Anni fa è uscita una smentita da parte dell'FDA americano che dice:
"L'FDA non ha alcuna prova della presenza di amianto nei tamponi, né è al corrente di segnalazioni di aumentato sanguinamento mestruale a seguito dell'uso di tamponi. Prima che qualunque tampone venga commercializzato negli Stati Uniti, l'FDA ne esamina la progettazione e i materiali. L'amianto non è un ingrediente di alcun tampone di marca statunitense e non è associato alle fibre usate nella produzione dei tamponi. Inoltre i siti di produzione dei tamponi vengono sottoposti a ispezioni dell'FDA per controllare che lavorino a regola d'arte. Pertanto, tali ispezioni probabilmente identificherebbero eventuali procedimenti che esponessero i tamponi all'amianto. Se qualsiasi tampone fosse contaminato dall'amianto, questo sarebbe il risultato di una manomissione, che è un reato."
La spiegazione dell'FDA chiarisce dunque che è falsa la giustificazione che si può mettere l'amianto nei tamponi perché "i tamponi non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali".
Inoltre, secondo l'OSHA, il NIH e l'EPA, enti statunitensi deputati alla protezione dell'ambiente, della salute e alla sicurezza sul lavoro, l'amianto è molto pericoloso se ingerito o inalato (l'inalazione può provocare asbestosi o cancro ai polmoni e ad altri organi) e causa irritazioni se viene a contatto con la pelle, come spiegato in questa pagina dell'EPA o questa del National Institute of Health (risalente al 2002 e archiviata presso Archive.org). Pare evidente che un tampone sia decisamente a stretto contatto con la pelle: quindi la giustificazione non regge assolutamente.
Già nel 2001, il sito italiano della Tampax smentiva categoricamente la presenza di amianto nei tamponi così:I tamponi Tampax contengono amianto? Assolutamente no. Non c'è traccia di amianto nei Tampax.
Il concetto è ribadito anche attualmente presso Tampax.it. Insomma, a meno che crediate che FDA, EPA, NIH, OSHA, Tampax e tutti i ricercatori del settore siano in combutta per ammazzare i propri clienti in un colossale complotto, la questione dell'amianto è chiusa. Non ce n'è, punto e basta.
L'FDA è considerata un punto di riferimento per la sicurezza dei farmaci in tutto il mondo. Non è composta da dilettanti che si comprano con quattro dollari (neppure l'industria del tabacco è riuscita a zittirla). Se proprio non ci credete, andate da un chimico e fatevi fare l'analisi chimica di un tampone, alla ricerca di amianto; poi fatemi sapere. Ma nel frattempo abbiate il buon senso di non seminare panico ingiustificato.
Per il raion (o Rayon) la cosa è più complicata. Il Rayon è in effetti presente nei tamponi, come confermato dal sito Tampax.it. Ma è pericoloso?
L'appello afferma che "Il Raion contribuisce ai pericoli creati dai tamponi e dalla diossina perché è una sostanza altamente assorbente... quando fibre dei tamponi restano nella vagina (come di solito accade), ciò crea un terreno fertile per la diossina. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con tamponi fatti solo di cotone."
- Il Rayon è considerato innocuo, tant'è vero che lo si usa per gli indumenti e come materiale chirurgico. E' un derivato della cellulosa.
- Il Rayon viene usato nei tamponi non soltanto perché è altamente assorbente (cosa in sé non pericolosa, ma anzi ovviamente necessaria per il funzionamento del prodotto), ma perché si sfilaccia meno del cotone. Pertanto un assorbente interno in Rayon rilascia meno fibre di uno di cotone.
- Non si capisce perché debba "restare all'interno più a lungo".
- Nella versione 2003, l'anonimo traduttore italiano dell'appello ha dato una eloquente "aggiustatina" a questa affermazione, che in originale non parla semplicemente di "terreno fertile", ma di "breeding ground", ossia di "terreno fertile per la riproduzione". La diossina è una sostanza chimica, non una creatura vivente, e come tale ovviamente non si riproduce, esattamente come mettere due sassi in una stanza non produrrà una nidiata di sassolini. Uno svarione di questa portata la dice lunga sulla serietà e sulla preparazione di chi ha redatto l'appello originale.
Tuttavia il Rayon si può produrre usando il cloro, secondo l'FDA, e il cloro produce diossine. Quindi il Rayon in sé è sicuro, ma comporta la possibilità di portarsi appresso diossine. Ma l'FDA dichiara che il Rayon attualmente utilizzato nei tamponi statunitensi viene prodotto adottando tecniche alternative che non generano diossine: "Rayon raw material used in U.S. tampons is now produced using elemental chlorine-free or totally chlorine free bleaching processes", dice la già citata pagina dell'FDA.
Sul fatto che le diossine facciano male non c'è alcun dubbio. Ma ci sono diossine nei tamponi, come dice l'appello?
Secondo l'FDA, se ce ne sono, sono a livelli talmente bassi da non essere misurabili:
...i livelli di diossine nel rayon grezzo usato per i tamponi sono pari o inferiori al limite rilevabile dai test più avanzati, ossia circa 0,1 parti per trilione... molte volte inferiore alla quantità normalmente presente nell'organismo e proveniente da altre fonti... Una parte per trilione equivale a un cucchiaino in un lago profondo cinque metri e ampio 2,6 chilometri quadrati.
Pertanto il rischio diossina nei tamponi è praticamente trascurabile. Ce n'è molta di più nell'ambiente che ci circonda che nei tamponi. Aver paura della diossina nei tamponi è come abitare accanto alla ferrovia e temere di diventare sordi perché il vicino parla a voce alta.
Non solo: a proposito di diossine e di sostanze chimiche pericolose c'è una sorpresa interessante.
L'appello propone di "usare prodotti d'igiene femminile non sbiancati e che siano fatti completamente di cotone...Usate tamponi fatti al 100% di cotone non sbiancato. Sfortunatamente, poche società producono questi tamponi sicuri."
Chiaro, no? Cotone uguale sicurezza. Peccato che il cotone coltivato con i metodi convenzionali sia, secondo Snopes.com, "una delle piante a maggior consumo di pesticidi... circa il 10% dei pesticidi e il 22,5% degli insetticidi del mondo viene usato sul cotone." Pertanto un tampone a base di cotone coltivato in modo convenzionale potrebbe contenere la stessa quantità di porcherie chimiche di un tampone "non alternativo" a base di cotone e rayon. Per eliminare davvero questo rischio occorrerebbe trovare tamponi di puro cotone coltivato senza pesticidi e insetticidi.
In altre parole, passare a tamponi fatti al 100% di cotone senza verificare che il cotone sia coltivato in modo biologico non risolve granché. Come capita spesso negli appelli diffusi via Internet, la soluzione ai problemi non è così semplice come si vuol far credere.
Come descritto su tutti i foglietti illustrativi dei tamponi, la sindrome da shock tossico (Toxic Shock Syndrome, TSS) è "una malattia rara ma grave. E' causata dalle tossine prodotte dal batterio Staphylococcus aureus... La TSS mestruale è associata all'uso dei tamponi." E' grave abbastanza da indurre persino i fabbricanti di tamponi a riportare questo consiglio: "Potete anche sostanzialmente eliminare il rischio di TSS mestruale non usando assorbenti interni."
Usare tamponi "alternativi" di cotone al 100% al posto di quelli "commerciali" riduce leggermente l'incidenza della sindrome, ma non la elimina: del resto, sono stati riportati casi di TSS anche negli anni in cui i tamponi erano tutti in puro cotone (dal 1933, anno di invenzione, ai primi anni Settanta). Non fidatevi dunque di un appello che arriva da chissà chi, ma parlatene con il vostro medico.
dal sito: Il Disinformatico