Originariamente inviata da
Wittman
Bè mi sembra intendano muoversi anche in quel senso, con controlli più stringenti e più trasparenza nei bilanci delle università: ciò vuol dire che si cercheranno appunto di evitare quelle situazioni che sono tra le cause della crisi dell'università, non tra gli effetti dei tagli (v. siena, pisa, firenze, urbino, ecc.). Spero anche che i dirigenti o comunque i responsabili di tali situazioni possano anche venir rimossi, anche se scommetto che se si proponesse una norma del genere (cioè il potere del governo di "intromettersi" e "far fuori" presidi di facoltà per questioni di bilancio) ci sarebbe un'altra sollevazione del mondo accademico.
Per le assunzioni, quello dovrebbe essere il principio per far diminuire il personale, ma direi che spetterebbe poi ai singoli rettori ecc. fare in modo che non si creino quelle situazioni di cui parli, cioè: se vanno in pensione dei professori tra cui l'unico che fa un certo corso, dovrebbe avere quel minimo di testa per sostituire lui e assumere uno che faccia lo stesso corso, piuttosto che altri.
Poi insomma, per chi c'è dentro o ci è passato, è inutile fare l'elenco dei malfunzionamenti, sprechi e storture che c'erano (c'erano, non sono creati ora) nel sistema, tanto per fare qualche esempio: professori che facevano anche i professionisti e si presentavano 2 ore al mese per fare gli esami e lasciavano fare le lezioni agli assistenti; figli/nipoti/amici di un prof che venivano presi come assistenti e dottorandi da un altro prof e viceversa;moltiplicazione dei corsi di laurea spesso e volentieri abbastanza inutili, all'estero ne hanno la metà e non mi sembra vadano peggio e delle sedi (avere una università nel proprio paese o città è sempre stato ambitissimo, anche se poi gli iscritti erano pochissimi e le spese amministrative, per la sede, per il personale, altissime), ecc.
"In Italia ci sono 94 università, più 320 sedi distaccate nei posti più disparati; ci sono 37 corsi di laurea con 1 solo studente; 327 facoltà non superano i 15 iscritti; negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato ma i promossi sono stati 26.000 (nel 99,3% dei casi sono stati promossi senza che ci fossero i posti disponibili facendo aumentare i costi di 300 milioni di euro); ci sono 5 università importanti con buchi di bilancio enormi (e sono i luoghi dove si protesta maggiormente) che avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni; si sono moltiplicate cattedre e posti per professori senza tener conto delle reali esigenze didattiche dei ragazzi, aumentando la spesa per l'università in maniera inaccettabile; non c'è un'università italiana che figura tra le migliori 150 del mondo; ci siano 5500 corsi di laurea, mentre in Europa ne troviamo la metà; sono insegnate 170.000 materie rispetto alle 90.000 della media europea; nel 2001 i corsi di laurea erano 2444, oggi 5500."
Con una situazione del genere, a fronte di una riduzione di fondi, io cercherei di dare una limata a questi sprechi incredibili: perchè parlare subito di tasse universitarie elevate al cubo, chiusura dei corsi specialistici (non eh quelli inutili, solo quelli super-qualificanti), fuga di tutti all'estero (sta famigerata fuga dei cervelli quindi prima non c'era, partirebbe ora!?)...