voglio capire se è l'andare contro berlusconi che vi da noia.. o il fatto che è nel centrosinistra.. o che è di montenero.. giuro non riesco proprio a capire
sarà l'accento
voglio capire se è l'andare contro berlusconi che vi da noia.. o il fatto che è nel centrosinistra.. o che è di montenero.. giuro non riesco proprio a capire
sarà l'accento
Certo, dovrebbe essere così e conseguentemente non dovrebbe esserci nessun "merito" particolare ad essere condannati per una propria stronzata.
Che così non è si capisce dal fatto che dici "se viene condannato per il suo sbaglio diventa il mio idolo ed esempio di vita"..
passiamo al nodo successivo del discorso..
chi non lo fa dovrebbe essere un coglione e tacciato via dalla società..
o no?
CVD
No, mi da più noia la sua conoscenza della lingua ed il fatto che l'imperfetto sia il tempo verbale più complesso che riesce ad usare...
"Se ci andava vedeva"...mi fa venir sempre la pelle d'oca.
CVD bis.
A parte il fatto che fino a ieri sera non avevi nemmeno idea dell'esistenza di quella condanna e il tuo "se non mi sbaglio" fa sorridere...PROBABILMENTE direi che ti sbagli, quelle frasi sono state dette forse a un comizio o a qualche festa della lega, ossia NON in una cerimonia ufficiale dello stato o in una ricorrenza pubblica. Se no scrivi una e-mail alla corte di cassazione, forse si sono sbagliati loro.
Bellissimo..prima "ce l'hanno tutti con dipietro a bossi per le sue stronzate non han mai fatto niente"..dopo averti fatto vedere che è stato normalmente processato e condannato "ma perchè non è in galera"..dopo averti fatto vedere che la pena prevista prima rientrava nella condizionale e poi era una multa che andava da 1000 a 5000 e che quindi 3000 era congrua "ma dove sono le fonti"...dopo averti fatto vedere le fonti "ma perchè non gli hanno dato 10000"...dopo averti fatto vedere che non era una delle occasioni previste per il 10000 chissà quale sarà il prossimo step.
Come ti costruisco una notizia che non c’è. E intanto ne copro altre ben più pericolose per lo status quo. Il manuale Capezzone.
Esplode il caso “Antonio Di Pietro insulta Napolitano”. Oggi è su tutti i giornali, ieri i tg riportavano le fibrillazioni delle istituzioni. Tutto l’arco costituzionale ha stigmatizzato le parole del Tonino nazionale. Perfino qualcuno del suo partito ha traballato davanti all’offensiva mediatica. Abbiamo visto di peggio, direte. Vero, verissimo. Però c’è un dettaglio. Un nonnulla. Uno spiffero che rischia di far crollare il castello di titoloni, lanci di agenzia, servizi e dichiarazioni in libertà. Il problema è che Di Pietro non ha attaccato Napolitano.
Andiamo a vedere esattamente quello che ha detto ieri a Piazza Farnese Di Pietro: "Signor Presidente, ancora una volta ci stanno facendo lo scherzo di Piazza Navona. Io penso che in una civile piazza dei cittadini italiani abbiano il diritto manifestare. Si può non essere d’accordo su quel che abbiamo fatto e stiamo facendo... Ma è un nostro diritto, garantito dalla Costituzione, poter dire che ciò che fanno determinate persone non ci convince? E possiamo permetterci, signor Presidente della Repubblica, di accogliere in questa piazza anche qualcuno di noi che non è d’accordo su alcuni suoi silenzi? (applausi e fischi) Possiamo permetterci o no? O siamo degli eversivi? Siamo dei cittadini normali che ci permettiamo di dire a lei, signor Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere l’arbitro, che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi, lo possiamo dire o no? Noi la rispettiamo, noi abbiamo un senso delle istituzioni, noi vogliamo essere tranquilli". Poi ha proseguito per un minuto sui silenzi dei media e ha pronunciato le seguenti parole: “Perché non c’è possibilità di manifestare, senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d’accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, non siamo d’accordo sul fatto che si criminalizzano le persone che fanno il loro dovere, non siamo d’accordo sull’oblio che le istituzioni hanno sui familiari delle vittime (...) Lo possiamo dire o no? Rispettosamente. Ma il rispetto è una cosa, il silenzio un altro. Il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso”.
Notare, che Di Pietro aveva cambiato interlocutore. E che nel periodo precedente, quello dedicato a Napolitano, non avesse attaccato il Presidente della Repubblica quanto qualche solerte funzionario di Polizia (pare che sia intervenuto addirittura il questore di Roma in persona a dare l’ordine) che aveva fatto rimuovere uno striscione di un gruppo di sostenitori di Grillo che riportava la frase “Napolitano dorme, il popolo insorge”.
Come è evidente dalla trascrizione letterale dei brani dell’intervento incriminati dall’intero panorama dei media nazionali, il caso di fatto non esiste. Eppure è l’apertura di praticamente tutti i media nazionali.
A confezionare il pacchetto a Di Pietro chi è stato? Repubblica, nonostante si sia allineata al coro, una mezza ammissione, un barlume sui retroscena dell’operazione, li fornisce. Leggiamo a pagina 7: “Pochi istanti bastano a Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia, che come si sa vive la sua vita collegato al telpress giornalistico per domandare scandalizzato: silenzio mafioso del Quirinale? Da qui la pioggia di riprovazioni". Che Capezzone fosse un abile confezionatore di “versioni probabili”, e un ottimo ufficio stampa, lo avevamo capito da tempo. Qui, però, ha battuto se stesso. Tecnica e tempismo. Capezzone sa che sono fondamentali. Era necessario, per come stava andando il movimento del flusso di informazioni mediatiche della giornata, distogliere l’attenzione.
Soprattutto quando stanno circolando in rete le prime agenzie relative alla manifestazione, le accuse di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nel 1992, e soprattutto per far scivolare “nelle pagine interne” (distogliere l’attenzione) la vera notizia della giornata, ovvero l’accordo fra Gianni Letta e Walter Veltroni sullo scambio legge elettorale per le europee con sbarramento al 4% in cambio di “una corsia preferenziale” per i ddl del governo (riforma della giustizia, intercettazioni e cda Rai).
Tanto di cappello a Capezzone. Obiettivo raggiunto.
http://www.agoravox.it
Certo, mi fai ridere perchè fino a ieri notte non sapevi neanche che esistesse questa condanna e adesso provi addirittura a fare l'esperto e sindacare la congruità della multa.
Comunque, eccoti servito.
L'occasione in cui ha pronunciato le frasi da cui è derivata la condanna che tanto ti interessa era un Comizio della Lega a Cabiate (Como), durante la festa della Padania, il 26 luglio del 1997. Contento? O per te una festa della Padania è una cerimonia istituzionale o ricorrenza pubblica? LOL.
Direi che col mio "a qualche comizio o festa della lega" ero stato abbastanza preciso, non credi?
Sei spassoso.
the house killer mi sembra sia stato chiaro. è una caso montato ad arte per far fuori l'unica forma di opposizione, l'ombra della p2 incombe. non aggiungerò altro.
ahahahaha.....oddio ma davvero???.... e in quante altre occasioni ha ingiuriato la bandiera??? il roma ladrona era uno spot elettorale, la padania indipendente, era un messaggio che secondo la legge minaccia l'integrità dello stato, la discriminazione di noi meridionali....mentre sua moglie o fidanzata è siciliana.........
e berlusconi?'....che aveva definito il capo dello stato un notaio.....proprio all'uscita dalla riunione con lui prima del prodi bis??....Qual'è la differenza??....bossi è stato processato solo una volta per 3000 euro, quando ha offeso l'italia un sacco di volte; berlusconi lasciamo perdere; Di Pietro ha detto una copsa giusta una sola volta ed è stato denunciato........dov'è la coerenza???