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Islam: la questione del velo e del niquab

  1. #1
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Predefinito Islam: la questione del velo e del niquab

    Il Grande Imam dei sunniti: «Il velo integrale non è Islam»La somma autorità di Al Azhar si schiera per la prima volta. Il «niqàb» sarà vietato in tutte le scuole religiose

    Che la laica Francia se la prenda con il burqa non sor­prende più di tanto. Che la som­ma autorità religiosa di tutti i musulmani sunniti condanni duramente il velo integrale può invece stupire. Eppure sheik Mohammad Tantawi, Grande Imam dell’Azhar, que­sta volta è stato chiaro. «Il ni­qàb , il velo che copre il volto, è una tradizione del tutto estra­nea all’Islam», ha detto a una stupitissima liceale visitando la sua scuola al Cairo. «Perché lo porti? Non è religione que­sta, e io di religione credo di ca­pirne più di te e dei tuoi genito­ri ». E ancora: «Emanerò una di­rettiva per proibire l’uso di que­sto velo in tutte le scuole di Al Azhar. Allieve e insegnanti non potranno più portarlo». A dife­sa della ragazza, racconta il quotidiano Al Masri Al Yawm, sono intervenute le professo­resse: «Se l’è messo quando è entrato lei, con le compagne non lo indossa». Ma l’anziano capo di Al Azhar ha ribadito il divieto, comunque e sempre.
    Sconosciuto di fatto fino al­l’inizio degli anni '80, in Egitto il velo integrale si è diffuso con l’estremismo islamico. E se una volta a portarlo per le vie del Cairo erano solo le «arabe dal Golfo», considerate dalle egiziane meno progredite sep­pur più ricche, oggi il niqàb è popolare. Il governo, laico, ha tentato a più riprese di impedir­ne l’uso, considerandolo segno di resistenza al regime e di so­stegno invece ai Fratelli Musul­mani, unica opposizione politi­ca rimasta nel Paese. Nel 1999 una lunga battaglia tra il mini­stero dell’Informazione e alcu­ni avvocati integralisti si con­cluse con il suo bando dalle scuole pubbliche. Nel 2007 il ministro degli Affari religiosi ordinò alle moschee di impedi­re l’ingresso a chi lo indossava. Proibizioni poco rispettate in realtà. Anzi, sempre nel 2007, l’Università Americana del Cai­ro fu costretta a riammettere una studentessa coperta dalla testa ai piedi.
    Sheikh Tantawi per anni ha cercato il compromesso. «Por­tare o meno il niqàb è una scel­ta personale», sosteneva, senza vietarlo nè elogiarlo. E perchè ora abbia cambiato idea non è facile dire. Certo, l’allarme sicu­rezza è massimo in Egitto e le autorità sostengono che sotto a un niqàb si può na­scondere di tutto, un terrorista come delle armi. La lotta del raìs Mubarak contro gli islamici radicali è sem­pre più dura e Al Azhar tiene molto ai buoni rapporti con il potere. Ma è anche ve­ro che il «Papa sunni­ta » ha già dato prova in passato di moderazione. Nel 2001, dopo le Torri Gemelle, sheikh Tantawi definì «eretici» gli attentatori-suicidi. Nel 2005, sfidando una tradizione millenaria, proibì le mutilazio­ni genitali femminili, la «cir­concisione» delle bambine che certo islamica non è ma viene difesa da molti imam e conser­vatori. Fu inondato da critiche e accuse, allora. E adesso, dopo l’incontro con la liceale senza volto del Cairo, sta già succe­dendo lo stesso.
    -------------------------------
    fino a che punto cio cambierà la testa dei mussulmani


  2. #2
    Wishmaster
    Ospite

    Predefinito

    Il problema è ke la religione di x sè serve a tenere a bada gli uomini, in qst caso soprattutto le donne .-. evidentemente arrivati a qst punto dv tt sanno tt quello ke succede in casa del vicino o quasi, hanno deciso ke era meglio dargli un po' più di libertà o prendere delle decisioni ke nn spingano gli islamici a voler evadere dal loro paese, in qst modo gli terrebbero sempre a bada senza concedergli trp. Un po' cm'è successo nei paesi del blocco sovietico, tt protestavano xkè vedevano ke dall'altra parte del muro vivevano meglio di loro e cn più libertà... oppure la questione del velo può essere veramente legata ad un fatto di sicurezza e basta.

    Oh... almeno così è cm la penso io. >.>

  3. #3
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
    Iscrizione: 8/9/2006
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    la questione non è velo si o velo no;è questione di imposizione;a me dà fastidio pure il fatto che impongano di NON mettere il velo,dovrebbe essere una libera scelta.

    uno Stato che si basa su diktat di capi religiosi,per me,non è degno di chiamarsi democrazia.
    Senza addentrarci nello specifico religioso personale (ripeto,singolarmente uno può adorare un falegname crocifisso,un bisonte,una signora con 8 mani,un ciccione sempre seduto e rilassato)

    non ritengo accettabile che le regole di condatta civile e sociale vengano dettate da esponenti religiose,che siano un Imam che impone una cosa,o che sia un Prete che minaccia di scomunica chi fa uso di pillola abortiva.

  4. #4
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 11/9/2007
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    Scusa Yasha ma allora rifiuti a priori il concetto di religione. A maggior ragione una religione monoteista


    Cmq spero che sia vero... anche perchè il burqua in Italia spero lo vietino completamente (proposta di legge presentata dalla Lega).

  5. #5
    Sempre più FdT
    Uomo 56 anni da Firenze
    Iscrizione: 20/6/2008
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    quell'imam ha perfettamente ragioneil burqa non c'è nella religione islamica, e neppure il trattare le donne cosi male è nella tradizione islamicail fatto è che l'islam e fatto di tantissimi popoli, diverssissimi tra loro; si va da l'occidente(come la turchia), all'oriente(come pakistan, cina, ecc.), africa, ecc., e ognuno di questi popoli ha portato le proprie usanze nell'islam, alcune positivema altre purtroppo negativesperiamo che le autorità religiose rimettano tutto a posto, ma sarà lungo e difficile

  6. #6
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    Proposta della Lega: burqa vietato «In carcere chi lo indossa»

    - La proposta è di quelle destinate a far discutere. Arriva dalla Lega, sottoscritta da tutto il gruppo parlamentare, una pdl 'anti-burqa'. Il testo, depositato il 2 ottobre e per il quale il Carroccio auspica «tempi strettissimi», modifica la legge Reale del 1975 in materia di 'tutela dell'ordine pubblico e identificabilità delle personè che prevede il divieto di utilizzare «senza un giustificato motivo» caschi o qualsiasi altro tipo di oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento della persona. La Lega, come è stato spiegato dal capogruppo Roberto Cota e dalle deputate del Carroccio Manuela Dal Lago e Carolina Lussana in una conferenza stampa, propone di togliere il «giustificato motivo» fonte, tra l'altro, di contenziosi tra sindaci e prefetti, e inserire tra gli oggetti che non possono essere utilizzati, in quanto impediscono di essere riconosciuti, «gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa». Leggi il burqa. Cota sottolinea che si tratta «di una legge per fare chiarezza».
    alla luce del titolo (il Mattino)
    ------------------
    alla luce del titolo di questa discussione il cambiamento deve essere fatto sponaneamete ( cioe culturalmente) oppure è lo stato che deve imporlo? ma se si sceglie la seconda strada è sempre razzismo solo perchè lo ha proposto la lega oppure hanno ragione quelli del pd che invece è un provvedimento contro le donne che resteranno,se passa la proposta, sempre segregate in casa? ( meglio recluse o come ora in libertà vigilata?)

  7. #7
    Wishmaster
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio

    alla luce del titolo di questa discussione il cambiamento deve essere fatto sponaneamete ( cioe culturalmente) oppure è lo stato che deve imporlo? ma se si sceglie la seconda strada è sempre razzismo solo perchè lo ha proposto la lega oppure hanno ragione quelli del pd che invece è un provvedimento contro le donne che resteranno,se passa la proposta, sempre segregate in casa? ( meglio recluse o come ora in libertà vigilata?)
    Ma il fatto è ke in terra islamica hanno la possibilità di scegliere tra cambiamento spontaneo o imposto, qui da noi no, c'è una legge ke kiaramente vieta di girare a volto coperto, quindi nn si tratta di razzismo, ne di segregare le donne in casa... Scelgono loro di venire in italia e quindi scelgono anke di seguire le nostre leggi, nn mi sembra oppressione, sl equità.
    X le donne ke sn realmente in pugno ai maski (nn in tt le famiglie ovviamente) c'è sempre la polizia, i carabinieri a cui rivolgersi, quindi o trovano il coraggio di ribellarsi ke da noi è possibile mentre da loro è praticamente utopia, oppure se ne stanno lì succubi di mariti e di padri.

  8. #8
    Eurasia
    Ospite

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    Una cultura non va reputata sulla base dell'imposizione o meno di un copricapo, ma nella sua capacità di assicurare un pacchetto di diritti dove è inclusa l'istruzione.
    Nel momento in cui uno Stato (es. a caso, la Francia) impone alle donne di mettere da parte usi tipici del proprio Credo, le sta automaticamente segregando in casa in quanto è improponibile cambiare in maniera repentina la mentalità delle persone - non è detto che le persone in questione abbiano voglia di farlo o che sia loro consentito (quale padre fondamentalista manderebbe la propria figlia 16enne a scuola senza velo?). Invece è giusto che a tutti venga data la possibilità di esercitare un proprio diritto, senza impuntarsi su questioni ridicole come quella del velo (la solita scusa per far diminuire l'ascesa sociale delle donne nel mercato del lavoro), concedendo loro degli strumenti adatti a staccarsi - eventualmente - da un tessuto sociale dal quale si sono sentite oppresse.

  9. #9
    Overdose da FdT
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    Quote Originariamente inviata da Eurasia Visualizza il messaggio
    Una cultura non va reputata sulla base dell'imposizione o meno di un copricapo, ma nella sua capacità di assicurare un pacchetto di diritti dove è inclusa l'istruzione.
    Nel momento in cui uno Stato (es. a caso, la Francia) impone alle donne di mettere da parte usi tipici del proprio Credo, le sta automaticamente segregando in casa in quanto è improponibile cambiare in maniera repentina la mentalità delle persone - non è detto che le persone in questione abbiano voglia di farlo o che sia loro consentito (quale padre fondamentalista manderebbe la propria figlia 16enne a scuola senza velo?). Invece è giusto che a tutti venga data la possibilità di esercitare un proprio diritto, senza impuntarsi su questioni ridicole come quella del velo (la solita scusa per far diminuire l'ascesa sociale delle donne nel mercato del lavoro), concedendo loro degli strumenti adatti a staccarsi - eventualmente - da un tessuto sociale dal quale si sono sentite oppresse.
    Ma una soluzione s'impone però,perchè le hina non aspettano: vogliono la vita che hanno le loro coetanee o come la tua ma che la loro famiglia attraverso il velo voglio ingabbiarle sottometterle e la dove non riescono, le uccidono, il velo è tutto e chi non lo accetta deve morire.
    Allora il velo non diventa piu una discussione sulla lana caprina o lana grezza ma un gioco fatto su corpo delle donne e se lo stato non interviene
    ,forse anche sbagliando, non cambia proprio niente

  10. #10
    Sempre più FdT
    Uomo 56 anni da Firenze
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    Una cultura non va reputata sulla base dell'imposizione o meno di un copricapo, ma nella sua capacità di assicurare un pacchetto di diritti dove è inclusa l'istruzione.
    Nel momento in cui uno Stato (es. a caso, la Francia) impone alle donne di mettere da parte usi tipici del proprio Credo, le sta automaticamente segregando in casa in quanto è improponibile cambiare in maniera repentina la mentalità delle persone - non è detto che le persone in questione abbiano voglia di farlo o che sia loro consentito (quale padre fondamentalista manderebbe la propria figlia 16enne a scuola senza velo?). Invece è giusto che a tutti venga data la possibilità di esercitare un proprio diritto, senza impuntarsi su questioni ridicole come quella del velo (la solita scusa per far diminuire l'ascesa sociale delle donne nel mercato del lavoro), concedendo loro degli strumenti adatti a staccarsi - eventualmente - da un tessuto sociale dal quale si sono sentite oppresse.
    hai perfettamente ragionenon si possono impedire i simboli religiosi per decreto; però, in effetti, sotto ad un burqa, può nascondersi un terrorista armato fino ai dentiquindi forse è un bene proibire quel genere di bardature

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