ma non è che abbia vinto un qualche torneo mondiale?
Cioè, anche qui ha detto una cazzata? Ma questo uomo è troppo la mia fonte di lol quotidiana
Son l’Ignazio / che dei taliban fo strazio
Passa un giorno, passa un altro
mai non parte il nostro Ignazio;
perch’egli era molto scaltro
non usciva mai dal Lazio:
“Io la guerra non so fare:
chi fa guerra va all’attacco;
di Difesa titolare,
fo l’arrocco e non do scacco.
Poi è noto che i soldati
tiran bombe intelligenti,
non ministri un po’ gasati,
pataccari ed eficienti.
Io se vò da quelle parti,
dico, là in Arganistà,
delle donne almen tre quarti
seguiranno i taleban.
Meglio che sto qui in ufficio
o a fare il presenzialista:
sotto i fuochi d’artificio
mi vien l’herpes al battista.
Io però mi chiamo Ignazio,
sempre sto sulla notizia;
di sapere non mi sazio
e perciò mi dà mestizia
quando sento che in quei lidi
giran traffico di droga,
d’armi e tipi poco fidi,
tutti in preda a grande foga.
Io gli mando i miei gendarmi
un po’ il traffico a sedare;
dato che non scrivon carmi,
sempre pronte abbiam le bare.
Col mio amico Bob Maroni
se andiam lì facciam macelli:
con il sax e i manganelli
li suoniamo ‘sti straccioni.
Travestiti da Batmàn,
gli facciamo le boccacce:
col patema, i talibàn
mollan pure le bisacce.”
Già son usi in quelle lande
fin dai secoli remoti
a colmare le mutande
per timor dei terremoti:
perché mai farli campare
nel terrore più agghiacciante
che La Russa gli compaia
nel suo fulgido sembiante?
Fuori legge l’hanno messo
come arma che le masse
può portar dritte al decesso,
spappolate quali glasse.
E così lui è costretto,
controvoglia, sia ben chiaro,
a giocare col moschetto.
Libri no, perch’è un somaro.