzera, Turchia, con il contributo della Commissione Europea.


    Fonte:
    L'energia nucleare: il punto sullo stato della ricerca

    Ma ora resta solo di convincere la gente che è tempo di nucleare ci vogliono più o meno 15 anni per costruire una centrale nucleare.
    Con la continua crescita del consumo energetico dell'Italia non la si può ignorare guardatevi i dati sul link di sotto anche se 2006 un quadro generale di quest'anno lo fai a mente.


    Consumi

  3. #103
    infinitomenouno
    Ospite

    Predefinito

    Nella realtà fisica ci sono infiniti modi puliti ed efficaci per produrre energia e già molti sono a nostra disposizione. Il nucleare presenta più svantaggi che vantaggi; nel mondo, solo India, Ucraina, Russia e Cina stanno costruendo nuove centrali nucleari. Gli stessi Stati Uniti non costruiscono un reattore dal 1979 (dati Aiea - Agenzia internazionale per l’energia atomica). In Europa, cinque degli otto Paesi nuclearizzati hanno deciso da tempo la moratoria: Svezia 1980, Spagna 1984, Olanda 1994, Germania 1998 (entro il 2021), Belgio 1999 (entro il 2025). L’unico Paese dell’Ue che ha deciso di costruire un nuovo reattore è la Finlandia. L’Italia ha chiuso con il referendum del 1987. Danimarca, Portogallo, Grecia, Austria, Irlanda e Lussemburgo non hanno programmi nucleari.
    In Italia ci sono gli impianti Enel (la centrale del Garigliano è uscita dall’esercizio commerciale nel 1978; Latina nel 1986; Trino Vercellese nel 1987; Caorso nel 1986) e quelli Enea (l’impianto Itrec della Trisaia ha concluso il ciclo di prove nucleari nel 1978, da allora non ha più riprocessato
    combustibile; l’impianto Eurex ha terminato le attività di riprocessamento nel 1983).

    I rischi del nucleare: il rischio è definito come prodotto di una probabilità per l’entità delle conseguenze. Così, anche se incidenti nucleari di una certa gravità sono stati pochi – ma molto più frequenti di quelli previsti a suo tempo dall’industria nucleare – il rischio risulta elevato per le conseguenze che si sono avute e si possono avere. Con la privatizzazione del settore elettrico in Gran Bretagna, il nucleare è stato di fatto “congelato” per due ragioni: la prima è che il costo industriale del kWh da nucleare è più elevato di quello degli impianti a gas (oltre 6 centesimi di $ contro 4 del gas); la seconda è che nessun’altra fonte presenta i rischi del nucleare e dunque la possibilità nel migliore dei casi (incidenti di entità lieve) di fermo impianto prolungato e nel peggiore dei casi dover risarcire un danno biologico a una popolazione vasta.
    Costo del nucleare:continuano a circolare dati sui costi inattendibili. Non vanno presi i costi medi – che includono impianti costruiti in epoche diverse a costi diversi e in parte già ammortizzati – ma i costi degli impianti nuovi. Le stime del Dipartimento statunitense dell’energia (DOE) effettuate nel 2004 per impianti che entrano in funzione nel 2010 sono chiaramente a sfavore del nucleare. Infatti danno: 4,97 centesimi/kWh per i nuovi impianti a gas, 5,05 per le nuove pale eoliche, 5,31 centesimi per il carbone pulito e 6,13 per le centralinucleari. Il costo del kWh del nucleare peraltro è previsto in lieve crescita nel 2025 a 6,33 centesimi. A questi costi industriali va aggiunta la conseguenza economica – non solo ambientale e sanitaria – di incidenti. Anche incidenti non gravi, infatti, comportano un fermo impianto potenzialmente lungo che incide sulla produzione. In caso di incidenti rilevanti, poi, chi paga il danno biologico e ambientale? Il principio rimane uno solo: chi inquina paga. Tempi di costruzione per centrali di pari potenza:
    • gas a ciclo combinato 2-3 anni
    • carbone pulito: 4-5 anni
    • nucleare 8 - 10 anni

    Il nucleare non riduce i costi, anzi presenta i costi industriali più elevati (senza conteggiare incidenti e imprevisti): in aggiunta, per l'Italia i costi stimati per gli USA non sono credibili. Dovendo ricostruire almeno in buona parte il tessuto di competenze e di tecnologie del ciclo del combustibile,
    da noi costerebbe certamente di più. Ricordiamo che uno dei fallimenti più clamorosi della storia dell'industria si chiama Superphenix - progetto francese a partecipazione italiana al 33% - che non ha mai funzionato e ha bruciato risorse ingenti: solo per i contribuenti italiani, 5.000 miliardi di lire
    dell'epoca (anni ‘70-80).

    L’eolico.
    Secondo lo studio di Greenpeace “Eolo o plutonio?” (in francese su Accueil | Greenpeace France), nel quale il nucleare viene confrontato con l’eolico, è possibile con un investimento equivalente produrre 2,3 volte più energia e ottenere 5 volte più posti di lavoro investendo nell’eolico. A parità di
    investimento, con l’eolico si darebbe energia al doppio delle abitazioni rispetto al nucleare. L’energia eolica sta vivendo un forte sviluppo tecnologico e una crescita della potenza installata: nella sola Germania, oltre 3.200MW di eolico sono stati installati lo scorso anno e forniscono
    energia a più di 2 milioni di case. Nell’Unione europea, si prevede l’installazione di 75.000MW di eolico entro il 2010, triplicando la potenza installata oggi e aggiungendo l’equivalente della produzione di 14 grandi centrali nucleari.

    Il solare.
    Secondo il rapporto "Solar Generation 2", presentato di recente a Bruxelles da Greenpeace e dall'Associazione europea dell'industria fotovoltaica (EPIA), un miliardo di persone utilizzerà l'energia fotovoltaica entro il 2020 e nasceranno grazie a quest'industria 2 milioni di posti di lavoro,
    mentre le emissioni di gas serra si ridurranno di 169 milioni di tonnellate l'anno, l'equivalente di 75 centrali a carbone. Dal 1998 il fotovoltaico cresce del 35% l'anno: entro il 2040, il solare potrebbe coprire oltre il 20% del fabbisogno globale, anche nei luoghi più remoti e senza contribuire ai
    cambiamenti climatici. Si tratta di un'industria, quella del fotovoltaico, che raggiungerà il valore di 62 miliardi di euro nei prossimi 15 anni.
    Paesi come la Germania hanno visto una crescita esponenziale del solare, ma è l'Unione europea che deve impegnarsi e fissare obiettivi vincolanti per il 2020, oltre a bloccare i sussidi ai combustibili fossili e all'energia nucleare. Ogni euro investito in energia solare aiuta il clima, l'innovazione e diminuisce la dipendenza nei confronti dei combustibili fossili. Secondo la Commissione europea, due terzi del fabbisogno energetico europeo sarà soddisfatto con
    l'importazione per il 2020: il solare offre un'alternativa a questa dipendenza (il rapporto su: Home).

  4. #104
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    lodevole

  5. #105
    infinitomenouno
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da SeDoBrEn GoCCe Visualizza il messaggio
    lodevole
    La politica fino adesso ha attuato una campagna di disinformazione senza eguali; la cosa che più rattrista è che la gente comune ascolta le castronerie dei politici e ignora i suggerimenti dei "tecnici" del settore.
    Diminuzione sprechi + Sviluppo sostenibile + Fonti rinnovabili pulite = equazione perfetta per conservare il nostro pianeta e scongiurare rischi alla vita.

  6. #106
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    lo so... infatti t lodavo per questo... che fai nella vita? se posso chiedere

  7. #107
    infinitomenouno
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da SeDoBrEn GoCCe Visualizza il messaggio
    lo so... infatti t lodavo per questo... che fai nella vita? se posso chiedere
    sono studente universitario...tu?

  8. #108
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    studente universitario... quasi laureato presso il CdL Magistrale in Scienze Chimiche...

    dovevo capire da nick e avatar che amavi la matematica... complimenti

    lo dovevo capire anche dalla tua discussione su Odifreddi credo diventerà una lotta tra te e Godel

  9. #109
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 11/9/2007
    Messaggi: 13,624
    Piaciuto: 66 volte

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    Mi spieghi dove abbiamo vento e sole a sufficienza, in Italia, per costruire centrali?

    Di vento siamo scarsi, per non dire scarsissimi.
    Di sole, io so che i pannelli costruiti sulle case non funzionano. Perchè c'è poco sole e comunque la spesa non copre l'energia che viene prodotta.

  10. #110
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    infatti s stanno migliorando le celle fotovoltaiche... stavo giusto leggendo gli ultimi lavori in ambito nanotecnologico... da paura... vedremo come vanno le prove negli USA...
    il settore eolico non conosco bene... pardon

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