I canali, il Van Gogh Museum, il Jordaan e i suoi locali, i mercatini, i parchi, la casa di Anna Frank e quella di Rembrandt, il mercato dei fiori e il quartiere a luci rosse. Ma non dimentichiamo i coffee shop. Sono numerosissimi i turisti che si recano in pellegrinaggio ad Amsterdam per trascorrere una vacanza da sballo. Inutile quindi negare che questi locali siano una delle principali attrattive della città. È proprio ad Amsterdam che sono concentrati un quarto dei "caffè della droga" di tutto il territorio olandese. Al loro interno le persone maggiorenni possono acquistare fino a 5 grammi di diverse qualità di marijuana, o joint già pronti. E poi: infuso di erba, space cake (torte di "maria") e spuntini vari. In Olanda infatti la cannabis è illegale, ma negli apposito caffè è possibile acquistare modeste quantità da consumare tassativamente sul posto, poiché è proibito fumare e acquistare droga per la strada.
Da qualche tempo a questa parte, però, l'aria è cambiata anche nella capitale dell'antiproibizionismo. Dopo la ripulita al quartiere a luci rosse, le autorità hanno stabilito che entro il 2011 ben 43 coffee shop su 228 dovranno chiudere i battenti. Motivo? Si trovano a meno di 250 metri da una scuola superiore. Mentre i partiti politici si dividono tra chi è contro e chi è a favore della messa al bando della cannabis, la città solleva un problema: quello della produzione di cannabis. Nel 1976 l'Olanda aprì le porte allo spinello libero per non dare spazio alla criminalità nel mercato degli stupefacenti. Ma in pratica la vendita e il consumo sono autorizzate, la produzione no. Perciò accade che il mercato della cannabis, diventato negli ultimi anni assai redditizio, sia in realtà gestito dalla stessa criminalità organizzata, che si occupa di fatto l'approvvigionamento. Per cercare di correre ai ripari, trenta sindaci olandesi si sono riuniti al "summit dell'erba" per chiedere al governo di autorizzare dei progetti pilota di coltivazione della cannabis.