Fratelli dell’Italia che s’è desta
ritornan le ambizioni dell’Impero:
siam tutti pronti a andare al cimitero
- per quanto, se si può, dopo la siesta.
S’affilano le sciabole e i rasoi
per far barba e capelli un dì al Nemico;
coperto dagli spini è in India il fico,
di baionette siamo irsuti noi.
Già sento avvicinarsi la vittoria,
con Silvio-Trapattoni e Sacchi insieme.
Ma intanto vai di lampade e di creme
o pallidi entreremo nella Storia.
Già La Rùssa ha schieràto le sue truppe
con il fez e il moschetto digitale.
La Gelmini a far Balilla non è male,
come donna le mancano le puppe.
Sobilla gli studenti alla rivolta,
‘ché imparino a far su le barricate,
‘ché imparino a pigliar manganellate
per quando le daranno a loro volta.
L’Ignazio già l’esercito rilancia,
vuol mettere la leva obbligatoria,
ma solo per i nati senza storia,
con il problema di riempir la pancia.
Continueranno i nordici leghisti
a fare i padroncini, gli industriali:
la guerra la faran meridionali
ed immigrati dai colori misti.
La Patria serviran, pronti a morire,
bellì come son bélli i morti eroi:
conquìsteran la terra, il mare e poi
pianeti e poi galassie a non finire.
Vincerémo con Silvio nostro duce,
nostro Dio, nostra Patria e pur Famiglia.
Vincerémo, ‘chè in fondo gli somiglia,
con la maschia possanza in controluce.
All’armi! Siam fascisti e baldanzosi,
abbiamo il doppiopetto e l’auto blu.
L’Italia oggi è un Paese di pupù:
con noi, saran domani strepitosi.
Avanti o popolo, alla riscossa!
oggi con nòi marcia Ignàzio La Russa
e la Gelmìni, donna che non bussa.
Ma il pecorino è buono se di fossa.
» 2008-10-24 20:46 SCUOLA: GELMINI 'DECRETO RESTA', E' SCONTRO CON STUDENTI ROMA - E' finito ancora prima di cominciare il dialogo tra il ministro dell'Istruzione e le associazioni studentesche, o almeno con una buona parte di esse. ''Il decreto resta'' ha ribadito il ministro chiudendo con questa frase la porta al confronto con tutti quegli studenti (Uds, Udu, Rete degli studenti in testa) che avevano posto come condizione per sedersi al tavolo il ritiro dei provvedimenti (dl 137, legge 133) contestati nell'ultimo mese da oltre 300 cortei in tutta Italia.
''Bisogna cambiare'' ha esordito il ministro che ha ricevuto le varie sigle assieme al presidente della commissione Istruzione della Camera, Valentina Aprea (''dispiace che qualche associazione di studenti, quelle piu' impegnate nella mobilitazione, abbiano deciso di scegliere il pregiudizio di non dialogare con noi'').
''Ho chiesto ai ragazzi - ha spiegato Mariastella Gelmini - se la scuola e l'universita' cosi' come sono li soddisfino. Un'universita' e una scuola che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Non e' vero - ha aggiunto - che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi siamo tra i primi d'Europa. Il problema e' che si spende male''. Una giustificazione che non ha affatto convinto gli studenti, gia' contrariati per una convocazione a loro parere tardiva. Nessuna ''svolta'' percio' dopo gli incontri andati avanti tutto il giorno a ritmo serrato. Non hanno giovato alla distensione neanche le nuove dichiarazioni pechinesi del Presidente del consiglio secondo il quale tra i manifestanti ''ci sono facinorosi, che hanno l'appoggio dell'estrema sinistra e il supporto dei giornali''.
''Il ministro Gelmini e' intenzionato a proseguire e non ritirera' il decreto 137'' ha raccontato, al termine dell'incontro, il coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti delle superiori Roberto Iovino. ''Al ministro abbiamo consegnato una lettera. Riteniamo che sia inutile incontrare gli studenti a pochi giorni dall'approvazione del decreto, dopo che loro per due mesi avevano chiesto il dialogo''.
Pollice verso anche da parte dei dottori di ricerca e dottorandi dell'Adi che hanno posto, anche loro, come pre-condizione al dialogo la rinuncia ai tagli previsti dalla manovra per gli atenei. Un'apertura di credito al ministro e' arrivata, invece, dalle associazioni che gravitano nell'area del centro-destra (con conseguenti scaramucce tra sigle appartenenti a diversi schieramenti). ''Abbiamo avuto un confronto sincero, perche' il ministro ci ha detto che vuole modificare davvero l'universita' e ridurre gli sprechi'' ha riferito il presidente del movimento di destra Azione studentesca, Giovanni Donzelli.
''Vedremo in futuro - ha proseguito - come il governo si comportera' sui tagli alle universita' previsti dalla legge 133, ci auguriamo che in questi tre anni trovino i fondi per recuperare i soldi''. Il sindacato gia' pensa al 30 ottobre, giorno dello sciopero generale della scuola (''la mobilitazione percorre il Paese come una grande 'ola' e passera' per Roma, nella piu' grande manifestazione per la scuola - ha assicurato il leader della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo - che la nostra memoria ricordi'') e al 14 novembre quando a scendere in piazza saranno universita' e ricerca.
Ma in vista di queste date ''clou'' studenti, docenti, genitori e ricercatori continuano la loro battaglia. Lo hanno fatto anche oggi, in tutta Italia, nelle universita', nelle scuole elementari e nei licei (occupazioni, assemblee, autogestioni), con cortei (che hanno mandato il traffico in tilt a Roma e Napoli), sit-in davanti a Montecitorio e Palazzo Madama. E andranno avanti. Riflettori sulla scuola saranno accesi anche domani: tra gli slogan scelti dal Pd per il suo appuntamento di piazza ce n'e' anche uno ''Contro i tagli della Gelmini per una scuola nuova''.
DA VENEZIA A NAPOLI, UN ALTRO GIORNO DI LOTTA
E' stata una nuova giornata di agitazione, per gli studenti in protesta contro il decreto Gelmini: si rinnovano occupazioni, autogestioni, lezioni all'aperto e cortei in molte citta' italiane. A partire da Roma, dove, mentre i rappresentanti delle associazioni studentesche erano a colloquio con il ministro dell'Istruzione, migliaia di alunni dei licei si sono radunati al Circo Massimo. Da li', un corteo ha raggiunto il Senato e Montecitorio, al grido di ''Gelmini vattene a casa''.
Serata di tensione, poi, al Festival del Cinema, con gli studenti che si sono presentati in massa all'Auditorium: ''la manifestazione costa 15 milioni di euro, mentre a noi vogliono tagliare i fondi per la cultura''. Questo il quadro delle occupazioni e delle proteste regione per regione. - A TORINO, 200 studenti hanno sfilato per le vie della citta'.
- In LOMBARDIA, varie le manifestazioni: a Milano, lezioni in piazza del Duomo, mentre un corteo non autorizzato ha sfilato fino all'Accademia di belle arti di Brera. A Bergamo, studenti universitari hanno sfilato fino alla sede dell'ateneo.
- A VENEZIA, dove il sindaco Cacciari si e' schierato al fianco degli studenti in agitazione, piu' di mille ragazzi hanno partecipato prima a un'assemblea nel cortile di Ca' Foscari, per poi spostarsi sotto il ponte di Rialto, dove Mario Isnenghi, docente di storia contemporanea, ha improvvisato una lezione. A Rovigo sono stati 600 i partecipanti a un corteo.
- A TRIESTE, universitari e liceali preparano insieme il corteo di domani.
- A LA SPEZIA e' stato occupato il liceo scientifico Pacinotti, e circa mille studenti hanno sfilato per le strade. Stasera e' stata organizzata una cena di protesta sulle strisce pedonali.
- A BOLOGNA si e' svolta un'assemblea di ateneo.
- TOSCANA sempre in fermento: un corteo a Carrara, composto da 2 mila tra studenti, insegnanti e genitori, ha raggiunto il palazzo comunale, dove ha raccolto l'appoggio del sindaco Angelo Zubbani. A Pistoia, per danneggiamenti e atti di vandalismo sono stati segnalati alla procura 20 studenti.
- A PERUGIA e' stata fissata per domani, a Giurisprudenza, un'assemblea per stabilire le prossime iniziative di protesta.
- A ROMA, oltre alla manifestazione nel centro storico, a Tor Vergata, studenti e docenti della facolta' di Scienze hanno proseguito la mobilitazione, con tanto di proposta di blocco della didattica.
- IN ABRUZZO, a Lanciano, i genitori degli alunni di due scuole elementari sono in assemblea permanente, mentre a Campobasso, in Molise, si e' svolta un'assemblea dei rappresentanti di tutte le scuole superiori.
- A NAPOLI, protesta a tutto campo del mondo della scuola e dell'universita'. Gli studenti dell'istituto Serra si sono barricati nella scuola, bloccando l'ingresso con una catena. Autogestione al Convitto Vittorio Emanuele II: alcuni docenti hanno fatto lezione in piazza Dante, davanti a studenti imbavagliati e a un cartello con scritto ''La cultura non si zittisce''. Un corteo di studenti partito da piazza del Gesu' ha, come ieri, mandato in tilt il traffico cittadino. Lezione in piazza anche a San Domenico Maggiore.
- In PUGLIA, a Lecce, un centinaio di manifestanti col volto coperto hanno fatto irruzione in alcune scuole, in particolare il liceo Banzi, dove hanno interrotto le lezioni e compiuto atti vandalici. A Bari, e' stato stabilito un calendario di lezioni universitarie all'aperto, che partiranno lunedi'. Martedi' e' prevista, a Giurisprudenza, un'assemblea a cui parteciperanno anche studenti delle scuole superiori.
- A POTENZA, 2 mila studenti delle scuole superiori hanno sfilato fino al campus universitario di Macchia Romana.
- In CALABRIA sono diverse le citta' in agitazione: migliaia di ragazzi in marcia a Cosenza dietro lo striscione ''Non ci avrete mai come volete voi: ignoranti''. Studenti in piazza anche a Catanzaro. Assemblee nei licei di Lamezia Terme, mentre a Reggio Calabria il liceo Volta ha proclamato lo ''sciopero bianco'', con discussioni in classe.
- In SICILIA, autogestioni nei licei di Palermo, e manifestazione a Catania.
- A CAGLIARI, in piazza 500 studenti medi e universitari.
ma cosa li ha convocati a fare se tanto è già tutto deciso? -.-'
e in italia dovrebbe decidere il popolo..
mah..
chissà se dopo un suicidio di massa capiscono che c'è qualcosa che non va se tutta italia s'è mobilitata