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Il razzismo della lega

  1. #241
    twix ™
    Ospite

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    Costretti a pregare di nascosto:

    BRACCIO DI FERRO CON LA LEGA
    Islam, a S. Liberale si prega di nascosto


    Dietro le serrande abbassate dell'ex supermercato di San Liberale i musulmani pregano. Lo fanno di nascosto, in pochi, nell'intimità di quella stanzetta sul retro che non ha finestre e dentro cui pochi guardano. Per capire basta guardare oltre il loro tentativo di proteggere quei cinque minuti di intimità sulle ginocchia a mezzogiorno, e si scoprono sandali lasciati accuratamente fuori dalla porta, tappeti e le parole del rituale. «Non abbiamo fatto nulla di male - hanno ammesso - abbiamo pregato, senza disturbare nessuno». Era la prima volta? Forse si. E nel silenzio domenicale nessuno ha mosso un dito. Il vecchio negozio di via Puglie 1 aveva cinque vetrine. Da quando è stato preso in affitto dai musulmani di Seconda Generazione però solo una è stata alzata e abbassata, quella dove si apre la piccola porta d'ingresso, l'unica tra tutte ancora coperta dall'adesivo bianco che ricopre molte vetrate di alimentari di quartiere e impedisce di vedere oltre. Le altre sono sempre rimaste giù. Senza lucchetti, ma giù. Tanto che ignoti hanno avuto la bella pensata di utilizzarle come lavagna per le loro offese. Cosa c'è dietro? Nulla. O meglio, nulla che normalmente meriti interesse: una stanza vuota e un corridoio. L'ex market di via Puglie infatti ha la forma di una C, ma fino ad oggi si è vista solo una stanza, quella dove le pareti sono state ritinteggiate e a terra ci sono attrezzi del mestiere. Nell'altra cosa c'è? A chiederlo si ottiene una risposta semplice: «Nulla, lavori», ma ieri quella piccola stanza era diventata un luogo di preghiera. I musulmani sono arrivati in tarda mattinata. Hanno sollevato la solita, unica serranda e sono entrati constatando che qualcuno (ma nessuno ha visto chi) in piena notte aveva sfondato con un calcio la porta che dava sul retro. Immediata la telefonata al 113, passato per registrare quanto avvenuto in attesa che titolari e affittuari decidano se presentare denuncia, ma altrettanto celere l'invito ad andar via tanto «non
    è successo nulla». Prima dell'arrivo della Polizia attorno all'ex market di via Puglie c'erano una quindicina di persone. Dopo una sola. Le altre? Tutte entrate dalla porticina sul piazzale e sparite sul retro, dietro la parete che separa i due ambienti del locale ed è aggirabile solo percorrendo il corridoio parallelo alle serrande chiuse. Tutte inginocchiate fianco a fianco dentro venti metri quadrati nascosti nella semioscurità. Le prove sono le scarpe, lasciate fuori dalla stanza o rasente i muri, il mormorio, il riflesso delle immagini sulla vetrata interna del locale e l'atteggiamento dell'unica persona rimasta nella prima stanza, la sentinella incaricata di tenere d'occhio la strada. «Lì non c'è niente da vedere - ha consigliato ieri - solo cose, lasciate stare». Una frase che non dice nulla più di quanto tenta di celare, semplicemente. E qualche minuto dopo ecco venir fuori dal vecchio supermercato gli uomini spariti prima. L'atteggiamento di tutti è quello del bambino colto con le mani nella marmellata. Silenzio, sguardo diffidente, due saluti e via. Tutti a casa tranne un crocchio di persone che, vista macchina fotografica e taccuino fuori dalla porta pensano a che dire. La domanda: «Avete pregato?». La risposta: «Non abbiamo fatto nulla di male. Non spacciamo, non commettiamo reati». Si o no? «Si - allarga le braccia Amhed Fourdaous - era mezzogiorno. Eravamo qui e stavamo lavorando che dovevamo fare? Giustificarsi è assurdo. Non si può dire il Padre Nostro in fabbrica?». Domanda lecita, ma poi scatta il timore di nuove tensioni: «Per piacere, silenzio». Fuori dalla porta di via Puglie 1 non c'è più la maglia nera che i musulmani avevano appeso per criticare l'accoglienza e la tolleranza dei trevigiani. L'hanno tolta. «Non vogliamo lo scontro - dicono - meglio discuterne». Poco dopo se ne vanno. I lavori, dentro il market, vanno a rilento. Sembra che i musulmani vogliano capire che farci.(04 settembre 2008)



    ovviamente ciò dopo che sono stati cacciati a sassate, insulti, e scritte sui muri, dai comuni vicini

  2. # ADS
     

  3. #242
    Kid
    Sempre più FdT
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    Costretti a pregare di nascosto:

    BRACCIO DI FERRO CON LA LEGA
    Islam, a S. Liberale si prega di nascosto

    Dietro le serrande abbassate dell'ex supermercato di San Liberale i musulmani pregano. Lo fanno di nascosto, in pochi, nell'intimità di quella stanzetta sul retro che non ha finestre e dentro cui pochi guardano. Per capire basta guardare oltre il loro tentativo di proteggere quei cinque minuti di intimità sulle ginocchia a mezzogiorno, e si scoprono sandali lasciati accuratamente fuori dalla porta, tappeti e le parole del rituale. «Non abbiamo fatto nulla di male - hanno ammesso - abbiamo pregato, senza disturbare nessuno». Era la prima volta? Forse si. E nel silenzio domenicale nessuno ha mosso un dito. Il vecchio negozio di via Puglie 1 aveva cinque vetrine. Da quando è stato preso in affitto dai musulmani di Seconda Generazione però solo una è stata alzata e abbassata, quella dove si apre la piccola porta d'ingresso, l'unica tra tutte ancora coperta dall'adesivo bianco che ricopre molte vetrate di alimentari di quartiere e impedisce di vedere oltre. Le altre sono sempre rimaste giù. Senza lucchetti, ma giù. Tanto che ignoti hanno avuto la bella pensata di utilizzarle come lavagna per le loro offese. Cosa c'è dietro? Nulla. O meglio, nulla che normalmente meriti interesse: una stanza vuota e un corridoio. L'ex market di via Puglie infatti ha la forma di una C, ma fino ad oggi si è vista solo una stanza, quella dove le pareti sono state ritinteggiate e a terra ci sono attrezzi del mestiere. Nell'altra cosa c'è? A chiederlo si ottiene una risposta semplice: «Nulla, lavori», ma ieri quella piccola stanza era diventata un luogo di preghiera. I musulmani sono arrivati in tarda mattinata. Hanno sollevato la solita, unica serranda e sono entrati constatando che qualcuno (ma nessuno ha visto chi) in piena notte aveva sfondato con un calcio la porta che dava sul retro. Immediata la telefonata al 113, passato per registrare quanto avvenuto in attesa che titolari e affittuari decidano se presentare denuncia, ma altrettanto celere l'invito ad andar via tanto «non
    è successo nulla». Prima dell'arrivo della Polizia attorno all'ex market di via Puglie c'erano una quindicina di persone. Dopo una sola. Le altre? Tutte entrate dalla porticina sul piazzale e sparite sul retro, dietro la parete che separa i due ambienti del locale ed è aggirabile solo percorrendo il corridoio parallelo alle serrande chiuse. Tutte inginocchiate fianco a fianco dentro venti metri quadrati nascosti nella semioscurità. Le prove sono le scarpe, lasciate fuori dalla stanza o rasente i muri, il mormorio, il riflesso delle immagini sulla vetrata interna del locale e l'atteggiamento dell'unica persona rimasta nella prima stanza, la sentinella incaricata di tenere d'occhio la strada. «Lì non c'è niente da vedere - ha consigliato ieri - solo cose, lasciate stare». Una frase che non dice nulla più di quanto tenta di celare, semplicemente. E qualche minuto dopo ecco venir fuori dal vecchio supermercato gli uomini spariti prima. L'atteggiamento di tutti è quello del bambino colto con le mani nella marmellata. Silenzio, sguardo diffidente, due saluti e via. Tutti a casa tranne un crocchio di persone che, vista macchina fotografica e taccuino fuori dalla porta pensano a che dire. La domanda: «Avete pregato?». La risposta: «Non abbiamo fatto nulla di male. Non spacciamo, non commettiamo reati». Si o no? «Si - allarga le braccia Amhed Fourdaous - era mezzogiorno. Eravamo qui e stavamo lavorando che dovevamo fare? Giustificarsi è assurdo. Non si può dire il Padre Nostro in fabbrica?». Domanda lecita, ma poi scatta il timore di nuove tensioni: «Per piacere, silenzio». Fuori dalla porta di via Puglie 1 non c'è più la maglia nera che i musulmani avevano appeso per criticare l'accoglienza e la tolleranza dei trevigiani. L'hanno tolta. «Non vogliamo lo scontro - dicono - meglio discuterne». Poco dopo se ne vanno. I lavori, dentro il market, vanno a rilento. Sembra che i musulmani vogliano capire che farci.(04 settembre 2008)

    ovviamente ciò dopo che sono stati cacciati a sassate, insulti, e scritte sui muri, dai comuni vicini
    Quindi?

    Il fatto che siano stati presi a sassate, buttato laà così come frase finale, mi lascia un po'perplesso!!!

    Che preghino dove vogliono, non mi sembra niente di eclatante...


    riprendendo un post precedente

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    -.-'
    è contro la costituzione impedire che venga costituita dal momento che:
    Art. 8.
    Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
    Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
    I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
    Non è scritto nella costituzione che il diritto degli altri dev'essere un dovere per noi!!!

    Se loro vogliono trovarsi a pregare in gruppo possono benissimo farlo, che sia in una stanza di un supermercato dismesso, o in una qualsiasi megasala, non è vietato loro riunirsi a seguire il loro credo..

    La costruzione della Moschea potrebbe diventare un problema per vari motivi...
    - perchè non ben accetto dalla popolazione circostante, quindi cazzi...
    - perchè non si riunirebbero solo gruppetti di 20 onesti islamici, ma flotte di persone, tra le quali ce ne sarebbero un gran numero che sono nel nostro suolo anticostituzionalmente e/o delinquenti che troverebbero maggior protezione

  4. #243
    Overdose da FdT Yoda
    Uomo 30 anni da Trento
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    Occhiolino

    Quote Originariamente inviata da Kid Visualizza il messaggio
    Non è scritto nella costituzione che il diritto degli altri dev'essere un dovere per noi!!!

    Se loro vogliono trovarsi a pregare in gruppo possono benissimo farlo, che sia in una stanza di un supermercato dismesso, o in una qualsiasi megasala, non è vietato loro riunirsi a seguire il loro credo..

    La costruzione della Moschea potrebbe diventare un problema per vari motivi...
    - perchè non ben accetto dalla popolazione circostante, quindi cazzi...
    - perchè non si riunirebbero solo gruppetti di 20 onesti islamici, ma flotte di persone, tra le quali ce ne sarebbero un gran numero che sono nel nostro suolo anticostituzionalmente e/o delinquenti che troverebbero maggior protezione
    il nostro dovere è far rispettare la costituzione, punto... quali altri doveri abbiamo noi? pagare la moschea? non mi sembra, se la pagano loro... scs xk i delinquenti troverebbero maggior protezione?

  5. #244
    Vivo su FdT
    Donna 28 anni da Roma
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    Non condivido

    se vogliono la Moschea c'è un ottima soluzione------> 1° essere provvisti di bussola 2° rimorchiare una barca 3° ritornarsene al Paese loro 4° entrare nella grande Moschea. Visto che è facile? è già tanto che l'Italia permetta il lavoro e la cittadanza italiana,e ora vogliono pure la moschea ma sti cazz^ se vogliono pregare lo facessero pure,quella notizia mi sa di frase fatta tipo: Sono Vittime. L'importante è che non PRETENDINO TROPPO,stai in Italia,buono buono ,prega e lavora. La moschea se la vuoi,ti fai mandare la cartolina da tua madre,almeno preghi davanti all'immaginetta ,tzè^^

  6. #245
    Overdose da FdT Yoda
    Uomo 30 anni da Trento
    Iscrizione: 13/9/2007
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    chiusi come delle cozze... ostilità generà altra ostilità, è una formula quasi matematica...

  7. #246
    FdT-dipendente
    Uomo 36 anni da Bergamo
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    Costretti a pregare di nascosto:

    BRACCIO DI FERRO CON LA LEGA
    Islam, a S. Liberale si prega di nascosto

    Dietro le serrande abbassate dell'ex supermercato di San Liberale i musulmani pregano. Lo fanno di nascosto, in pochi, nell'intimità di quella stanzetta sul retro che non ha finestre e dentro cui pochi guardano. Per capire basta guardare oltre il loro tentativo di proteggere quei cinque minuti di intimità sulle ginocchia a mezzogiorno, e si scoprono sandali lasciati accuratamente fuori dalla porta, tappeti e le parole del rituale. «Non abbiamo fatto nulla di male - hanno ammesso - abbiamo pregato, senza disturbare nessuno». Era la prima volta? Forse si. E nel silenzio domenicale nessuno ha mosso un dito. Il vecchio negozio di via Puglie 1 aveva cinque vetrine. Da quando è stato preso in affitto dai musulmani di Seconda Generazione però solo una è stata alzata e abbassata, quella dove si apre la piccola porta d'ingresso, l'unica tra tutte ancora coperta dall'adesivo bianco che ricopre molte vetrate di alimentari di quartiere e impedisce di vedere oltre. Le altre sono sempre rimaste giù. Senza lucchetti, ma giù. Tanto che ignoti hanno avuto la bella pensata di utilizzarle come lavagna per le loro offese. Cosa c'è dietro? Nulla. O meglio, nulla che normalmente meriti interesse: una stanza vuota e un corridoio. L'ex market di via Puglie infatti ha la forma di una C, ma fino ad oggi si è vista solo una stanza, quella dove le pareti sono state ritinteggiate e a terra ci sono attrezzi del mestiere. Nell'altra cosa c'è? A chiederlo si ottiene una risposta semplice: «Nulla, lavori», ma ieri quella piccola stanza era diventata un luogo di preghiera. I musulmani sono arrivati in tarda mattinata. Hanno sollevato la solita, unica serranda e sono entrati constatando che qualcuno (ma nessuno ha visto chi) in piena notte aveva sfondato con un calcio la porta che dava sul retro. Immediata la telefonata al 113, passato per registrare quanto avvenuto in attesa che titolari e affittuari decidano se presentare denuncia, ma altrettanto celere l'invito ad andar via tanto «non
    è successo nulla». Prima dell'arrivo della Polizia attorno all'ex market di via Puglie c'erano una quindicina di persone. Dopo una sola. Le altre? Tutte entrate dalla porticina sul piazzale e sparite sul retro, dietro la parete che separa i due ambienti del locale ed è aggirabile solo percorrendo il corridoio parallelo alle serrande chiuse. Tutte inginocchiate fianco a fianco dentro venti metri quadrati nascosti nella semioscurità. Le prove sono le scarpe, lasciate fuori dalla stanza o rasente i muri, il mormorio, il riflesso delle immagini sulla vetrata interna del locale e l'atteggiamento dell'unica persona rimasta nella prima stanza, la sentinella incaricata di tenere d'occhio la strada. «Lì non c'è niente da vedere - ha consigliato ieri - solo cose, lasciate stare». Una frase che non dice nulla più di quanto tenta di celare, semplicemente. E qualche minuto dopo ecco venir fuori dal vecchio supermercato gli uomini spariti prima. L'atteggiamento di tutti è quello del bambino colto con le mani nella marmellata. Silenzio, sguardo diffidente, due saluti e via. Tutti a casa tranne un crocchio di persone che, vista macchina fotografica e taccuino fuori dalla porta pensano a che dire. La domanda: «Avete pregato?». La risposta: «Non abbiamo fatto nulla di male. Non spacciamo, non commettiamo reati». Si o no? «Si - allarga le braccia Amhed Fourdaous - era mezzogiorno. Eravamo qui e stavamo lavorando che dovevamo fare? Giustificarsi è assurdo. Non si può dire il Padre Nostro in fabbrica?». Domanda lecita, ma poi scatta il timore di nuove tensioni: «Per piacere, silenzio». Fuori dalla porta di via Puglie 1 non c'è più la maglia nera che i musulmani avevano appeso per criticare l'accoglienza e la tolleranza dei trevigiani. L'hanno tolta. «Non vogliamo lo scontro - dicono - meglio discuterne». Poco dopo se ne vanno. I lavori, dentro il market, vanno a rilento. Sembra che i musulmani vogliano capire che farci.(04 settembre 2008)

    E quindi?che ha di interessante questo episodio?

    Man mano che leggevo pensavo:
    "quando arriva un gruppo di leghisti cantando va pensiero armati di spranghe e catene ad ammazzarli tutti?"

    Sono rimasto deluso, che articolo noioso

  8. #247
    Tyler Durden
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    Quote Originariamente inviata da princip£x@ Visualizza il messaggio
    se vogliono la Moschea c'è un ottima soluzione------> 1° essere provvisti di bussola 2° rimorchiare una barca 3° ritornarsene al Paese loro 4° entrare nella grande Moschea. Visto che è facile? è già tanto che l'Italia permetta il lavoro e la cittadanza italiana,e ora vogliono pure la moschea ma sti cazz^ se vogliono pregare lo facessero pure,quella notizia mi sa di frase fatta tipo: Sono Vittime. L'importante è che non PRETENDINO TROPPO,stai in Italia,buono buono ,prega e lavora. La moschea se la vuoi,ti fai mandare la cartolina da tua madre,almeno preghi davanti all'immaginetta ,tzè^^
    urka che mentalità aperta numero 13!

  9. #248
    Overdose da FdT Yoda
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    Occhiolino

    Quote Originariamente inviata da Technics Visualizza il messaggio
    urka che mentalità aperta numero 13!
    si ho notato...

  10. #249
    twix ™
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    IL PRETE PRO-ISLAMICI
    Gentilini lancia il boicottaggio
    della parrocchia di don Paolo Zago


    «Ai cittadini del quartiere dico: cambiate chiesa». E’ un boicottaggio quello lanciato dal vicesindaco Giancarlo Gentilini ai danni di don Paolo Zago, parroco di San Liberale. Le ragioni? Il prete ha «osato» invitare l’amministrazione a dare una moschea ai musulmani ricalcando le parole che sarebbero state usate qualche ora dopo dalla stessa diocesi di Treviso, contro cui il vicesindaco non risparmia strali. E torna a caricare a testa bassa i musulmani di via Puglie minacciando fatidiche «ordinanze d’irruzione» se riproveranno la preghiera nascosta di domenica.

    Forse non ha digerito il fatto che poche ore prima, nonostante le sue minacce, i musulmani si fossero inginocchiati a pregare dentro la stanza nascosta dell'ex market di via Puglie. O forse non ha digerito l'invito netto della Chiesa di Treviso che dopo aver assistito all'ennesimo braccio di ferro tra islamici e amministrazione ha chiesto a quest'ultima di deporre le armi e trovare una soluzione, un luogo di preghiera per i musulmani. Fatto sta che ha inaugurato una nuova settimana di lavoro dando fuoco alle polveri e puntando tutti tranne il vescovo, risparmiato pare più per carica che per pensiero. L'invito alla solidarietà arrivava anche da lui, ma Gentilini ha preferito attaccare don Zago e don Vallotto. Durissimo contro il parroco di San Liberale. «I cittadini del quartiere non ne vogliono sapere dei musulmani - grida Gentilini - e lui, schierandosi con loro, si mette contro i suoi parrocchiani. A loro quindi dico di cambiare chiesa. Quando don Zago avrà la sua vuota potrà farla diventare una moschea e darla ai musulmani». Stesso trattamento per don Vallotto, che sabato pomeriggio aveva riferito del suo colloquio con il vescovo e pubblicato l'invito ai politici a «trovare una soluzione dando un luogo di culto agli islamici». «Don Vallotto predica bene, allora vada a dare tutti i locali della sua parrocchia ai musulmani se crede». La posizione di Gentilini è intransigente. Le ragioni? «I musulmani sono un pericolo latente». Chiama in causa l'11 settembre e punta il dito contro luoghi (via Puglie) che possono essere usati per accogliere «cellule dormienti del terrorismo» quindi minaccia «ordinanza di irruzione immediata» se i musulmani di seconda generazione proveranno ad entrare nell'ex supermercato per fare qualcosa di diverso dalla sua destinazione d'uso: commercio. «Non accetterò - annuncia - che si nascondano dietro una saracinesca per pregare», quindi ribadisce che farà pattugliare la zona anche di
    notte e che porterà il caso all'attenzione del prossimo comitato d'ordine e sicurezza in prefettura. «Mercoledì parlerà di via Puglie con i responsabili dell'ordine pubblico - dice infatti Gentilini - voglio che la questione venga definitivamente risolta». Resta da capire ora come e se la Chiesa di Treviso e i suoi fedeli incasseranno l'attacco diretto del vicesindaco e ancor più il suo invito a boicottare la chiesa di don Paolo Zago, a San Liberale. Il fatto che l'invito del parroco del quartiere non fosse solo personale, ma rispecchiasse la linea della diocesi pesa, e non poco.(09 settembre 2008)

  11. #250
    twix ™
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    Lord anche l'intolleranza ed ignoranza leghiste sono noiose.

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